Alberto Simoni per “la Stampa”
Jake Sullivan, il consigliere per la Sicurezza di Joe Biden, puntualizza: «Non abbiamo informazioni su Bolsonaro e non abbiamo ricevuto alcuna richiesta dal governo brasiliano su una sua estradizione. Dovesse arrivare qualcosa procederemo con la assoluta serietà, come in tutti gli altri casi». Mentre Sullivan conversava con i giornalisti a Città del Messico e diceva che il leader Usa avrebbe parlato in serata con Lula, l'ex presidente brasiliano veniva ricoverato in ospedale a Orlando, in Florida, per forti dolori addominali.
Le sue condizioni non sono gravi. Da quando nel 2018 l'ultraconservatore fu accoltellato durante un comizio elettorale, soffre di blocchi intestinali che talvolta l'hanno portato a ricoveri lampo. Il 67enne Bolsonaro si trova al sole della Florida dal 30 dicembre quando un aereo militare lo ha portato fuori dal Paese e recapitato nella villa delle vacanze di José Aldo, ex lottatore, e suo sostenitore.
Gli ultimi due giorni da presidente - Lula si è formalmente insediato il 1° gennaio - Bolsonaro li ha trascorsi quindi all'estero, prima di diventare un «uomo comune», privo di immunità e libero di andare a fare jogging fra i vialetti del resort che dista pochi chilometri da Disney World, fare la spesa nel supermercato locale e mangiare un panino al pollo da KFC. Il 31 dicembre è stato immortalato mentre addenta un hamburger e nei giorni successivi è stato ritratto con indosso la maglia della nazionale di calcio Usa, quella del Palmeiras, in t-shirt e scarpe da ginnastica e con una cinquantina di sostenitori fuori casa che chiedevano autografi e si facevano selfie.
Secondo i giornali brasiliani che avevano scoperto qualche giorno in anticipo la sua intenzione di fuggire all'estero (la moglie, la terza, non l'avrebbe seguito), Bolsonaro sarebbe andato al party di Capodanno a Mar-a-Lago, ospite dell'alleato più solido, Donald Trump. A Mar-a-Lago ci era già stato nel marzo del 2020. Non ci sono conferme però di brindisi insieme a mezzanotte, la lista degli ospiti - almeno per quella parte divenuta pubblica - non ha il nome di Bolsonaro.
jair e eduardo bolsonaro trump
Il suo entourage il 3 gennaio ha raccontato al New York Times che Bolsonaro si fermerà negli Stati Uniti per almeno un mese, forse tre. L'intenzione è quella di capire se a Brasilia intendono o meno proseguire con le inchieste e dare corso alle accuse sul suo conto. La lista è piuttosto lunga: la Corte suprema ha quattro inchieste avviate per disinformazione, diffusione di notizie false sulle elezioni e l'assegnazione di una scorta al figlio non dovuta.
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Ma vi sono altre 12 inchieste da parte della Commissione elettorale. Senza contare che alcuni tribunali lo vorrebbero perseguire per la gestione del Covid. L'America, in questo contesto, deve essergli sembrata più ospitale e meno minacciosa di Brasilia. Con lui domenica c'era Anderson Torres, segretario per la sicurezza del Distretto di Brasilia silurato da Lula per l'inefficacia nel prevenire e rispondere agli eventi alla piazza dei Tre Poteri.
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Domenica in tarda serata, Bolsonaro ha aperto Twitter e digitato la sua contrarierà all'assalto dei palazzi governativi (cui secondo la polizia ha partecipato anche un nipote), pur reclamando il diritto di protestare pacificamente, per tentare di allontanare i sospetti su un suo ruolo nell'8 gennaio carioca e rispondere direttamente a Lula che ha alluso al ruolo di finanziatori all'estero.
DONALD TRUMP CONDIVIDE UN MEME DI LUI SPEAKER CHE DERIDE BIDEN
La sua presenza negli Usa ha innescato subito un confronto politico: i democratici chiedono sia allontanato. Joaquin Castro, deputato del Texas, e Alexandria Ocasio-Cortez, di New York, hanno invitato l'Amministrazione a «non dare rifugio» e a «restituirlo al più preso al Brasile».
È anche a loro che ha risposto Sullivan, la questione di un eventuale «visto di permanenza» è di competenza del Dipartimento di Stato che per ora non ha comunicato nulla. Le connessioni di Bolsonaro con gli Stati Uniti transitano dalla galassia Trump e dalla partecipazione a diversi eventi organizzati dalla CPAC e dall'ACU di Matt Schlapp, la galassia conservatrice Usa il cui modello di conferenze è stato esportato nell'Ungheria di Orban e anche in America Latina.
Due anni fa alla CPAC latino-americana tenutasi in Brasile, uno degli organizzatori e sponsor tramite la sua App Gettr era Jason Miller, ex consigliere di Trump. Con Steve Bannon i rapporti li tiene il figlio Edoardo: è lui ad aver diffuso un video dopo le elezioni perse in ottobre sulla denuncia di brogli e l'invito a scendere in piazza, prontamente accolto domenica dalla folla. Ma già nel 2018 Bannon aveva messo a disposizione il suo know-how e la raccolta dati per aiutare Bolsonaro a diventare presidente. Al suo insediamento, Trump inviò il segretario di Stato Mike Pompeo.
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