DAL CAF ALL’ABC - C’ERANO UNA VOLTA IL TRIO CAF, CRAXI-ANDREOTTI- FORLANI. OGGI IL PORTABORSE DEL VECCHIO ARNALDO, PIERFURBY CASINI, TENTA LA RIEDIZIONE CON ALFANO E BERSANI (ABC) - LO SCOPO? TENERE GOLDMONTI SALDO SULLA SUA POLTRONA PER POTER CONSERVARE LA LORO. E MAGARI CONQUISTARNE ALTRE: LA PREMIERSHIP PER ANGELINO JOLIE, IL CONTROLLO DEL PARTITO (CHE VUOLE FARLO FUORI) PER CULATELLO E L’AMATO COLLE PER IL CALTAGENERO…

Condividi questo articolo


Da "Il Foglio"

PIER FERDINANDO CASINIPIER FERDINANDO CASINI

A volte ritornano. Ricordate il Caf? Sì proprio lui, il patto Craxi-Andreotti-Forlani che doveva consentire ai leader del Psi e della Dc di spartirsi il potere e di continuare a governare? Ebbene, a quanto pare Pier Ferdinando Casini (che non per niente era uno dei luogotenenti dell'allora segretario democristiano Arnaldo Forlani) vuole tentarne una riedizione aggiornata al 2011.

Ha già coniato l'acronimo adatto: Abc. Ossia Alfano, Bersani e, per l'appunto, Casini stesso. Ufficialmente i tre leader di Pdl Pd e Udc dovrebbero siglare un'intesa per consentire a Monti e alla legislatura di andare avanti e per assicurare che anche dopo le prossime elezioni politiche vi sarà quel clima di collaborazione che consentirà di traghettare definitivamente l'Italia fuori dalla crisi.

PIERLUIGI BERSANIPIERLUIGI BERSANI

Ma in realtà l'intento è anche un altro. Cioè quello di permettere agli attuali leader di conservare la poltrona. E, se è possibile, di conquistarsene anche un'altra. Prendiamo Angelino Alfano, per esempio. Il Pdl è in subbuglio e sono previste nuove fuoriuscite e polemiche. Quasi metà partito non riconosce la leadership al segretario. Il quale, per sovrappiù, sente anche l'alito di Silvio Berlusconi sul collo. Insomma, per farla breve Alfano non è messo benissimo. Per lui la proposta di Casini rappresenta una lodevole via d'uscita che potrebbe consentirgli un futuro politico più della candidatura a premier del centrodestra prospettatagli ancora l'altro ieri dal Cavaliere.

ANGELINO ALFANOANGELINO ALFANO

C'è poi Bersani. Il segretario del Partito democratico sa bene che nel Pd si sta già parlando di come farlo fuori al prossimo congresso o prima. C'è Walter Veltroni che sta riconquistando consensi dentro e fuori il partito. C'è il vicesegretario Enrico Letta che aspira al suo posto. E c'è un Pd perennemente diviso in riformisti e massimalisti, manco fosse un Partito socialista d'altri tempi. Il patto offertogli da Casini consentirebbe a Bersani di mantenere la leadership del partito.

MONTIMONTI

E veniamo all'autore della proposta. E' quello che ci guadagnerebbe di più. Perché con un partito che raccoglie meno della metà dei consensi di Pd e Pdl riuscirebbe a ottenere la poltronissima. Quella che più gli interessa, giacché l'idea di andare a Palazzo Chigi non lusinga affatto il leader dell'Udc che, non essendo un fesso, ha ben capito quanto sia difficile governare in Italia. Per lui, quindi, ci sarebbe in palio il Colle, potrebbe essere infatti il punto di equilibrio tra Pd e Pdl.

CAF - Craxi con Andreotti e Forlani - (Copyright Umberto Cicconi) dal RiformistaCAF - Craxi con Andreotti e Forlani - (Copyright Umberto Cicconi) dal Riformista

Certo a quella poltrona aspirano in molti e non sarà facile per Casini ottenerla. La vuole Romano Prodi, nonostante le vibranti smentite. La sogna Giuliano Amato. La punta Massimo D'Alema. Insomma, la platea dei concorrenti non è ridottissima. E soprattutto è composta da avversari agguerriti e determinati. Ma Casini non dispera e continua a puntare le sue carte sul patto Abc. Però un ricordo, ogni tanto lo assale, il ricordo di come andò a finire il Caf. Malissimo. E andò a finire in quel modo proprio per la lotta che si era aperta dentro quell'alleanza per la conquista del Quirinale.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

VENETO DI PASSIONE PER SALVINI – IL “CAPITONE” PROVA AD ALZARE LA CRESTA E USCIRE DALL’ANGOLO: “CHIEDEREMO IL VENETO E IL TERZO MANDATO PER ZAIA”. MA SA BENE CHE IL DESTINO DELLA REGIONE, VERO FORTINO E CASSAFORTE DEL CARROCCIO, È SEGNATO: GIORGIA MELONI VUOLE METTERE LE MANI SUL NORD-EST. E COME DARLE TORTO? FORZA ITALIA CON L'8% GOVERNA PIEMONTE, SICILIA, BASILICATA E CALABRIA. LA LEGA, CON UNA PERCENTUALE SIMILE, HA IN MANO VENETO, LOMBARDIA E FRIULI. PERCHE' LEI, CHE GUIDA IL PARTITO DI MAGGIORANZA RELATIVA, DOVREBBE ACCONTENTARSI DI LAZIO, ABRUZZO E MARCHE? - LO PSICODRAMMA NEL CARROCCIO È INIZIATO DOPO CHE IL MITE LUCA ZAIA È USCITO ALLO SCOPERTO (“SE PERDIAMO QUI VA TUTTO A ROTOLI”). A VENEZIA SI PREPARA LA SCISSIONE, CON UNA “LISTA ZAIA”...

DAGOREPORT! MONTANELLI E FALLACI SCANSATEVE! AI GIORNALISTI DEL “CORRIERE DELLA SERA” SI INSEGNA A SCRIVERE IN MODO “INCLUSIVO” CON UN CORSO ON-LINE - L’ULTIMA FOLLIA DEL POLITICAMENTE CORRETTO APPLICATA ALL’EDITORIA SERVIRA’ PER APPRENDERE UN “USO NON SESSISTA DELLA LINGUA ITALIANA” E PER “EVITARE L’USO DEL MASCHILE SOVRAESTESO”: IN PRATICA, IL MATTINALE DEI CARABINIERI RISULTERÀ IN FUTURO MOLTO PIÙ ACCATTIVANTE DEI TITOLI INCLUSIVI - SUL LAVORO BISOGNA EVITARE LE MICRO-AGGRESSIONI, TIPO L’UOMO CHE SIEDE A GAMBE SPALANCATE (LA DONNA MAI?) - PER NON FARSI MANCARE NULLA ARRIVANO LE INDICAZIONI SU COME CHIAMARE I NERI E I TRANS -INSOMMA, CONTINUANDO CON QUESTA FINTA E IPOCRITA “ECOLOGIA DEL LINGUAGGIO” POI NON LAMENTATEVI SE TRIONFA TRUMP!