LA CAMERA HA FIDUCIA IN DRAGHI, MA I GRILLINI NON CE L’HANNO IN CONTE – A MONTECITORIO IL DL AIUTI HA AVUTO 410 VOTI FAVOREVOLI E SOLO 49 CONTRARI, MA 28 DEPUTATI DEL MOVIMENTO 5 STELLE NON SI SONO PRESENTATI – 13 ONOREVOLI ERANO IN MISSIONE, 15 ERANO ASSENTI “INGIUSTIFICATI”: VOLEVANO FORSE MANDARE UN MESSAGGIO A PEPPINIELLO APPULO?

-

Condividi questo articolo


Da www.liberoquotidiano.it

 

FIDUCIA SUL DL AIUTI FIDUCIA SUL DL AIUTI

Il giorno successivo al vertice tra Giuseppe Conte e Mario Draghi, ecco la prima fiducia alla Camera sul Dl Aiuti. Quella fiducia che è sembrata quasi una provocazione del premier ai grillini: subito dopo il faccia a faccia e le richieste sul "cambio di metodo", oltre alla lettera con le 9 priorità grilline, ecco piovere la richiesta di fiducia su un provvedimento molto contestato dai pentastellati.

 

Ne sono seguite dichiarazioni infuocate di Conte, il quale ha spiegato di non aver firmato alcuna "cambiale in bianco" col premier e di voler riflettere sulla fiducia in Senato, dove potrebbe consumarsi il redde rationem.

giuseppe conte dopo l'incontro con draghi 1 giuseppe conte dopo l'incontro con draghi 1

 

E intanto, alla Camera, la fiducia è passata: 410 voti favorevoli, 49 contrari, un astenuto. Eppure, 28 deputati M5s su 104 complessivi, escluso il presidente Roberto Fico, erano assenti al voto di fiducia.

 

Di questi, 13 onorevoli erano in missione, 15 invece erano assenti "ingiustificati". Queste le cifre che emergono dai tabulati delle votazioni: il gruppo M5s presente al 72 per cento. Un chiaro messaggio a Draghi. E soprattutto a Giuseppe Conte: la fronda cresce, il fronte che vuole uscire dal governo si fa sentire e ingrossa le sue fila.

GIUSEPPE CONTE E MARIO DRAGHI GIUSEPPE CONTE E MARIO DRAGHI

 

Già nel corso della prima chiama del voto di fiducia, più di un terzo dei deputati grillini non avevano risposto all'appello nominale. Una quarantina, insomma, non aveva espresso il proprio voto. Di questi quaranta, al secondo voto, se ne sono presentati dodici. Cifre che preoccupano Draghi e che la dicono lunghissima sulle faide interne che stanno dilaniando i pentastellati.

conte draghi grillo 4 conte draghi grillo 4 giuseppe conte dopo l'incontro con draghi 2 giuseppe conte dopo l'incontro con draghi 2 INCONTRO DRAGHI CONTE - VIGNETTA BY ROLLI INCONTRO DRAGHI CONTE - VIGNETTA BY ROLLI grillo draghi conte grillo draghi conte BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE - MARIO DRAGHI - BY EDOARDO BARALDI BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE - MARIO DRAGHI - BY EDOARDO BARALDI GIUSEPPE CONTE DOPO L INCONTRO CON MARIO DRAGHI GIUSEPPE CONTE DOPO L INCONTRO CON MARIO DRAGHI

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - L’INIZIATIVA DI OLAF SCHOLZ DI CHIAMARE PUTIN PER TROVARE UNA SOLUZIONE ALLA GUERRA, CON CONSEGUENTE INCAZZATURA DI ZELENSKY, HA UN COMPLICE: LA POLONIA DI TUSK – LA MOSSA È INNESCATA NON SOLO DALLA CRISI ECONOMICA TEDESCA MA ANCHE DAL TRIONFO DI TRUMP - CON URSULA VON DER LEYEN DEBOLISSIMA, I LEADER DI GERMANIA E POLONIA HANNO CAPITO CHE NON POSSONO LASCIARE L’INIZIATIVA DI UNA TRATTATIVA DI PACE CON PUTIN AL TRUMPONE E ALLA SUA POLITICA ISOLAZIONISTICA CHE DELL’EUROPA SE NE FOTTE...

I PRIMI 90 ANNI DI CARLO DE BENEDETTI INIZIANO ALL’HOTEL PALAZZO PARIGI DI MILANO ALLE 19.30 CON UN APERITIVO E TERMINANO CON UN BRINDISI ALLE 22.30 - 100 ATTOVAGLIATI TRA CUI IL NEO 90ENNE IL PATRON EMERITO DEL POTERE BANCARIO, “ABRAMO’’ BAZOLI, ZANDA E GENTILONI (UNICI POLITICI), EZIO MAURO E GAD LERNER – DA RCS: CAIRO, DE BORTOLI, ALDO GRASSO E LILLI GRUBER (CHE HA SCODELLATO IERI SERA SU LA7 UNA PUNTATA REGISTRATA) - MOLTI HANNO NOTATO L’ASSENZA DELLA MOGLIE DI MARCO, PAOLA FERRARI, DA SEMPRE AVVERSARIA DEL SUOCERO: “E’ IL NONNO DEI MIEI FIGLI MA MI DISSOCIO DALLE PAROLE DISGUSTOSE DETTE SU GIORGIA MELONI” – E CARLETTO NON SOLO NON L’HA INVITATA MA AVREBBE SOTTOLINEATO AL FIGLIO MARCO CHE LA PRESENZA DELLA MOGLIE PAOLA NON ERA PER NULLA GRADITA….

DAGOREPORT – L'EFFETTO TRUMP RINGALLUZZISCE LE DESTRE EUROPEE E LA ''MAGGIORANZA URSULA'' RISCHIA DI IMPLODERE - OLTRE ALL'INETTA SCELTA DI RAFFORZARSI CONCEDENDO A GIORGIA MELONI UNA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA (SU FITTO CONTRARI SOCIALISTI E LIBERALI), A DESTABILIZZARE LA VON DER LEYEN SONO I POPOLARI SPAGNOLI CHE MIRANO A FAR CADERE IL GOVERNO SANCHEZ BOCCIANDO IL COMMISSARIO SOCIALISTA RIBEIRA – PER URSULA SI PREFIGURANO TRE SCENARI: 1) LA CRISI RIENTRA E PASSANO LE NOMINE, FITTO COMPRESO; 2) ACCONTENTA I SOCIALISTI E RIFORMULA LE NOMINE DEI COMMISSARI; 3) SALTA LA ''MAGGIORANZA URSULA'' E SI TORNA AL VOTO (COSA MAI SUCCESSA…)