CALENDA: "HO SBAGLIATO RENZI NON È UN MOSTRO"
Estratto dell'articolo di Carlo Bertini per “La Stampa”
MALEDETTO IL GIORNO CHE T'HO INCONTRATO - RENZI E CALENDA BY MACONDO
Carlo Calenda ha fiutato l'aria: da giorni Matteo Renzi ha assunto su di sé il ruolo di «federatore». E si sta muovendo sottotraccia a tutto campo, annodando i fili di un neo terzo Polo (allargato a +Europa, ai liberaldemocratici, ai cattolici-popolari usciti dal Pd) che possa superare il famigerato traguardo del 4 per cento alle europee. Sperando che pure il suo ex alleato si ricreda e torni sui suoi passi. «Accordo, accordo, accordo», ha ripetuto ai suoi ieri che gli chiedevano cosa tentare con Azione.
Ma Calenda (per ora) non fa marcia indietro – «col partito unico abbiamo già dato» – anche se tende una mano sul piano personale: «Renzi non è un mostro, ho sbagliato a usare toni troppo forti in quel post», si cosparge il capo di cenere, una settimana dopo aver ricoperto di strali il suo ex sodale. Parole che fanno drizzare le antenne a tutti i centristi, che nutrono la speranza di un ritorno alla ragione dei due litiganti, anche perché il giudizio dei sondaggi è impietoso e tutti temono per il futuro.
LA GUERRA DEI SOLDATINI DI CARTA - VIGNETTA BY MACONDO
Incassata subito dopo la diaspora una "carezza" confortante da Swg – che dava Azione oltre il 5 per cento, il doppio di Italia Viva – è arrivato l'impatto con la realtà: l'ultimo sondaggio di YouTrend attribuisce circa il tre e mezzo per cento ad Azione e il due e rotti a Renzi. Vorrebbe dire che nessuno di loro avrebbe un suo rappresentante in Europa tra un anno. Calenda lo sa e Renzi pure.
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Renzi da giorni tesse una rete di contatti per allargare il campo centrista a quante più sigle possibili. Nel progetto di una federazione alternativa ai poli, vorrebbe far convergere +Europa e ne ha parlato con Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova, disponibili a discuterne; l'ex capogruppo dem Andrea Marcucci non è entrato in Iv dopo l'uscita dal Pd, ma ha aderito ai liberal-democratici europei di Gozi per dare un altro piccolo simbolo al campo largo dei centristi. A rendere l'idea della caccia in corso è anche il corteggiamento dei Moderati piemontesi di Giacomo Portas e dell'area dei socialisti. «E c'è il mondo di ex Dc come Marco Follini, Giorgio Merlo e Beppe Fioroni che spingono per fare una federazione insieme», racconta uno sherpa di Renzi. Il quale da Firenze ha riaperto le porte.
A Calenda che dice «ora il punto è capire come ricostruire un lavoro fatto durante la campagna elettorale, abbiamo preso due milioni e mezzo di voti, un lavoro gigantesco mandato in frantumi», il leader di Iv ha replicato usando le stesse parole: «Io non mi attacco alle questioni personali, spero che si possa fare quello che abbiamo deciso sei mesi fa prendendo 2,5 milioni di voti degli italiani». Dopo quest'uscita pubblica, ha spronato i suoi parlamentari in privato: «Andiamo avanti e speriamo di essere il più possibile».