CAMBIANDO L’ORDINE DEI PRESIDENTI, L’ARGENTINA NON CAMBIA - ALBERTO FERNÁNDEZ VINCE LE ELEZIONI, SCONFITTO MACRI GRAZIE AI VOTI “POPULISTI” DELL'EX PRESIDENTA CRISTINA KIRCHNER - IL PAESE RITORNA PERONISTA MA È AL COLLASSO: TASSO DI POVERTÀ DEL 35%, INDEBITATO COME MAI PRIMA, UNA VALUTA DEBOLE - IL SUCCESSO DI FERNANDEZ E L’OPERAZIONE SIMPATIA GRAZIE AL FIGLIO ESTANISLAO, DRAG QUEEN DISINTERESSATA ALLA POLITICA, E AL SUO CANE CHE HA 76 MILA FAN SU INSTAGRAM…

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Alessandra Coppola per il “Corriere della sera”

 

CRISTINA KIRCHNER ALBERTO FERNANDEZ CRISTINA KIRCHNER ALBERTO FERNANDEZ

L'Argentina torna peronista. E anche un po' «perronista», scherzano, se è vero che il «perro», il cane Dylan, ha avuto un ruolo nello svecchiare un politico di lungo corso, che rischiava di virare al grigio, come Alberto Fernández: il nuovo presidente. I sondaggi a «boca de urna», come dicono qui, gli exit poll, non sono del tutto affidabili, ma assegnano al «Frente de todos» un margine così ampio (oltre il 50 per cento e 15 punti di distacco) dal leader liberista uscente Mauricio Macri che al quartier generale era un tripudio di pacche sulle spalle già prima della chiusura dei seggi.

 

CRISTINA KIRCHNER ALBERTO FERNANDEZ CRISTINA KIRCHNER ALBERTO FERNANDEZ

Non è una svolta epocale, l' Argentina in democrazia è stata quasi sempre di Perón e dei suoi eredi, in ogni declinazione possibile. Macri addirittura ha il record di presidente non peronista arrivato alla fine di un mandato. Ma c'è riuscito per un soffio, perché il Paese ribolle, stravolto da un tasso di povertà del 35 per cento, indebitato come mai prima, debole nella sua valuta, il peso, in maniera assai preoccupante.

 

CRISTINA KIRCHNER ALBERTO FERNANDEZ CRISTINA KIRCHNER ALBERTO FERNANDEZ

Fernández in carica entra ufficialmente il 10 dicembre, ma da subito dovrà attivare i suoi tecnici (si parla di tre saggi) per contenere la fuga verso il dollaro e l' erosione delle riserve. «Dall' 83 a oggi (dalla fine dell' ultima dittatura, ndr ) si dice che il mercato dei cambi sia una delle istituzioni del Paese - spiega al Corriere lo studioso Ariel Wilkis, autore di «El dólar. Historia di una moneda argentina» - il successo di un presidente viene valutato, anche nella cultura popolare, dalla sua capacità di mantenere il controllo sul dollaro». Fernández potrebbe lasciare tutto sulle spalle di Macri fino a Natale, «ma l'iperinflazione è dietro l'angolo e la situazione troppo delicata».

mauricio macri mauricio macri

 

Dunque è prevedibile un intervento immediato su tre fronti: rinegoziare con il Fondo monetario il debito monstre di 57 miliardi di dollari; costruire un patto sociale per contenere i prezzi e difendere i salari; controllare il mercato delle valute, introducendo nuovi limiti.

 

Per riuscire, il nuovo líder dovrà anche tenere a bada la spinta populista della sua vice, l'ex «presidenta» Cristina Kirchner, che gli ha portato in dote una quota abbondante ma scomoda di voti, pesanti in particolare al Congresso. L'abilità di Fernández è proprio quella di tenere assieme: «Todos» è la parola chiave del suo Frente e nel 2020 questa capacità di far sedere tutti al tavolo, dai sindacati alle imprese, potrebbe garantirgli almeno qualche mese di calma.

 

ALBERTO FERNANDEZ CON IL FIGLIO ESTANISLAO DRAG QUEEN ALBERTO FERNANDEZ CON IL FIGLIO ESTANISLAO DRAG QUEEN

Del resto, ha attraversato molte diverse stagioni. È stato capo del governo del defunto presidente Néstor Kirchner, nel solco del peronismo più tradizionale. (E la coincidenza della data di morte del suo mentore - 27 ottobre 2010 - con le elezioni di ieri lo commuove profondamente. «Il mio primo pensiero è per lui. Fai quello che devi, io sarò con te: questo mi avrebbe detto»).

 

Ha resistito poco con Cristina alla Casa Rosada, è vero, ma ha evitato di sbattere la porta e ha saputo riappacificarsi. L'effetto avrebbe potuto essere noioso, non è uomo di carisma ma di conciliazione, «un incantatore di serpenti» lo definisce Damian Nabot, giornalista politico de La Nación, «dovrà usare il suo talento per parlare a una coalizione con molte teste diverse». L'uso vivace dei social, la fidanzata Fabiola, conduttrice tv, il collie da 76 mila fan su Instagram, e persino il figlio Estanislao, drag queen disinteressata alla politica, alla fine hanno contribuito a spolverarlo e farlo tornare in auge.

ALBERTO FERNANDEZ CON IL SUO CANE DYLAN ALBERTO FERNANDEZ CON IL SUO CANE DYLAN

 

Se non è epocale per l'Argentina, è certamente decisivo nel Continente, in una stagione di battaglie di strada. Fernández è schierato con le associazioni per i diritti umani, si è espresso per la depenalizzazione dell' aborto (tema cruciale oggi in America Latina), cerca un compromesso alla crisi venezuelana, sostiene l' ex presidente brasiliano Lula «ingiustamente detenuto», certamente offrirà una sponda alle contestazioni in Cile e in generale ai movimenti anti-liberisti che attraversano la regione. Oltre le Ande e il Rio de la Plata, è un segnale pure per l'America del Nord.

 

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