“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”
(http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)
Marco Damilano si dimette polemicamente dall’Espresso con un saluto nel quale ricorda d’essere stato assunto «il primo marzo 2001»: «Lascio la direzione del settimanale dopo quasi quattro anni e mezzo di direzione e esattamente dopo ventidue anni di servizio prestato nella testata più importante del giornalismo italiano, un mito per chi fa il nostro mestiere».
A parte il lapalissiano concetto del lasciare la direzione dopo la direzione, vorremmo fargli notare che dal 1° marzo 2001 al 4 marzo 2022 gli anni trascorsi sono 21, non 22.
Quanto al fatto che abbia prestato servizio «nella testata più importante del giornalismo italiano», piacerebbe sapere quale sia la suprema autorità che ha conferito all’Espresso questo primato, di certo non riferibile al periodo in cui il direttore era Damilano.
***
«Qualcuno mente, nello strano affare dei quattro miliardi di aerei, sommergibili e navi da guerra che Leonardo e Fincantieri volevano vendere alla Colombia», scrive Luca Fazzo sul Giornale.
Accidempoli, 4 miliardi di aerei, sommergibili e navi da guerra sono davvero tanti, se si considera che la Difesa degli Stati Uniti, la più potente al mondo, dispone di 13.398 aerei e 415 unità navali.
Forse Fazzo voleva richiamare il valore economico dello «strano affare» (4 miliardi di euro? di dollari? di pesos colombiani?), nel qual caso dovrebbe però rinfrescare il suo italiano.
***
In un servizio sulla Tim, Francesco Spini segnala sulla Stampa che le azioni risparmio sono scivolate a 22,58 euro. Peccato che siano invece finite a 0,2258. Quotazione aumentata del 9900 per cento. E che sarà mai?
***
Giovanni Maria Vian, direttore emerito dell’Osservatore Romano, in un’intervista concessa a Stefano Lorenzetto per il Corriere della Sera racconta di un viaggio «in terza classe» compiuto da Albino Luciani, all’epoca patriarca di Venezia e poi papa per un mese, al quale egli ha dedicato un libro.
Una verifica avrebbe consentito di accertare l’infondatezza del dettaglio, perché la terza classe fu abolita dalle Ferrovie dello Stato nel 1956, mentre Luciani arrivò alla guida della diocesi veneziana nel 1969.
A meno che Vian non intendesse riferirsi genericamente a un viaggio disagiato su panche di legno, che nella prima metà degli anni Settanta erano ancora presenti sui treni. Infatti molte vecchie carrozze di terza classe continuarono a essere usate dalle Fs anche dopo il 1956.
marco damilano presenta la nuova grafica de l espresso (1)
***
Nella sua rubrica I grandi gialli su Specchio, supplemento della Stampa, Gianluigi Nuzzi ricostruisce la vicenda di Marco Bergamo, serial killer di Bolzano, cinque delitti in sette anni, condannato a quattro ergastoli e deceduto nel 2017: «Anche Marica Zorzi, prostituta tossicodipendente di soli 19 anni, lo aveva respinto o, peggio ancora, deriso per le difficoltà che l’uomo incontrava negli atti sessuali e per aver solo un testicolo».
Quindi, se aveva solo un testicolo, oltre all’altro testicolo gli mancava pure il pene? O, più probabilmente, aveva un solo testicolo? Nuzzi scrive anche: «Colpa la psoriasi, colpa l’obesità».
E qui ci arrendiamo (anche perché in una precedente puntata ci eravamo già imbattuti in «natale del 1992» con la minuscola e nella frase «infine l’ha coltellata con un coltello da cucina»).
***
Occhiello dal Corriere della Sera: «Le parole del Pontefice: entriamo in tempo di Quaresima, il nostro è un gesto per la pace in quel Paese. Lo seguono 270 politici. Tra loro credenti e non».
l'orologio di bergoglio a che tempo che fa
Come più volte evidenziato in questa rubrica, l’avverbio negativo olofrastico (detto così perché, da solo, costituisce un’intera frase) è soltanto no, altrimenti Elio Vittorini non avrebbe intitolato Uomini e no il suo romanzo.Quindi bisognava scrivere «credenti e no».
***
Sul Sole 24 Ore, Mario Cianflone ci illustra le ultime novità dell’automotive e in particolare dell’«intelligenza quasi artificiale dei sistemi Adas che abilitano la guida automatizzata».
Quindi è un’intelligenza quasi umana? Parla «del sistemo Android Automotive». Sarà gender oriented o gender neutral come la voce che sostituirà Siri sugli iPhone? Cita «spotify».
Ma non si chiama Spotify, nome proprio, quindi con la maiuscola? Scrive: «L’automobile è dunque diventato un punto di accesso». Informiamo Cianflone che la discussione sul sesso dell’automobile cessò ai tempi di Gabriele D’Annunzio: nel 1926 il Vate decise che era femmina.
gabriele dannunzio orbo veggente
E ancora: «Il fuznionamento in sicurezza». E ancora: « La cybersecurity in auto impatto tanto quanto sulla sicurezza fisica della vettura quanto sulle informazioni sensibili in essa contenuta», frase in cui il tanto quanto in prima posizione e il quanto in seconda potrebbero derivare tanto da un maldestro taglia/incolla quanto da una serena ignoranza.
E ancora: «Un impianto normativo, che frutto del lavoro di oltre 5 anni», senza il verbo è. E ancora: «È implementata fine dalle prime fase». E ancora: «Il prodotto di un integrazione digitale», anziché un’integrazione.
E ancora: «La cosidetta», anziché cosiddetta; «unece», anziché invece; «stabiliscono una dunque una roadmap»; «dalle fase iniaziale»; «fino ali primi prototipo»; «fino alla manuntenzione».
Titolo dello sproloquio: «Sulle auto connesse la sicurezza digitale non è più un optional». A differenza della lingua italiana, che si acquista a parte.
***
Titolo dalla prima pagina del Giornale di Vicenza: «Diaw scatenato trascina il Lane. La zona play-aut ora a un passo». Quando la latinità prende il sopravvento.