Adriana Logroscino per il “Corriere della Sera”
Sul decreto rave, da convertire in legge entro il 30 dicembre pena la decadenza del provvedimento, il governo mette la fiducia. Lo ha annunciato il ministro per i Rapporti col parlamento, Luca Ciriani.
Il dibattito alla Camera (in Senato la conversione c'è già stata) inizierà alle 15.45 di oggi e il voto di fiducia è fissato per le 17.25. Ieri sono state respinte le pregiudiziali di costituzionalità, avanzate dalle opposizioni, e, con 98 iscritti a parlare, quasi tutti esponenti di minoranza, è stata approvata la chiusura anticipata della discussione generale. Tuttavia non ci sono certezze sui tempi dei lavori oggi.
L'opposizione annuncia ostruzionismo a oltranza, attraverso tutti gli strumenti che il regolamento consente, con lo scopo di far decadere il decreto proseguendo la discussione oltre la scadenza del 30. La maggioranza annuncia che chiederà, dopo il voto di fiducia, la «seduta fiume», che si conclude solo con il voto finale sul provvedimento.
Estremo sarebbe il ricorso alla ghigliottina, da parte del presidente della Camera, strumento per porre in votazione un decreto in imminenza della scadenza, adoperato solo una volta nella storia della Repubblica. Per provare a trovare un accordo, i capigruppo si incontreranno alle 14.30.
In questo clima, inevitabilmente, il dibattito prosegue, acceso, anche al di fuori dell'Aula. «Le folli ingiustizie della destra - denuncia Nicola Zingaretti del Pd -: si inventa un'emergenza feste contro i giovani e poi condona i medici no vax».
Nel decreto in via di conversione, infatti, figura anche la norma che anticipa il reintegro per il personale sanitario che si sia sottratto all'obbligo vaccinale durante il Covid. Una norma non condivisa da Forza Italia: in Senato la presidente del gruppo, Licia Ronzulli, disertò il voto. Il capogruppo a Montecitorio, Alessandro Cattaneo, ribadisce le «grandi perplessità» ma assicura: «Non faremo mancare i nostri voti perché il decreto parla soprattutto di giustizia».
Se il Pd attacca le norme sui rave, il M5S tocca un altro aspetto del decreto: gli articoli dedicati all'ergastolo ostativo, che escludono dai benefici penitenziari chi si macchi di reati particolarmente gravi. Il deputato cinquestelle Federico Cafiero De Raho accusa la maggioranza di «miopia» per la scelta di porre la fiducia: «Potevamo e volevamo migliorare il testo per renderlo veramente efficace contro le mafie. La maggioranza invece approverà una legge che renderà più conveniente non collaborare con la giustizia».
GIORGIA MELONI - MATTEO SALVINI - UCCELLI DI RAVE - MEME BY CARLI
Definisce l'intero decreto un «compendio di orrori giuridici e politici, uno schiaffo al diritto e pure al ministro Nordio», il presidente di +Europa, Riccardo Magi. Anche da parte del centrodestra si punta il dito sulle «contraddizioni» degli avversari. In particolare per via delle pregiudiziali di costituzionalità avanzate. «I governi Conte si sono distinti per l'uso sistematico della decretazione di urgenza e ora riscoprono la Carta», polemizza Pietro Pittalis (FI). Oggi le forze politiche tornano a misurarsi in Aula. «Non temiamo i tentativi dell'opposizione di far decadere il decreto - dice Tommaso Foti, capogruppo di FdI - . Tentar non nuoce. Anzi nuoce se non ci si riesce». Quindi si richiama al rispetto degli accordi in conferenza capigruppo: «Pacta sunt servanda».
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