Alberto Gentili e Francesco Malfetano per “il Messaggero”
«Serve un segnale e per questo oggi ci sarà qualche incremento delle restrizioni». Il cambio di colore per alcune delle Regioni gialle è atteso nelle prossime ore. «È inevitabile» confidano dal Cts. A rischiare la stretta è soprattutto la Campania che dallo scenario 2 (quello giallo) potrebbe addirittura passare al rosso, saltando a piè pari il limbo della zona arancione. Vale a dire nella sfumatura intermedia in cui potrebbero finire oggi Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna. Si tratta delle 3 Regioni che ieri, proprio cercando di evitare il declassamento, hanno approvato delle ordinanze restrittive.
Misure, molto simili tra loro, che vanno dall' ingresso nei negozi di generi alimentari consentito ad una sola persona per famiglia, alle piazze chiuse o ai bar che dalle 15 alle 18 possono servire solo clienti seduti, fino - e qui sta la differenza, perché questa restrizione non sarà in vigore in Emilia Romagna - alle fasce orarie riservate agli over 65 per la spesa. Iniziativa peraltro lanciata ieri anche dalla Liguria che però vorrebbe imporre sconti in determinati orari per i più anziani.
Tuttavia, come fanno sapere fonti vicine al governatore emiliano Bonaccini, «Anche se in questi giorni abbiamo condiviso ogni passaggio con il ministero della Salute e abbiamo ricevuto un sostanziale ok, non c' è stata una rassicurazione al 100%. Il tema di un nostro passaggio ad un colore diverso da quello attuale è sul tavolo».
DOMENICO ARCURI FRANCESCO BOCCIA
Anche se a decidere saranno i dati, a quanto si apprende, nel corso di una riunione tenuta ieri sera e convocata dal ministro Boccia con Regioni, Comuni e Provincie, il governo ha invitato i governatori a «seguire l' esempio di Friuli, Emilia e Veneto» perché, in caso di misure concordate con la Salute, «i ristori saranno garantiti» anche senza interventi di carattere nazionale. Al netto delle buone intenzioni però, se l' Italia passerà dall' essere in gran parte gialla all' essere in gran parte arancione, lo diranno i numeri. E i numeri, con il consueto appuntamento del venerdì, saranno aggiornati dall' Iss proprio oggi.
Unica certezza per ora, come trapela da ambienti governativi, è che il Lazio non sarà interessato da ulteriori provvedimenti.
LA CAMPANIA
A tenere banco è poi la situazione della Campania, dove l' applicazione di nuove restrizioni appare inevitabile. C' è da decidere solo se si vorrà interessare l' intero territorio oppure lavorare sulle provincie, risparmiando quelle meno colpite.
Per il momento, ieri sera, forse nel tentativo di imitare le 3 regioni delle ordinanze, l' unità di crisi della Regione ha fatto sapere che non solo imporrà nuove zone rosse nel napoletano, a Giugliano e Castellammare, ma anche accessi contingentati sul lungomare di Napoli.
Conte a Genova incontra il sindaco Marco Bucci e il presidente Giovanni Toti
A preoccupare, proprio come per il governo, è la tenuta del sistema sanitario. Punto su cui si è peraltro consumata l' ennesima polemica con il governatore Vincenzo De Luca che ieri sera, nel corso della riunione con cui Boccia ha messo i governatori attorno ad un tavolo per presentare le nuove risposte studiate (Covid Hotel e ospedali da campo), ha protestato contro le misure promosse dal governo. Per lo sceriffo l' esecutivo ha risposto alla sua richiesta, inoltrata un mese fa, di 1400 sanitari (600 medici e 800 infermieri), inviando appena 7 anestesisti.
I COVID HOTEL
Intanto, proprio nel tentativo di sgravare i pronto soccorso di tutto il Paese, il governo ha dato incarico al commissario straordinario Domenico Arcuri, «di individuare spazi alternativi agli ospedali sui territori: i Covid hotel» e alla Protezione Civile di prepararsi ad allestire degli ospedali da campo.
A spiegarlo ieri è stato lo stesso Arcuri che ha anche sottolineato come saranno le Regioni - alcune in realtà si sono già mosse autonomamente - a dover comunicare il fabbisogno per innescare la macchina che garantirà fino a 20 mila nuovi posti letto per trasferire in queste strutture quei degenti asintomatici che potrebbero lasciare gli ospedali ma non possono rientrare presso la propria abitazione.