Rosalba Carbutti per il “Resto del Carlino”
«Non ho partecipato alle primarie. E alle elezioni amministrative non voterò Matteo Lepore. Dice di essere di sinistra, ma mi pare più che altro un assessore al marketing. Ormai non ci casco più».
Claudio Levorato, presidente di Manutencoop, holding di controllo del gruppo Reekeep, e una vita nel mondo cooperativo, lo chiamano 'l'eretico'. Oggi, con Lepore candidato del centrosinistra, si schiera. Ma non con lui.
La sua 'eresia' arriva fino a votare il centrodestra?
«Ancora a fare queste distinzioni. Destra, sinistra, centro. Penso che serva a Bologna una persona indipendente, capace, di spessore. In grado di mettere insieme tutte le eccellenze che abbiamo. Imprese diventate internazionali, un'università di grande prestigio, il centro meteo, il super cervellone del Tecnopolo. Ecco direi che Andrea Cangini lo vedrei adatto a tenere insieme tutto questo».
Ma lei non era di sinistra?
«Non sono 'di sinistra'. Sono 'dannatamente di sinistra'. Ma da quando non c'è più la sede del partito in via Barberia, non frequento più. La sinistra per come la intendo io cerca il bene complessivo. La differenza era tra una sinistra statalista e una destra liberista. Ma ormai si può dire davvero che c'è questa distinzione?
Non voglio essere amaro come Giorgo Gaber, ma ora ciò che conta sono le caratteristiche della persona. Un tempo, forse, era l'etichetta che rappresentava il contenuto. Adesso ognuno l'etichetta se la dà per sé».
Il fatto che Cangini, oltre ad essere ex direttore di Qn e Carlino, sia senatore di Forza Italia non le crea 'problemi' politico-ideali?
«Lui è indipendente da chi lo sponsorizza. Il mio giudizio è sulla persona, non su chi ci mette il cappello sopra. E Cangini non credo sia uno che si faccia mettere in testa alcun cappello. Pure in Forza Italia è riuscito a costruirsi un profilo autonomo. Senza contare un altro aspetto molto importante: è molto in sintonia con la città».
Lepore, invece, crede non sia autonomo? Durante la campagna elettorale ha anche attaccato alcuni poteri pre-costituiti...
«Rischio di ripetermi. Ma quello che dissi prima dei gazebo, lo ribadisco oggi. C'è un rapporto 'viziato', ormai, tra politica e imprese. Non c'è più quella cinghia di trasmissione propria del Pci. Prima la politica era il 'grande timoniere' delle scelte del mondo cooperativo. Oggi c'è un rovesciamento».
Che cosa intende?
«Il Pd è 'prigioniero'. Prigioniero di un gruppo di potere minuscolo che si allarga a singoli soggetti che si accontentano delle 'briciole'».
Il Pd non era l'erede del Pci?
andrea cangini con la moglie eva foto di bacco
«Il Pd è un partito liquido, come si dice oggi. Il Pci è morto senza testamento. Qualsiasi somiglianza se mai ci fosse è irriconoscibile».
A quale gruppo di potere si riferisce?
«Unipol e il suo presidente, Pierluigi Stefanini. Il sistema è quello delle 'porte girevoli' e Lepore ne fa parte. All'assessore che è stato un dirigente di Legacoop ne ho anche parlato, raccontando le malegrazie che ho subito. Ma lui si è limitato a dirmi che 'io sono in conflitto'. È un ragazzo con dei numeri, ha verve, ma non posso tralasciare 'con chi va'».
Lepore ha preso un sacco di voti ai gazebo...
«L'esito non poteva che essere quello. Ma al di là dei proclami, credo che Isabella Conti abbia meglio rappresentato la cultura di sinistra che conosciamo in città. L'ho trovata più in continuità con tutto ciò che ha fatto grande Bologna».
Dica la verità, alle primarie ha votato Conti...
«Non ho votato ai gazebo. Non ci credo a questa competizione. Non so che cosa farà la Conti. Spero non torni a fare solo la sindaca di San Lazzaro...».
L'area moderata che ha votato Isabella potrebbe 'spostarsi' su un nome alternativo a Lepore? «Cangini è un esponente dei moderati. Del resto non erano di anima moderata anche i grandi sindaci Guido Fanti e Renato Zangheri?».
ENRICO LETTA MATTEO LEPORE mattia santori con enrico letta e matteo lepore CANGINI andrea cangini matteo lepore CLAUDIO LEVORATO 2