Francesco Grignetti per la Stampa
Era prevedibile, perché la giustizia è un campo di battaglia da trent’anni e anche stavolta non fa eccezione. Così non si è ancora spenta l’eco del consiglio dei ministri di venerdì, dove le proposte di Marta Cartabia sono state discusse in extremis per l’intera mattinata, salvo uscirne con l’unanimità dei ministri, e il giorno dopo si ricomincia a litigare.
Forza Italia, infatti, ha immediatamente rimesso in discussione il punto di equilibrio. «Il sistema elettorale per i togati non va bene, lo correggeremo in Parlamento», dice Antonio Tajani, intervistato a Rainews 24. Ma se si cambia un pilastro della riforma, si rimette in discussione tutto. E il Pd è fermissimo nel richiamare gli altri partner della maggioranza. «Ribadiamo a Tajani - scrive su Twitter la vicepresidente dem del Senato e responsabile Giustizia, Anna Rossomando - che mettere in discussione la legge elettorale per il Csm significa mettere in discussione tutta la riforma. Proporre il sorteggio, un metodo incostituzionale, vorrebbe dire vanificare il lavoro di mesi. Ieri c’è stato un Cdm, non un pourparler».
MARTA CARTABIA MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO
Il dramma è che sulla giustizia si giocano alcune partite identitarie che è ben difficile archiviare. Forza Italia, per dire, è preoccupata che la battaglia contro i magistrati gli venga scippata dalla Lega. Quindi è quasi giocoforza che sentano di dover alzare la voce. Il Pd, all’opposto, teme di aver concesso già troppo e non ci sta a ulteriori sconvolgimenti. E quindi, se ci dovrà essere qualche aggiustamento parlamentare, come anche Mario Draghi ha lasciato intendere, dovrà riguardare aspetti secondari certo non l’architrave del sistema.
antonio tajani mezzora in piu 4
A riaprire la discussione sul sistema elettorale per i magistrati, che è il cuore del problema, e a caldeggiare il sistema del sorteggio temperato, oltre quelli di Forza Italia, si potrebbero aggiungere i voti della Lega e quelli di Fratelli d’Italia. E che faranno i centristi? E i renziani, i quali hanno il dente avvelenato con la magistratura per i noti problemi del senatore Matteo Renzi? E gli ultragarantisti di Azione o quelli di +Europa, che fiancheggiano addirittura il referendum sulla separazione delle carriere? Persino i grillini avevano ipotizzato il sorteggio temperato, che è peraltro l’opzione preferita dall’area di magistrati che è più ascoltata nel M5S.
La partita che si va aprendo può avere esiti impensati, insomma. Ne è consapevole il forzista Pierantonio Zanettin, che sente odore di vittoria e perciò usa toni suadenti: «Il sorteggio (temperato) non contrasta con l’articolo 104 della Costituzione perchè i candidati vengono sempre e comunque votati dai magistrati. Del resto, la stessa Anm ne è consapevole avendo sottoposto a referendum consultivo tra i suoi iscritti la nostra proposta. Con tutta evidenza una proposta incostituzionale non avrebbe neppure avuto dignità di dibattito». Di contro, è allarmatissimo il dem Alfredo Bazoli: «Fanno finta che non ci sia stato un Consiglio dei ministri che ha approvato la riforma. È come dire che abbiamo scherzato». Avverte: se si vuole portare a casa la riforma, si eviti di alzare continuamente l’asticella e ci si predisponga «ad un lavoro costruttivo in commissione che parta dallo schema approvato dal governo, non che lo stravolga».