IL CAPO DELLO STATO NAPOLITANO HA INCONTRATO IL CAPO DEL GOVERNO NAPOLITANO E, ATTRAVERSO IL SODALE GIANNI LETTA, HA CONSEGNATO AL "COMMISSARIATO" BERLUSCONI DUE "NO" E UN CONSIGLIO: SCAVALLARE LA NOMINA DEL GUARDASIGILLI (MA SI POSSONO PROPORRE GELMINI E BRUNETTA?), RAFFREDDARE POI LA SOSTITUZIONE DI DRAGHI, E AVVIARE UN CONFRONTO VERO CON L’OPPOSIZIONE (CIAO CORE)...

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Federico Geremicca per "la Stampa"

VIGNETTA GIANNELLI BERLUSCONI OMBRA NAPOLITANOVIGNETTA GIANNELLI BERLUSCONI OMBRA NAPOLITANO

A voler essere pragmatici - ed evitando inutili dietrologie - si può serenamente dire che la vera notizia emersa dal colloquio che il Presidente della Repubblica ha avuto ieri con Silvio Berlusconi è che l'incontro non è andato male. Fonti del Quirinale lo definiscono infatti «interlocutorio»: e interlocutorio - in gergo politico - è assai meglio che «franco e leale»...

Il premier ha esposto a Napolitano il suo punto di vista sulla situazione, confermando la sua determinazione ad andare avanti e accennando alla rotta che intende seguire; il Capo dello Stato lo ha ascoltato, offrendo qualche consiglio. E conviene forse partire da qui, visto che i suggerimenti di Napolitano hanno riguardato vicende delicate e importanti decisioni da assumere in tempi brevi.

Consiglio numero uno: evitare di trasformare l'attesa nomina del sostituto di Alfano al ministero di Grazia e Giustizia (nomina per la quale Napolitano sollecita una scelta «di altissimo profilo») in un inutile valzer di poltrone con spostamento di vari ministri, perché il rischio è entrare in un labirinto dal quale potrebbe poi esser difficile venir fuori.

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Consiglio numero due: considerata la quantità di questioni già aperte, far raffreddare e magari accantonare temporaneamente la delicata partita apertasi intorno alla sostituzione di Mario Draghi alla guida di Bankitalia. Consiglio numero tre: visto che il premier ha apprezzato e ringraziato il Capo dello Stato per l'appello alla coesione che ha reso possibile il varo della manovra in poco più di 72 ore, Napolitano gli ha suggerito di fare ogni sforzo per andare avanti su questa strada, avendo chiaro - però - che il metodo va associato a un confronto di merito che renda possibile una dialettica più proficua con l'opposizione.

napolitano berlusconinapolitano berlusconi

Silvio Berlusconi (e ancor più Gianni Letta) ha spesso annuito alle parole del Capo dello Stato anche se, in verità, non molte delle cose che ha annunciato a Napolitano sono sembrate in linea con i suggerimenti che intanto andava ricevendo. Si prenda, per esempio, la vicenda della sostituzione di Alfano alla guida del dicastero di via Arenula.

GIORGIO NAPOLITANO GIANNI LETTAGIORGIO NAPOLITANO GIANNI LETTA

Il premier ha elencato al Presidente una lunga serie di nomi, cominciando da quelli di alcuni ministri (Frattini, Gelmini e Brunetta) che renderebbero però necessario quel giro di valzer sconsigliato da Napolitano, passando per qualche soluzione tecnica (Carlo Nordio) per finire con un lungo elenco di parlamentari (da Lupi a La Loggia, fino a Donato Bruno, Bernini e Nitto Palma).

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La sensazione, insomma, non è solo che una scelta non sia imminente, ma anche che si sia ben lontani da quell'«altissimo profilo» invocato dal Capo dello Stato affinché sulla nomina non gravino ombre o sospetti (come accadde, per intendersi, all'epoca della scelta di Saverio Romano).

Anche sul che fare e sul come andare avanti, Berlusconi non è stato particolarmente prodigo di particolari (da qui la definizione di «interlocutorio» per un incontro che, pure, era stato per una volta sollecitato proprio dal premier). «Intendo andare avanti, lavorare a un piano di rilancio della nostra economia e soprattutto aprire il capitolo delle riforme, che sta molto a cuore alla Lega», si è limitato a dire Berlusconi. E in vista dell'incontro che il premier avrebbe poi avuto in serata giusto con lo stato maggiore del Carroccio, proprio il rapporto con la Lega e le sue fibrillazioni è sembrato essere la preoccupazione maggiore di Berlusconi.

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«Convincerò Bossi a votare contro l'arresto di Papa», ha assicurato il premier. In cambio - questo si è inteso - è pronto a impegnare la maggioranza sulle riforme costituzionali invocate dalla Lega e a nominare in tempi rapidi Marco Reguzzoni ministro alle Politiche comunitarie al posto di Andrea Ronchi che ha lasciato da mesi l'incarico. Dire che dopo il colloquio di ieri il Capo dello Stato sia più sereno circa gli indirizzi del governo sarebbe una esagerazione.

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Certo, Napolitano ha trovato un Berlusconi in ansia per gli attacchi della speculazione finanziaria e convinto che occorra non abbassare la guardia. Ma l'aspetto che l'ha forse più colpito è stato il solito, pesante j'accuse in materia di giustizia. Il premier si è molto lamentato della sentenza civile che lo ha condannato al pesante risarcimento da pagare alla Cir, ha ripetuto le sue critiche alla magistratura e ha perfino citato il suicidio di Mario Cal, braccio destro di don Verzè, come il risultato al quale possono portare certi accanimenti. Di che accanimenti si trattasse, Napolitano non lo ha chiesto: si trattava pur sempre di un incontro «interlocutorio». Per quelli «franchi e leali», in fondo, l'occasione non mancherà certo...

 

 

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