Da “Questioni (non solo) di cuore” – la rubrica della posta di Natalia Aspesi per il “Venerdì di Repubblica”
Carissima Natalia,
per suo tramite vorrei rispondere al Sig. Nicola riguardo la domanda che si pone nella fine della sua lettera del 1° novembre: "Come riportare la sessualità nella stanza dei giochi, con la consapevolezza che l'età avanza?".
Ma chi ce la vuole riportare la sessualità nella stanza dei giochi (giochi per i maschietti e non sempre per le donne)? Sono una che non accetterebbe mai l'abuso o l'uso del proprio corpo, fatto sta che a soli e ripeto soli, 60 anni, ora ne ho 78, decisi che era giunto il momento di dire basta, sì basta a questa ripetizione di ginnastica da camera, gesti che non mi piacevano più poiché mi sentivo inadatta a quel gioco.
Dissi a mio marito la mia decisione, ne avrei pagato le conseguenze, qualora mi avesse tradita (sicuramente l'avrà fatto) o addirittura lasciata. Non accadde, ricordo che eravamo su una panchina al Central Park, certo rimase male, ma non oppose nessuna resistenza, andava bene anche a lui?
Non credo, in fin dei conti aveva solo 68 anni, ma accettò. Mi amava anche senza sesso. Questa fu una dimostrazione di immensa considerazione della mia persona, non come moglie e strumento di piacere, ma come compagna di vita, che diciamocela tutta, il sesso è come l'appetito, c'è chi si strafoga, e chi si accontenta di una mela. Io sono frugale e vivo bene con poco. Siamo insieme da 54 anni. Signor Nicola, il ridicolo di due corpi flaccidi nella penetrazione è deprimente, non divertente...
Simona Rosato
La Risposta di Natalia Aspesi:
Gentile signora, io credo che senza litigare, nei matrimoni piacevoli, c'è sempre il momento in cui uno dei due, quasi sempre lei, non ne può più dell'infinito identico modo di fare l'amore dopo vent'anni, trent'anni, e magari dopo un giorno.
Si può inventare un altro modo di renderlo carino? Non me ne intendo, non lo so. Oppure non me lo ricordo più. Se ci si sposasse solo per fare l'amore sarebbe una stupidaggine: oggi ci si sposa per fare una famiglia, intendendo, con quello, anche le piacevoli notti lunghissime facendo l'amore.
Lei è stata molto brava, anche perché suo marito non se l'aspettava. Lui ha accettato certamente con dispiacere, ma ha accettato la sua decisione giusta, giustissima. Quel tempo era finito almeno per lei, e lei gli offriva tutto il conforto di essere una moglie, una vera moglie, una vera compagna di vita. Mi piace, l'approvo, chi non lo fa non stima affatto l'uomo che l'ha sposata ma non per questo se ne crede il padrone.
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