1. LA BATTAGLIA INFINITA SUL CANONE RAI QUEI 20 EURO (AGGIUNTI) CHE LA LEGA ORA TAGLIA
Estratto dell’articolo di Antonella Baccaro per il “Corriere della Sera”
È il gennaio 2018 quando l’allora ex premier Matteo Renzi, all’epoca riconfermato segretario del Pd, lancia l’idea di abolire del tutto il canone Rai. Apriti cielo. Siamo in piena campagna elettorale per le elezioni politiche che si terranno in marzo e che Renzi perderà, dovendo poi lasciare il Nazareno.
Al governo c’è Paolo Gentiloni. Renzi, da presidente del Consiglio, nel 2015, aveva compiuto due rivoluzioni in Rai: la legge di riforma, tuttora in vigore, che assegna, di fatto, al governo in carica la nomina dell’amministratore delegato del servizio pubblico. E il canone Rai inserito nella bolletta elettrica.
matteo salvini giancarlo giorgetti
Un provvedimento, quest’ultimo, molto contrastato, che portò però a una prima riduzione del canone da 113 a 100 euro, e poi a una seconda limatura a 90 euro. Risultato: un calo secco degli evasori, soprattutto nel primo anno.
Ed è forte di questo risultato che Renzi insiste sulla cancellazione del canone Rai, a fronte della sua fiscalizzazione, incassando le critiche di tutto l’arco politico di allora […]
E FdI? L’allora leader Giorgia Meloni fu chiara: «O siamo di fronte a una folgorazione, e quindi attendiamo che si scusi pubblicamente con i cittadini. O è la solita televendita da campagna elettorale di Matteo “Do Nascimento”».
E siamo ai giorni nostri. […] Su iniziativa di Matteo Salvini la tentazione di far fuori la «tassa più odiata dagli italiani» è diventata in parte realtà. Ma anche qui bisogna intendersi: l’anno scorso il primo taglio del canone in bolletta da 90 a 70 euro è stato finanziato dagli italiani.
I 420 milioni di euro che non sono stati recuperati dalle bollette sono stati presi dalla fiscalità generale, cioè dai soliti pochi pagatori di tasse. Cosa doveva succedere quest’anno? Nelle intenzioni della Lega, bisognava tagliare altri 20 euro (è scritto nella proposta di riforma della Rai: 20 euro in meno, per cinque anni, fino all’abolizione). […] Ma evidentemente 850 milioni circa da trovare nella fiscalità generale non ci sono.
Ecco dunque la trovata, messa a punto in casa Lega: il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, scrive consapevolmente in Bilancio che il canone resta a 90 euro e inserisce una serie di tagli lineari alla spesa della Rai. In questo modo consente alla Lega di proporre un emendamento che riporta il canone da 90 a 70. E il gioco è fatto. Il Carroccio, anche quest’anno, può dire di aver tagliato il canone di 20 euro anche se non è vero.
[…] anche quest’anno i 400 e rotti milioni mancanti verranno dalla fiscalità generale? Sul punto, che è dirimente per la Rai, finora non c’è chiarezza. Nei prossimi giorni si capirà. Oggi intanto partono gli Stati generali del Servizio pubblico fortemente voluti da FdI e M5S. Alleanza non del tutto inedita in Rai, che potrebbe offrire nuove sorprese anche per gli assetti futuri.
2. TAGLIO AL CANONE RAI, ARRIVA IL RIMBORSO PER VIALE MAZZINI
Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per “la Repubblica”
I soldi li trova la Lega. Arrivano dalle riserve del capitolo di bilancio del ministero dell’Economia dedicato alle politiche fiscali europee. È lì dentro che Matteo Salvini pesca le risorse per blindare la proroga del taglio del canone Rai a 70 euro che la manovra non ha rifinanziato.
Il veicolo è pronto: un emendamento al decreto fiscale che accompagna la legge di bilancio. Dentro c’è la replica dello schema che il governo ideò un anno fa per ridurre, nel 2024, il prelievo in bolletta per la tv di Stato da 90 a 70 euro.
E quindi i 430 milioni che Viale Mazzini non incasserà, anche l’anno prossimo, a causa della riduzione del canone saranno compensati da un contributo dello stesso importo, erogato in tre rate (gennaio, marzo e giugno), esattamente come è avvenuto quest’anno. […]
MATTEO SALVINI GIANCARLO GIORGETTI
E ora che le coperture sono state trovate, l’annuncio del Carroccio spiazza Forza Italia. Nelle stesse ore in cui i leghisti scrivono l’emendamento da agganciare alla norma del decreto sul finanziamento a Rfi, gli azzurri tornano a schierarsi contro l’intervento sul canone. «Non si deve abbassare» perché «abbiamo bisogno di continuare a essere presenti sul palcoscenico internazionale», incalza Antonio Tajani.
Preoccupato dall’effetto collaterale che la riduzione del contributo per la Rai può generare: l’innalzamento del tetto pubblicitario che danneggerebbe Mediaset. Ma l’emendamento della Lega scongiura questo scenario. Disorientati, i parlamentari di FI si affidano a una contrarietà generale: «L’esperimento fatto l’anno scorso non ha prodotto effetti economici favorevoli», incalza il senatore Dario Damiani. […]
antonio tajani matteo salvini giorgia meloni