Gianluca Paolucci per “la Stampa”
Ai mercati servirà del tempo per prendere le misure del fenomeno Trump. La prova è arrivata ieri, con i mercati nervosi e le vendite generalizzate sui mercati dei titoli di Stato dopo i rialzi della seduta precedente. A favore di Trump è arrivato il giudizio di Standard and Poor' s, che ha confermato giudizio e prospettive sul debito americano.
Per l' agenzia di rating, le politiche annunciate in campagna elettorale su «commercio e immigrazione» non avranno impatto sul trend di crescita degli Usa, «stimato in prossimità del 2%», che ogni alleggerimento della politica fiscale per sostenere «lavori pubblici e riduzione delle tasse» sarà «coerente» con il tradizionale approccio dei Repubblicani alle finanze pubbliche e che «verrà rispettata» l' indipendenza della Federal Reserve.
Un giudizio di sostanziale stabilità, che però Wall Street ha sostanzialmente ignorato. Il Dow Jones ha segnato nelle prime battute il nuovo record e poi ha chiuso in rialzo dell' 1,18%. Il Nasdaq invece partito in forte rialzo ha chiuso in calo dello 0,81%.
A trainare il Dow Jones sono i titoli di banche e industria che sperano di beneficiare delle prossime riforme di Trump su liberalizzazioni e tagli alle tasse. Le azioni tecnologiche del Nasdaq temono invece nuove limitazioni sul fronte della ricerca scientifica.
A Wall Street poi fa senz' altro piacere l' annuncio di Trump durante la campagna - e ribadito ieri dal suo team - di abolire la Dodd-Franck. Ovvero, quella riforma della finanza Usa approvata nel 2010 sulla scia della grande crisi e ritenuta da più parti uno dei maggiori successi dell' amministrazione Obama. «L' economia della Dodd-Frank non funziona per i lavoratori», recitava una nota del «transition team» del prossimo presidente. I tappeti rossi della burocrazia e le imposizioni di Washington non sono la risposta. La Dodd Frank sarà sostituita con politiche che incoraggiano la crescita economica e la creazione di lavoro».
CONSERVATORI ANTI TASSE IN AMERICA
L' Asia, precipitata nella notte delle elezioni, ha recuperato ieri i cali. L' Europa dopo la buona partenza gira in negativo con Londra in calo e la sostanziale tenuta di Milano. Nei mercati azionari è proseguita la selezione tra i settori che dovrebbero essere più avvantaggiati dall' amministrazione Trump: difesa, costruzioni e infrastrutture, farmaceutici. In scia anche i bancari, italiani compresi, per le attese di un rialzo dei tassi che farebbe migliorare i margini. Proseguono invece le vendite sui titoli di Stato. Per il Btp questo ha significato un aumento dello spread con il Bund tedesco. Ma in Usa ha continuato a salire il rendimento del T-bond decennale, dopo l' andamento deludente dell' asta di ieri.
La spiegazione che arriva dalle sale operative è quella delle attese di un aumento dell' inflazione, che svaluta il dollaro. Rumors di mercato indicano che parte delle vendite arrivi da controparti cinesi. Intanto però ieri il dollaro si apprezzato contro l' euro, sulla spinta di una sorta di scudo fiscale che Trump potrebbe varare per favorire il rientro dei capitali dall' estero.