BUTTAFUOCO: “L’ITALIA PER VIA DI LEGA E M5S È UN PROBLEMA PER L’EUROPA, LA FRANCIA È INVECE UN SOLIDO PILASTRO DELL’UNIONE. PERÒ ECCO LA SITUAZIONE: UN PALAZZO È DATO ALLE FIAMME ALL’ARCO DI TRIONFO, A PARIGI; NEGLI ULTIMI DUE GIORNI SI AGGIUNGONO 400 PERSONE ALL’ELENCO DEGLI ARRESTI E ALTRI 130 A QUELLO DEI FERITI – IN ITALIA NON SUCCEDE IL QUARANTOTTO PERCHÉ GLI ULTIMI HANNO TROVATO UN ESITO POLITICO...”

-

Condividi questo articolo


pietrangelo buttafuoco pietrangelo buttafuoco

Pietrangelo Buttafuoco per “il Tempo”

 

Se la Francia piange con i lacrimogeni, l’Italia non ride. Ma almeno Roma non brucia come in queste ore Parigi con i gilet gialli perché la protesta qui, con i Gialloverdi – il M5S e la Lega – non è per strada. È al Governo. La gente, lì, non ha altra tribuna che la barricata. L’élite, infatti, è salda all’Eliseo mentre qui – l’establishment – orchestrando il remake di “Benvenuti al Sud” con casa Di Maio, sta solo sperando di tornare a palazzo Chigi.

conte salvini di maio conte salvini di maio

 

L’Italia – si sa – per via dei Gialloverdi è un problema per l’Europa, la Francia è invece un solido pilastro dell’Unione. E però ecco la situazione: un palazzo è dato alle fiamme all’Arco di Trionfo, a Parigi; negli ultimi due giorni si aggiungono quattrocento persone all’elenco degli arresti e altri centotrenta – raccolti sui marciapiedi di Francia – a quello dei feriti.

 

macron alle antille con maschioni 1 macron alle antille con maschioni 1

È la scena che si vede dalle vetrate di casa Macron: agenti in tenuta antisommossa sono dappertutto per fermare sul nascere ogni manifestazione contro il rincaro dei carburanti; i disordini degli Champs Elysees dilagano fino alle periferie. E non finisce. Quel che succede, lì – la scomparsa del ceto medio, proletarizzato – c’è anche in Italia.

 

Le famiglie monoreddito impossibilitate a cavarsela oltre la terza settimana del mese sono perfino di più che in Francia. E i poveri, qui – la maggior parte padri di famiglia, che comunque non incendiano auto, non frantumano le vetrine e non si fanno spaccare le teste – sono in gran numero rispetto a lì.

 

luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni tria luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni tria

E non succede il Quarantotto, qui, perché gli ultimi – quelli della nostra periferia, la grande provincia italiana – hanno trovato un esito politico. I cinque milioni di poveri stanno aspettando – magari saranno traditi, delusi – ma una forma, intanto, un qualcosa che diventi per loro una voce, un argomento e un progetto, in Italia c’è. Il 4 marzo scorso, invece di astenersi, qui – i precari, i disoccupati e gli esodati – hanno avuto qualcuno da votare alle politiche, e le hanno pure vinte le elezioni.

 

Ha perso la sinistra dell’élite in Italia e, il centrodestra, non ha vinto una beata mentula. Basti pensare – ed è fondamentale ricordarlo, prima di vagheggiare ribaltoni – al voto del Sud. L’intero Mezzogiorno, per la prima volta nella storia repubblicana, s’è sottratto alle clientele e ai padrinati politici.

SALVINI CON IL PUPAZZO DI DI MAIO SALVINI CON IL PUPAZZO DI DI MAIO

 

E’ successo che le masse un tempo destinate ai granai elettorali del sistema, invece che incazzarsi a vuoto, si sono levate in una geometrica controffensiva di mobilitazione. Senza odio, senza violenza e senza strumentalizzazione. Senza destra, dunque, e senza sinistra manco a dirlo. A differenza che in Francia, infatti, l’Italia non offre pretesti.

 

La presenza di Marine Le Pen, per quanto sia prima nei sondaggi, assicura l’eternità allo status quo che potrà sempre contare sull’unità anti-fascista contro l’ex Front National, mentre in Italia, con il M5S – e con la Lega che non ha radice nelle ideologie – la favola bieca del radicalismo di destra fa cilecca. Neppure buona è per far vendere a La Repubblica due copie in più.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

VENETO DI PASSIONE PER SALVINI – IL “CAPITONE” PROVA AD ALZARE LA CRESTA E USCIRE DALL’ANGOLO: “CHIEDEREMO IL VENETO E IL TERZO MANDATO PER ZAIA”. MA SA BENE CHE IL DESTINO DELLA REGIONE, VERO FORTINO E CASSAFORTE DEL CARROCCIO, È SEGNATO: GIORGIA MELONI VUOLE METTERE LE MANI SUL NORD-EST. E COME DARLE TORTO? FORZA ITALIA CON L'8% GOVERNA PIEMONTE, SICILIA, BASILICATA E CALABRIA. LA LEGA, CON UNA PERCENTUALE SIMILE, HA IN MANO VENETO, LOMBARDIA E FRIULI. PERCHE' LEI, CHE GUIDA IL PARTITO DI MAGGIORANZA RELATIVA, DOVREBBE ACCONTENTARSI DI LAZIO, ABRUZZO E MARCHE? - LO PSICODRAMMA NEL CARROCCIO È INIZIATO DOPO CHE IL MITE LUCA ZAIA È USCITO ALLO SCOPERTO (“SE PERDIAMO QUI VA TUTTO A ROTOLI”). A VENEZIA SI PREPARA LA SCISSIONE, CON UNA “LISTA ZAIA”...

DAGOREPORT! MONTANELLI E FALLACI SCANSATEVE! AI GIORNALISTI DEL “CORRIERE DELLA SERA” SI INSEGNA A SCRIVERE IN MODO “INCLUSIVO” CON UN CORSO ON-LINE - L’ULTIMA FOLLIA DEL POLITICAMENTE CORRETTO APPLICATA ALL’EDITORIA SERVIRA’ PER APPRENDERE UN “USO NON SESSISTA DELLA LINGUA ITALIANA” E PER “EVITARE L’USO DEL MASCHILE SOVRAESTESO”: IN PRATICA, IL MATTINALE DEI CARABINIERI RISULTERÀ IN FUTURO MOLTO PIÙ ACCATTIVANTE DEI TITOLI INCLUSIVI - SUL LAVORO BISOGNA EVITARE LE MICRO-AGGRESSIONI, TIPO L’UOMO CHE SIEDE A GAMBE SPALANCATE (LA DONNA MAI?) - PER NON FARSI MANCARE NULLA ARRIVANO LE INDICAZIONI SU COME CHIAMARE I NERI E I TRANS -INSOMMA, CONTINUANDO CON QUESTA FINTA E IPOCRITA “ECOLOGIA DEL LINGUAGGIO” POI NON LAMENTATEVI SE TRIONFA TRUMP!