1. PROCESSO A ORBAN
Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “La Stampa”
L'elefante ha fatto il suo ingresso nella cristalleria in punta di piedi, stando ben attento a non urtare nulla: «Sono venuto qui per seguire l'esempio di Mario Draghi ed Emmanuel Macron: se non vuole morire, l'Europa deve cambiare».
Nell'Aula del Parlamento europeo di Strasburgo, Viktor Orban ha iniziato l'atteso intervento da presidente di turno del Consiglio Ue rilanciando alcune delle sue proposte – specie sull'immigrazione –, ma stando ben attento a non fare movimenti troppo bruschi. Fino a lì, insomma, tutto bene.
Poi, però, nell'emiciclo si sono sentiti i primi tintinnii dei vetri che iniziavano a tremare quando – al termine del suo discorso – gli eurodeputati della Sinistra hanno intonato "Bella Ciao" e la presidente Roberta Metsola li ha rimbrottati con uno sprezzante «Qui non siamo all'Eurovision e nemmeno alla Casa de Papel», come se l'inno partigiano fosse solo la colonna sonora di una serie tv.
Orban, orgoglioso, ha accennato un sorriso. Ma è durato poco. Perché il vero scossone agli scaffali della cristalleria è arrivato da Ursula von der Leyen, che ha […] sferrato una serie di colpi bassi che hanno messo in luce le incoerenze del premier ungherese. Da lì in poi è stato un crescendo di tensioni che hanno visto Orban finire nel mirino di un'inedita "Grosse Koalition" che andava da Manfred Weber a Ilaria Salis. È finita tra gli insulti reciproci. «Dittatore!». «Picchiatrice!».
ilaria salis al parlamento europeo
Ma se nell'arena di Strasburgo la zuffa con gli eurodeputati era ampiamente prevedibile, lo scontro con von der Leyen è stato del tutto inedito. E ha letteralmente spiazzato Orban, che mai si sarebbe immaginato di dover incassare i colpi più duri proprio dalla solitamente mansueta Ursula.
La presidente della Commissione lo ha messo all'indice per la sua posizione sul conflitto tra Russia e Ucraina («C'è ancora chi dà la colpa della guerra all'invaso e non all'invasore, ma sarebbe come dare la colpa agli ungheresi per l'invasione sovietica del 1956»), per la retorica dell'Ungheria che protegge i confini Ue dai flussi migratori («Lo scorso anno avete scarcerato contrabbandieri e trafficanti prima che scontassero la loro pena»), per le ambiguità sulla questione sicurezza («Perché avete liberalizzato i visti ai russi e permettete alla polizia cinese di operare sul vostro territorio?») e per le ipocrisie in tema di difesa del mercato unico («Il vostro governo va nella direzione opposta perché discrimina le imprese europee e aiuta con i fondi soltanto pochi»).
roberta metsola viktor orban foto lapresse
Von der Leyen si è guadagnata gli applausi scroscianti di tutti i gruppi politici, fatta eccezione per i Patrioti e i Sovranisti, con i Conservatori in evidente imbarazzo. Il meloniano Nicola Procaccini ha spiegato di «condividere diversi obiettivi del programma di Orban», ma «da amico» ha preso le distanze dai rapporti con Cina e Russia.
Quando ha ripreso la parola, Orban ha reagito definendo «infelici» le parole di von der Leyen, senza nascondere il suo disorientamento e la sua delusione per la mancanza di fair-play istituzionale: «Ci sono divergenze tra noi e la Commissione – ha sottolineato –, ma io non vi ho fatto deliberatamente riferimento perché come presidenza noi lavoriamo per l'Europa».
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E allora, a quel punto, anche lui si è gettato nell'arena: «In passato il compito della Commissione era quello di difendere i trattati e di essere imparziale, ma purtroppo vedo che la presidente ha cambiato questo ruolo e lo ha reso un'arma politica al servizio della sinistra».
Rivolgendosi agli eurodeputati, si è lamentato per il trattamento ricevuto («È assurdo che proprio voi ci diate lezioni di democrazia»), ha respinto le accuse di corruzione rispolverando il Qatargate e soprattutto ha tenuto il punto sulla questione Ucraina: «Dobbiamo cambiare strategia perché questa si è rivelata perdente».[…]
ilaria salis al parlamento europeo
2. «UNIONE IN AGONIA»
Estratto dell’articolo di Francesca Basso per il “Corriere della Sera”
[…] Anche Ilaria Salis, eurodeputata di The Left, ha preso la parola ricordando di essere stata detenuta in custodia cautelare «in condizioni dure per 15 mesi»: «Lo stato di diritto e la libertà dei media non sono garantiti» in Ungheria.
Per Salis la presidenza ungherese «è assolutamente inopportuna» ed è un «amaro paradosso» perché l’Unione si trova «guidata da qualcuno il cui obiettivo è smantellare l’Ue in nome del nazionalismo». Orbán ha replicato dicendo di trovare «assurdo» dover ascoltare in plenaria «un intervento sullo Stato di diritto dell’onorevole Salis, che aveva picchiato con sbarre di ferro persone pacifiche (due militanti di estrema destra, ndr ) per le strade di Budapest».
A seduta conclusa Salis ha restituito il colpo commentando, in una nota, che Orbán «mi dichiara colpevole senza che sia stata emessa alcuna sentenza nei miei confronti». Sul caso è poi intervenuto anche Vannacci, eletto con la Lega, che ha attaccato Salis per non avere accettato una domanda da parte di una deputata. L’estrema destra ha gridato «buuu» ma era nel diritto di Salis poter rifiutare. […]
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