Luigi Bisignani per Il Tempo
Caro direttore, Cristo è risorto. E c’è chi pensa di poter fare lo stesso nella speranza di riciclarsi nello scacchiere del potere, nonostante l’impetuosa avanzata di grillini e leghisti. Due le scadenze più appetibili nei prossimi mesi: Cassa Depositi e Prestiti, madre di tutte le nomine, che detiene partecipazioni in Eni, Poste Italiane, Fintecna e Sace, e la Rai, centro di potere, denaro, sesso e visibilità. Le grandi manovre sono iniziate.
A sorpresa, proprio come numero uno della CDP, sta pensando di autocandidarsi un vispo banchiere di 83 anni, potente ex ras democristiano, Giuseppe Guzzetti, in scadenza da Presidente della Fondazione Cariplo, ruolo che ricopre dal 1997 e non più rinnovabile. Come numero uno dell’Associazione delle Fondazioni e delle Casse di Risparmio italiane (Acri), che insieme detengono il 16% della Cassa, l’arzillo Guzzetti può indicarne il capo, e in gran silenzio sta proponendosi con gli uomini della Lega perché non si mettano troppo di traverso.
Con i grillini, invece, sogna di tornare a viale Mazzini, da cui è uscito come pensionato e come consigliere di amministrazione, un siciliano doc: Nino Rizzo Nervo che si considera l’unico interprete autentico del pensiero del suo vecchio sodale, il Presidente Mattarella. E fu proprio quest’ultimo a sussurrare a Paolo Gentiloni di portarlo a Palazzo Chigi, come vice segretario, per occuparsi soprattutto di tv pubblica in collegamento con Roberto Fico, fino a ieri presidente della Commissione di vigilanza ed oggi sullo scranno più alto di Montecitorio.
GIUSEPPE MUSSARI GIUSEPPE GUZZETTI GIOVANNI BAZOLI resize
Come in tanti a Palazzo Chigi, anche Rizzo ha già messo in un angolo il Premier in uscita, mentre in Rai c’è grande agitazione per un suo eventuale ritorno. Il ‘luparetta rosa’, come tutti simpaticamente lo ricordano, aveva la capacità di annientare e far sparire i colleghi sgraditi.
Comunque, tentativi di riciclati a parte, il vero problema, sia per la Lega ma soprattutto per i 5 Stelle, è se gli elettori, che li hanno votati per ribaltare il sistema, riusciranno a sopportare personaggi che hanno già fatto il loro tempo. I ruoli importanti hanno una loro simbologia, oggi più che mai, e c’è bisogno di guide giovani, brillanti e con un profilo internazionale.
Un grande interprete dei vizi italiani, Alberto Sordi, se la ride senz’altro a vedere dall’alto un’Italia che in fondo non cambia mai. Da democristiana a berlusconiana, da renziana a grillin-leghista.