Omero Ciai per “la Repubblica”
Conservatore e continuista, oratore incendiario e appassionato di segreti, cresciuto nell' ombra dello zio Fidel e unico, tra i figli dei due fratelli della rivoluzione cubana, allenato per cavarsela nella palestra della politica. Con la morte del líder máximo e la prossima uscita di scena dell' attuale presidente cubano, è Alejandro Castro Espín, 51 anni, ingegnere con master in relazioni internazionali, unico figlio maschio di Raúl e Vilma Espín, fratello minore della molto più famosa e telegenica Mariela, l' uomo destinato a raccogliere l' eredità familiare nel governo di Cuba.
Non necessariamente al vertice però. A L' Avana infatti c' è chi giura che quando lascerà la presidenza, tra un anno nel febbraio del 2018, come ha promesso, Raúl Castro farà di tutto per evitare una successione monarchica, genere Corea del Nord, come sarebbe quella di un altro Castro al suo posto.
Per questo la maggior parte dei "cubanologi" restano dell' idea che il prossimo presidente sarà uno tra i due esponenti più giovani dell' attuale governo: Miguel Diaz-Canel, il vice presidente in carica, o Marino Murillo, lo zar delle riforme economiche. Ma è fuori discussione che Raúl ritaglierà per gli eredi della sua famiglia ruoli di primo piano: a differenza del fratello che ha sempre tenuto lontanissimi i suoi numerosi figli dal potere, Raúl ha cresciuto Alejandro come erede.
Famoso come "el tuerto", il guercio, perché perse giovanissimo la vista in un occhio con l' esercito cubano in Angola - non in battaglia, come si favoleggiò, ma mentre si esercitava - Alejandro iniziò presto la carriera militare mentre suo padre comandava le Forze armate dell' isola.
Nominato colonnello, si è occupato soprattuto di intelligence e industria militare finché, con la successione a Fidel, su padre non lo ha nominato tra i suoi consiglieri affidandogli la direzione del "Consiglio di Difesa e sicurezza nazionale", un organismo dei servizi segreti interni. Da quel momento, era il 2008, la sua visibilità e il suo protagonismo negli atti ufficiali sono cresciuti, fino alla foto per la storica visita di Obama a Cuba che lo ritrae seduto accanto al padre.
Da qui le dietrologie rafforzate in questi giorni dalla rivelazione dell' arcivescovo dell' Avana, Jaime Ortega, che partecipò come emissario di Papa Francesco alle trattative segrete fra Stati Uniti e Cuba prima del disgelo del dicembre 2015 e che ha raccontato che fu Alejandro a guidare la delegazione cubana. Un incarico della massima fiducia come quello che ha svolto presso il presidente russo Putin.
Prima di partecipare in tutte le occasioni ufficiali più importanti alla destra del padre, Alejandro ha scritto un libro sulla politica estera degli Stati Uniti. Pubblicato nel 2006, appartiene al genere di cui basta il titolo: "L' impero del terrore". Della sua vita privata si sa pochissimo. Si è sposato nel '90, a 25 anni, e ha due figli. Entrambi, ormai adolescenti, vivono con la madre, Marietta Calis, che nel frattempo ha divorziato e si è risposata.