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Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per www.repubblica.it
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio sull’inchiesta Equalize: “Sta facendo un lavoro molto importante che non merita di essere demolito per mezze frasi in un fondo di pagina di informativa di polizia giudiziaria, da cui non emerge che un solo dipendente di Acn oggi sia iscritto a Milano nel registro degli indagati”
“C’è un’operazione in danno dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Sono molto rammaricato”. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, interviene nella vicenda Equalize. Difendendo Acn e allontanando le parole di alcuni degli arrestati dell’indagine milanese che avevano raccontato di essere riusciti a bucare il server dell’Agenzia di cybersicurezza attraverso una società che si occupava di manutenzione.
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“Acn che sta dando il meglio di sé, sta facendo un percorso non facile di costruzione della propria struttura, perché ha più o meno tre anni di vita, è iniziata con poche unità, deve arrivare a pieno regime a 800 unità, ma il mercato è molto scarso quanto a professionalità di tecnici cyber. [...]
Spiegando come le parole in questione – quelle di Samuele Calamucci, uno dei principali protagonisti dell’indagine – potrebbero essere delle millanterie visto che, come lo stesso gip del tribunale di Milano, non ha contestato alcuna violazione da remoto delle banche dati.
A proposito di violazione di banche dati Mantovano è tornato anche sul tema della legge cyber: “Il quadro normativo è sostanzialmente completo, esige che tutti i soggetti, sia quelli contenuti nell'originario perimetro di sicurezza, sia quelli del perimetro allargato dalla nuova norma, svolgano l'attività di aggiornamento dei sistemi di sicurezza delle proprie banche dati, e garantiscano, con la comunicazione dell'effettuato aggiornamento, che il livello di sicurezza è negli standard riconosciuti.
Detto questo è necessario un approfondimento di tipo tecnico e non politico”, ha spiegato Mantovano in riferimento a possibili frizioni emerse negli scorsi giorni quando il decreto cyber non è stato più presentato in consiglio dei ministri proprio per alcuni chiarimenti con Viminale e ministero della Giustizia, “che si risolverò nel giro di pochi giorni.
"La competenza sui reati cyber – ha detto Mantovano - è già assegnata alle procure distrettuali antimafia, quanto a operatività e capacità di indagine e alla Procura nazionale antimafia quanto a coordinamento e impulso sulla base di potere di carattere generale che la Direzione nazionale antimafia. Tutto quello che è oggetto di discussione adesso è semplicemente una verifica se a giugno è stato fatto tutto quello che era necessario o se c’è qualche limatura perché il sistema funzioni meglio” [...]
CARLO NORDIO - ALFREDO MANTOVANO bruno frattasi foto di bacco alfredo mantovano giorgia meloni