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1 - LA DIVERGENZA CALENDA-RENZI NEL DIALOGO CON IL GOVERNO
Massimo Franco per il “Corriere della Sera”
Il cosiddetto Terzo polo si sta dividendo tra una filiera che sostiene la premier Giorgia Meloni e un'altra solidale con Silvio Berlusconi. Per ora, la contraddizione non produce effetti destabilizzanti. Ma potrebbe nel futuro prossimo diventare elemento di tensione, se non motivo di rottura: per l'opposizione «responsabile», più che per la maggioranza del governo di destra. Ieri Matteo Renzi, dopo avere speso complimenti, ricambiato, per il fondatore di FI, ha scagliato il sasso contro Palazzo Chigi.
«Berlusconi lo puoi amare, lo puoi odiare, ma sai chi è. Anche per questo trovo ingenerosi i fischi che la piazza di Meloni gli ha riservato»: riferimento ai mormorii contro il Cavaliere alla manifestazione romana di domenica scorsa per i dieci anni di Fratelli d'Italia, partito della premier. «Senza FI», ha aggiunto Renzi, «Meloni va a casa. E chi fischia Berlusconi dovrebbe ricordarsi che gli deve tutto». È una sintonia che va oltre simpatia e stima reciproche. Si salda anche sulla giustizia con la comune ammirazione per il Guardasigilli, Carlo Nordio, deciso a contrastare la magistratura «politicizzata».
CARLO CALENDA MATTEO RENZI ETTORE ROSATO
L'aspetto singolare di questa convergenza, non tanto di caratteri quanto di interessi, è che diverge in modo vistoso da quella simmetrica e opposta tra il leader di Azione e Meloni. A fine novembre, Calenda è riemerso da un colloquio a Palazzo Chigi con parole a dir poco positive per la leader della destra, definita tra l'altro «molto preparata». Ma soprattutto, nell'occasione ha sostenuto che Berlusconi, «invece di sabotare Meloni» doveva «contribuire a fare la manovra».
I suoi giudizi sono stati considerati inusuali, per una forza d'opposizione: tanto che ha dovuto smentire di essere «una stampella» del governo; e assicurare che né gli era stato chiesto, né avrebbe accettato un ruolo simile.
CARLO CALENDA MATTEO RENZI BY DE MARCO
Ma il tema, a circa un mese di distanza, è diventato un altro: e cioè dove possa portare lo strabismo politico di un Terzo polo che mostra di avere e gridare idee con la doppia voce di Calenda e Renzi; e in parallelo si divide tra l'«opposizione responsabile» a Meloni e a Berlusconi: due alleati tra i quali non corre buon sangue.
A essere benevoli si può pensare a un astuto gioco delle parti per dividere i partiti dell'esecutivo e trarne tutti i possibili vantaggi. Una punta di malizia, invece, induce a sospettare a una competizione strisciante nel Terzo polo, alla quale è stata messa la sordina fino alle elezioni del 25 settembre; con Calenda leader, portavoce e stratega, e Renzi defilato, anche perché a corto di voti da far pesare. Ma adesso si è già aperta una fase nuova, che lascia intuire motivi di contrasto e protagonismi latenti: una dinamica destinata ad accelerarsi dopo il voto regionale di febbraio.
2 - RENZI LUSINGA BERLUSCONI: «HA SETTE VITE, FREGA TUTTI»
Francesco Boezi per “il Giornale”
Matteo Renzi ha parlato di nuovo del presidente Silvio Berlusconi, questa volta a Tagadà, su La7. Uno degli argomenti affrontati dal leader d'Italia viva, in relazione al rapporto politico con il fondatore della coalizione di centrodestra, è il cosiddetto Fondo salva-Stati: «Sul Mes io e Berlusconi la pensiamo alla stessa maniera.
È la Meloni che non la pensa come noi», ha detto. Il discorso è poi stato allargato: «Per alcuni aspetti è vero. Noi siamo ai bordi del campo su due campi di gioco diversi, loro ala centrista del centrodestra, io dell'area di centrosinistra. Certo è che su alcuni temi con Berlusconi la pensiamo allo stesso modo. Sul Mes - ha ripetuto - . La differenza è che Berlusconi vota la fiducia, io corro in Senato a votare contro».
Sul fatto che il Terzo polo e in particolare i renziani abbiano l'intenzione di sostituirsi a Forza Italia, se non addirittura quella di «inglobare» gli azzurri, come ventila certa stampa, l'ex presidente del Consiglio è stato esplicito: «Forza Italia è di Berlusconi, questo vale fino alla fine di Berlusconi, che ha sette vite, li frega tutti», ha notato.
Poi la disamina sullo stato di salute del governo in carica, con una sottolineatura sulla essenzialità della presenza della formazione politica guidata dal Cav in maggioranza: «Almomento il governo Meloni è molto solido. Penso che ce la farà ad andare avanti nel 2023. Certo mi dispiace vedere quelli di FdI che fischiano Berlusconi, perché se Berlusconi vuole il governo Meloni va a casa».
In altre circostanze, l'esponente del Terzo polo aveva pronosticato come periodo clou, per comprendere quanto sarebbe durato il governo attuale, quello delle prossime elezioni europee. Uno dei giochi di sponda, per così dire, tra Fi e Iv è stato quello su Italia Sicura al Senato, pochi giorni fa. Ma sul provvedimento, a dire il vero, è convenuta l'intera maggioranza di centrodestra, dimostrando compattezza. Il Tp resta all'opposizione dell'esecutivo guidato dalla Meloni.