Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”
GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN AL G7
Il confronto gelido tra Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni non accenna a temperarsi.
Dopo il voto contrario di Fratelli d’Italia al secondo mandato, il chiarimento tra le due non c’è mai stato davvero. E ancora in questi giorni non è mancato il fastidio, che spesso tracima nell’irritazione, per l’atteggiamento e per alcune parole provenienti dal governo italiano.
In primo luogo per i tempi con cui Palazzo Chigi ha deciso di gestire la nomina del nuovo commissario Ue. Il termine per le designazioni scade a fine mese. E la casella vuota di Roma inizia a essere notata con insofferenza.
Anche perché dei 27 solo in cinque non hanno fornito ancora l’indicazione. Due di questi, però, il Belgio e la Bulgaria sono giustificati dal fatto di non avere ancora un governo pienamente in carica. Poi manca il Portogallo, già soddisfatto dall’approdo dalla presidenza del consiglio europeo di Antonio Costa e quindi consapevole che riceverà probabilmente un portafoglio minore, e la Danimarca. Ma dei “grandi” Paesi è assente solo l’Italia.
Per di più, [...] l’Italia continua a reclamare incarico di peso e vicepresidenza ma nello stesso tempo non riesce nemmeno a formulare un nome. Anzi i tempi lunghi vengono interpretati come un modo per tirare la corda nel negoziato sui “portafogli”.
GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN
Negli scambi informali […] la presidente della Commissione […] ha ricevuto la conferma che entro pochi giorni (forse già mercoledì prossimo, in Consiglio dei ministri) verrà ufficializzata la candidatura di Raffaele Fitto.
E in parte è conscia che parte del ritardo è provocato dai problemi interni alla maggioranza [...].
E proprio sull’eredità di Fitto si concentra un’altra preoccupazione ai piani alti di Bruxelles.
GIORGIA MELONI E ursula von der leyen A ROMA 3
Tutti, infatti, sono consapevoli del grande ritardo con cui il nostro Paese sta attuando il Pnrr. Cambiare il ministro […] viene considerata una sfida.
Anche perché Fitto viene giudicato “uno dei pochi” “meloniani” capaci di comprendere le dinamiche dei Palazzi dell’Unione. [...]
[….] Il nostro Piano nazionale di Ripresa e Resilienza […] sta diventando di nuovo oggetto delle attenzioni europee.
Soprattutto dopo la battuta pronunciata solo pochi giorni fa dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che lo ha paragonato ai piani quinquennali dell’Urss leninista.
GIANCARLO GIORGETTI AL MEETING DI RIMINI
Una frase che non è affatto piaciuta nei Palazzi dell’Unione e nemmeno in alcune cancellerie, in particolare del nord Europa che ricordano ad ogni piè sospinto che il NextGenerationUe e la prima formazione di debito pubblico comune sono state scelte compiute per aiutare in primo luogo l’Italia: «Se poi non sapete spendere i soldi, non è un problema nostro».
Le spine tra Roma e Bruxelles, dunque, continuano ad essere acuminate. E non bastano le rassicurazioni della premier sull’ultimo voto che la Commissione dovrà affrontare — probabilmente a ottobre — nel Parlamento europeo. «In quell’occasione — ripete da settimane Meloni — daremo il nostro sì». Una garanzia che certo non cambia la situazione, visto che in quel caso ci sarà anche il commissario italiano da approvare e non si è mai visto un governo che boccia il proprio rappresentante.
URSULA VON DER LEYEN GIORGIA MELONI - ILLUSTRAZIONE DI POLITICO
Come noto, infine, la presidente dell’esecutivo europeo non ha apprezzato la designazione di commissari in netta maggioranza uomini. Solo cinque al momento sono donne. E non è escluso che ci possa essere un riequilibrio con le presidenze. La paura […] è che la cosiddetta “graticola” […] riservata dal Parlamento ai commissari possa produrre diverse bocciature [….] E tra gli aspiranti vicepresidenti, Fitto […] non sembra avere le chance maggiori.
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