1 - FISCO:SALVINI,PATRIMONIALE SU CASA-RISPARMI PARE SVENTATA
(ANSA) - "Chi la dura la vice, centrodestra compatto come avevamo richiesto. Ora vediamo, ci sono gli ultimi passi, però la patrimoniale sulla casa e sui risparmi pare sventata". Lo ha dichiarato all'ANSA il leader della Lega Matteo Salvini, dopo il vertice di centrodestra di governo sulla delega fiscale, spiegando che "sì", la svolta è vicina.
2 - CATASTO, RIFORMA A RISCHIO: SENZA ACCORDO LA DELEGA FISCALE SLITTA. COSA SUCCEDE ORA
Massimiliano Jattoni Dall’Asén per www.corriere.it
La riforma del catasto è necessaria e si farà. Il premier Mario Draghi in tutti questi mesi non è mai arretrato di un solo passo da questa affermazione. Ma l’accordo con i partiti di centrodestra che compongono la maggioranza non si trova.
E, infatti, arriva un nuovo slittamento (il terzo da fine marzo) dell’approdo della delega fiscale in Aula: la nuova data doveva essere il 9 maggio, ma chi sta lavorando alacremente per una mediazione spinge per un ulteriore slittamento, che a quanto pare ha trovato d’accordo il governo.
«Il rinvio origina dalla necessità di chiudere un pacchetto che possa essere votato da tutti serenamente», ha confermato nella serata del 4 aprile il sottosegretario all’Economia, Federico Freni. Sulla nuova data «è competente la conferenza dei capigruppo, dove il ministro D’Incà indicherà le tempistiche». Alla luce di tutto questo, difficilmente il provvedimento sarà approvato dal parlamento prima del 30 giugno, termine fissato dal cronoprogramma del Pnrr.
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Cosa dice il testo
Il nodo del contendere, come ormai si sa, è la presunta tassazione degli immobili. Fin da subito il centrodestra ha infatti tacciato la riforma del Catasto di essere una “patrimoniale camuffata” e a nulla è servito che Draghi rassicurasse che non ci sarà alcun aumento delle tasse.
La riforma del Catasto, che dal punto di vista normativo è prevista nell’ambito della riforma fiscale, si focalizza sull’articolo 6 del disegno di legge delega, che prevede due cose distinte. La prima è contenuta nel comma 1 (che - va detto - è di fatto condiviso dall’intero Parlamento), dove vi si dispone la modernizzazione degli strumenti di mappatura degli immobili.
In particolare, la norma mira a facilitare e accelerare l’individuazione e il corretto classamento degli “immobili fantasma” (quelli che a oggi non sono censiti) o che non rispettano la reale consistenza di fatto o di destinazione d’uso. Idem per gli immobili che non rispettano la categoria catastale attribuita, i terreni edificabili accatastati come agricoli e tutti quelli che rientrano nella categoria di “immobili abusivi”.
Il secondo comma dell’art. 6 - quello che spacca in due la maggioranza - prevede la revisione del catasto dei fabbricati con una qualificazione patrimoniale. Il Catasto italiano, infatti, ha per tradizione una natura reddituale (dell’immobile cioè, si considera la potenziale capacità di produrre reddito. E questo al centrodestra non piace.
Il nodo della tassazione
Lega e Forza Italia sono sulle barricate da mesi, per loro quello patrimoniale è un punto sul quale non vogliono discutere: per loro la variazione di gettito non può che significare un aumento delle tasse sulla casa. Il rischio dunque è ora che il testo arrivi all’appuntamento dell’Aula senza mandato al relatore e che, dunque, si debba porre la fiducia.
Sarebbe la resa dei conti finale, un giocarsela tutta e rivivere i brividi di fine marzo, quando il governo si era salvato per un soffio, con la commissione Finanze della Camera che per un solo voto (23 contro 22) bocciava l’emendamento del centrodestra che chiedeva lo stralcio dalla Delega dell’intera riforma del Catasto.
Le richieste di Lega e M5s
Il centrodestra ormai ne ha fatto una questione di principio (e anche di credibilità verso il suo elettorato): l’ultima richiesta è che se non si vuole stralciare l’intera riforma, si eliminino almeno i riferimenti ai valori di mercato. Il governo, come detto, ha ampiamente assicurato che le tasse non saliranno e Draghi non vuole fare un passo indietro. L’ultima mediazione puntava allora ai riferimenti a valori Omi, che sono stime relative al valore commerciale e alla rendita degli immobili.
Ma anche questa possibilità si è rivelata un nulla di fatto. Insomma, la via della mediazione è ancora impervia. Ma tutti sanno che senza accordo, il testo che andrebbe in Aula sarebbe quello base della Delega, ovvero quello dove mancano il cashback (cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle) e la nuova versione della flat tax targata Lega.
Inoltre, Salvini non ha mai rinunciato alla Pace fiscale e alla rottamazione delle cartelle esattoriali, così come punta i piedi anche sul sistema duale sul quale poggia la riforma, in cui i redditi da capitale sono tassati in modo proporzionale, mentre quelli da lavoro con l’Iperf progressiva. Sistema che per la Lega si tradurrebbe in aumento della tassaione sugli affitti. Insomma, in Aula il 23 a 22 dell’ultima volta potrebbe davvero ribaltarsi.
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