Estratto dell’articolo di Paolo Bracalini per “il Giornale”
Il ruolo di unificatore delle sinistre (ma è disponibile anche a candidarsi come premier del centrosinistra, «se Draghi non può») poco si addice al carattere di Carlo Calenda. Al di là del curriculum non esattamente proletario, ex manager della Ferrari, quindi pupillo di Luca Cordero di Montezemolo in Confindustria, più che altro Calenda è noto per aver litigato praticamente con tutti nel centrosinistra. […]
[…] Calenda […] con i partiti che lui chiama simpaticamente «frattaglie di sinistra», ovvero gli ex comunisti Fratoianni (Sinistra Italiana) o i Verdi, non c'è praticamente niente in comune a parte la disistima reciproca […]
«Se nella coalizione ci sono anche persone come Nicola Fratoianni o come Angelo Bonelli, che hanno marciato contro il rigassificatore di Piombino, di che parliamo?». Anche sul nucleare vanno in direzioni opposte. Per Calenda va rilanciato, per i Verdi ancora fermi all'incidente di Chernobyl è una «tecnologia fallimentare».
Per Sinistra italiana il leader di Azione è una quinta colonna del capitalismo nemico delle masse lavoratrici. Quando Calenda sbuffò per l'ennesima accusa di essere un radical chic («persino Marx ed Engels erano più benestanti di me» ma nessuno ha mai fatto notare che «non potevano fare i comunisti»), Fratoianni gli precisò che «la contestazione che gli viene mossa non è quella di essere ricco (chi se ne importa, basta che paghi le tasse) ma quella di rappresentare e difendere gli interessi dei più ricchi». […]
[…] Calenda si è azzuffato con tutta la sua probabile coalizione elettorale. Altri alleati come Speranza? «Non ha mai gestito niente, non sa assolutamente nulla della sanità […] Non è serio» […] Infatti nel partito di Letta molti lo detestano, tutta l'area di sinistra e poi quella che ha lavorato per l'asse con Conte, in testa Goffredo Bettini e l'ex segretario Nicola Zingaretti […] Calenda coltiva rapporti di disprezzo con una vasta area del Pd. Il governatore pugliese Emiliano? «Uno che fa dodici ricorsi per l'Ilva e li perde tutti è una sega come politico e una schiappa come magistrato».
L'ex ministro Francesco Boccia? «Totalmente inetto, una persona non capace». Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri (contro cui si era candidato)? «Con l'arrivo dei turisti la città è diventata uno schifo oltre ogni immaginazione. Pessimo inizio». Anche con Andrea Orlando, ora ministro, ha litigato su Twitter, l'arena preferita da Calenda. «Il fronte repubblicano va bene ai Parioli», scrive Orlando. «Sono fatti così: mai un contenuto o un'osservazione di merito. La questione è sempre sono più dèsinistra di te.
#facciamocidelmale», replica Carlo Calenda.
Vabbè, andrà d'accordo con Renzi almeno. Macché. I due si sono punzecchiati spesso.
«Di Renzi non me frega niente, è uno che dice A e fa B, dice che non sta con i 5s e poi si è alleato con loro in 23 Comuni. Faccia quello che gli pare, vada in Arabia Saudita, faccia il centro con Toti, Brugnaro, suo zio, suo cugino e suo papà. Noi facciamo un lavoro diverso». E non parliamo del suo giudizio sugli ex grillini, come Di Maio […] «Di Maio in un paese normale andrebbe preso a pernacchi. Letta gli va dietro. Sala voleva metterlo in galera, ora dice che non è male. […]» […].