CALENDA DA TREGENDA: “INEVITABILE SUPERARE IL PD: SE NON ACCADRA’ ENTRO L’INVERNO LASCIO LA POLITICA” – L’EX MINISTRO A “VANITY”: “NEL PD MI SENTO DETESTATO. NON MI HANNO MAI COINVOLTO IN NIENTE, MI HANNO PRESO IN GIRO PER AVER CERCATO DI ORGANIZZARE UNA CENA…" - RENZI? A VOLTE E’ UN PO’ PUERILE – DI MAIO? LO IRRISERO DICENDO CHE UNO CHE VENDEVA BIBITE NON POTESSE PRESENTARSI COME PREMIER. UNA FOLLIA”

-

Condividi questo articolo


Anticipazione stampa da Vanity Fair

 

carlo calenda (2) carlo calenda (2)

Superare il Pd «sarà inevitabile. Io propongo di andare alle Europee con una grande lista – che si chiami Fronte popolare o Fronte progressista importa poco – che il Pd contribuisca a fondare. La mia scommessa non è candidarmi alla segreteria del Pd, ma dare un contributo affinché che il superamento del Pd sia fatto in modo intelligente. Se non accadrà entro l’inverno mi ritirerò dalla vita politica».

 

Carlo Calenda affida il suo aut aut a Vanity Fair, che pubblica l’intervista all’ex ministro alla vigilia dell’uscita del suo nuovo libro per Feltrinelli, Orizzonti selvaggi. La sinistra italiana, dice, rischia di estinguersi se non sa dare un’identità nuova «a una comunità che si disse orgogliosamente comunista fino alla caduta dell’ultima pietra del Muro di Berlino e liberista dal minuto successivo, senza nessuna elaborazione culturale».

 

CARLO CALENDA CARLO CALENDA

Duro il giudizio sui compagni di partito, da Renzi («A volte è un po’ puerile») all’ostilità che gli è riservata dentro il Pd: «Mi sento detestato. Non mi hanno mai coinvolto in niente, mi hanno preso in giro per aver cercato di organizzare una cena... Ma lei lo sa cos’è il partito a Roma? È un posto in cui non ti avvertono delle riunioni pensando di farti un dispetto. Un luogo in cui personalismi, odi e rancori la fanno da padroni. Un posto in cui persone che hanno promosso un referendum costituzionale, pur tragicamente sconfitto, ora non riescono a sedersi insieme in una stanza. Capisce la follia delirante, la presunzione, l’arroganza? Mentre le onde della modernità ci vengono addosso, i circoli romani sono dominati dall’appassionante dibattito tra renziani e antirenziani. È una guerra per bande che deve finire».

 

Altrettanto severa, nell’intervista a Vanity Fair, l’opinione di Calenda sulle risposte che il Pd ha dato ai nuovi protagonisti della politica italiana. Luigi Di Maio: «Lo irrisero sostenendo che uno che vendeva bibite allo Stadio non potesse presentarsi come capo del governo. Una follia. La politica non è un colloquio di lavoro, ma vive da sempre sull’identificazione: una delle cose più potenti che esistano. Alla gente non importa niente se Di Maio sia bravo o meno, ma che sulla sedia ci sia uno di loro».

carlo calenda (1) carlo calenda (1)

 

E Matteo Salvini: «Quando Salvini va in piazza e dice “vi capisco quando mi dite che vi fa paura avere 30 nigeriani in giro per il vostro paesino”, la reazione non può essere “voi siete razzisti”. Se la risposta della sinistra è questa, la sinistra è morta. Salvini è il sintomo, non la causa. I razzisti esistono in tutte le società e al limite la responsabilità di Salvini è quella di sdoganarli».

 

Calenda si definisce passionale («Vedo le cose bianche o nere e quando esprimo un’opinione tendo a essere arrogante, però credo fermamente nella passione») e nemico del cinismo («Un certo cinismo, quello degli intellettuali che con disincanto dicono “tanto la politica è immutabile”, non mi appartiene. È lo stesso snobismo che spingeva Gianni Agnelli ad affermare che l’amore fosse una cosa per cameriere. Una frase detestabile»), e nell’intervista a Vanity Fair si racconta anche nel privato.

 

Di quando a 16 anni divenne padre di sua figlia Tay proprio nello stesso periodo cui venne bocciato in prima Liceo: «Ho smesso all’improvviso di indossare i panni dell’insopportabile anarchico scapestrato indisposto a seguire le regole e superata la paura ho provato a diventare uomo». Di sua madre Cristina Comencini: «Con lei ho un rapporto forte e conflittuale, perché gli artisti sono insopportabili ed egotici almeno quanto i politici».

calenda renzi calenda renzi

 

Del nonno Luigi, che lo fece esordire nel Cuore tratto da De Amicis a 11 anni: «Era molto forte e tenero, lottò per più di tre decenni contro il Parkinson». E di sua moglie, recentemente alle prese con una grave malattia: «Ho deciso insieme a lei di rendere pubblico il suo male perché avevo preso l’impegno pubblico di presentare il Fronte in giro per l’Italia. Non ci potevo andare, ma mia moglie, la persona più coraggiosa che conosca, mi ha detto: “Perché inventarci delle scuse, la malattia non è una colpa”. Non abbiamo scelto di nascondere le cose, ma neanche metterci su un Truman Show. La lotta riguarda noi e basta».

calenda vignetta calenda vignetta tweet sull'invito a cena di calenda tweet sull'invito a cena di calenda tweet sull'invito a cena di calenda tweet sull'invito a cena di calenda tweet invito a cena di calenda tweet invito a cena di calenda carlo calenda con la moglie viola carlo calenda con la moglie viola CARLO CALENDA EMMA BONINO CARLO CALENDA EMMA BONINO calenda calenda calenda alla manifestazione pd piazza del popolo calenda alla manifestazione pd piazza del popolo

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

AL QUIRINALE HANNO LE PALLE PIENE DI MALUMORE PER LE SPARATE ANTI-GIUDICI DEL GOVERNO DUCIONI: "NEANCHE AI TEMPI DI BERLUSCONI..." - SERGIO MATTARELLA, CHE È IL CAPO DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, È IRRITATO PER IL CLIMA DI DELEGITTIMAZIONE COSTANTE DELLE TOGHE DA PARTE DELLA MELONI E DEI SALVINI – L’AMMISSIONE PRESIDENZIALE (“PIÙ VOLTE HO PROMULGATO LEGGI CHE RITENEVO SBAGLIATE E INOPPORTUNE”) SPIEGA BENE IL CLIMA DI INSOFFERENZA VISSUTO AL COLLE - DI SCAZZO IN SCAZZO, MATTARELLA, DEPOSTA LA MASCHERA DA "MUMMIA SICULA", POTREBBE RISPONDERE IL 31 DICEMBRE, SCODELLANDO UN DURISSIMO DISCORSO DI FINE ANNO IN MODALITA' COSSIGA: UNA PICCONATA DOPO L'ALTRA…

DAGOREPORT - L’INIZIATIVA DI OLAF SCHOLZ DI CHIAMARE PUTIN PER TROVARE UNA SOLUZIONE ALLA GUERRA, CON CONSEGUENTE INCAZZATURA DI ZELENSKY, HA UN COMPLICE: LA POLONIA DI TUSK – LA MOSSA È INNESCATA NON SOLO DALLA CRISI ECONOMICA TEDESCA MA ANCHE DAL TRIONFO DI TRUMP - CON URSULA VON DER LEYEN DEBOLISSIMA, I LEADER DI GERMANIA E POLONIA HANNO CAPITO CHE NON POSSONO LASCIARE L’INIZIATIVA DI UNA TRATTATIVA DI PACE CON PUTIN AL TRUMPONE E ALLA SUA POLITICA ISOLAZIONISTICA CHE DELL’EUROPA SE NE FOTTE...

I PRIMI 90 ANNI DI CARLO DE BENEDETTI INIZIANO ALL’HOTEL PALAZZO PARIGI DI MILANO ALLE 19.30 CON UN APERITIVO E TERMINANO CON UN BRINDISI ALLE 22.30 - 100 ATTOVAGLIATI TRA CUI IL NEO 90ENNE IL PATRON EMERITO DEL POTERE BANCARIO, “ABRAMO’’ BAZOLI, ZANDA E GENTILONI (UNICI POLITICI), EZIO MAURO E GAD LERNER – DA RCS: CAIRO, DE BORTOLI, ALDO GRASSO E LILLI GRUBER (CHE HA SCODELLATO IERI SERA SU LA7 UNA PUNTATA REGISTRATA) - MOLTI HANNO NOTATO L’ASSENZA DELLA MOGLIE DI MARCO, PAOLA FERRARI, DA SEMPRE AVVERSARIA DEL SUOCERO: “E’ IL NONNO DEI MIEI FIGLI MA MI DISSOCIO DALLE PAROLE DISGUSTOSE DETTE SU GIORGIA MELONI” – E CARLETTO NON SOLO NON L’HA INVITATA MA AVREBBE SOTTOLINEATO AL FIGLIO MARCO CHE LA PRESENZA DELLA MOGLIE PAOLA NON ERA PER NULLA GRADITA….