Manuel Glauco Matetich per www.ilgiornale.it
micheal bloomberg donald trump
Michael Bloomberg, l’11esimo uomo più ricco al mondo secondo la rivista Forbes, è pronto a rimettersi in gioco a 76 anni. L'ex sindaco di New York ha lanciato il guanto di sfida a Donald Trump per diventare il prossimo 46esimo presidente degli Stati Uniti.
Michael Bloomberg sta utilizzando il suo patrimonio personale, stimato a 51 miliardi di dollari, con lo scopo di portare avanti una serie di conferenze in giro per l’America riguardo ai cambiamenti climatici e le disastrose conseguenze che stanno già affliggendo molte zone del pianeta terra.
L’obiettivo di Bloomberg è iniziare a mettere in seria difficoltà la politica repubblicana del Congresso degli Stati Uniti, sostenendo la sua ormai certa candidatura con il partito democratico americano.
Gli argomenti fondamentali sui quali farà leva il miliardario americano saranno proprio quelli riguardanti gli incontrollabili cambiamenti climatici che stanno sconvolgendo il mondo negli ultimi anni. Bloomberg vuole mantenere gli accordi di Parigi sul clima presi dagli Stati Uniti nel 2015, prima della decisione di The Donald di abbandonare ogni iniziativa e impegno di riduzione delle emissioni di gas serra.
micheal bloomberg hillary clinton
Intervistato dall’agenzia di stampa francese AFP, a margine del summit sul clima (One Planet), tenutosi ieri a New York, l’ex primo cittadino della Grande Mela ha dichiarato che le sorti del pianeta interessano tutta l’umanità, sottolineando come anche le singole persone possano fare tanto nel loro piccolo, senza aspettare l’intervento degli stati nazionali.
Bloomberg si ritiene ottimista sulla cooperazione internazionale dei singoli paesi che stanno iniziando lentamente a prendere sul serio il problema dei cambiamenti climatici. “Stiamo facendo progressi, la Cina sta procedendo, e anche l'Unione europea sta procedendo bene.
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Questi stati stanno cambiando i loro comportamenti perché è proprio il capitalismo (in primis) che sta cambiando, ovvero l’interesse economico delle aziende, che vogliono essere ecologiche perché sono i loro dipendenti, i loro investitori e i loro clienti che lo richiedono. Proprio come le persone che vogliono aria e acqua incontaminate”.
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“Per quanto riguarda lo stato federale degli Stati Uniti (…) non ha molta importanza (la loro posizione a riguardo) perché le centrali a carbone spariranno a favore del gas naturale, qualunque sia il governo in carica.
Il governo federale può far male in termini di regolamenti ambientali, ma la buona notizia è che la giustizia sta bloccando alcuni di questi tentativi. (…)Ho la sensazione di avere l'obbligo di agire, posso permettermelo, e devo fare tutto il possibile per migliorare il paese che lascerò ai miei figli e ai miei nipoti”, ha affermato Bloomberg.