A ROMA PRONTO SOCCORSO VICINI AL COLLASSO
Pronto soccorso sempre più nel tilt tra Roma e la sua provincia. Dopo il Campus biomedico alcune strutture stanno pensando di ridurre o bloccare gli accessi per garantire più posti ai malati di Covid, che stanno affollando i reparti di emergenza.
Lunghe attese e autoambulanze utilizzata come ambulatori soprattutto al Gemelli, al San Filippo Neri, al Sant'Eugenio, al Vannini e al Policlinico Casilino. Con il risultato che il servizio 118 fa non poca fatica a smaltire le chiamate di aiuto o trasferirli in altre strutture.
Non vanno meglio le cose in provincia. Tra i pronto soccorsi vicini alla saturazione quelli di Ariccia, Colleferro, Tivoli e Palestrina.
COVID. ROMA, 60 AMBULANZE FERME DAVANTI OSPEDALI IN ATTESA - RICOVERO PAZIENTI ALCUNE DALLE 3 DI STANOTTE. A CASILINO E PERTINI SITUAZIONI PIU' CRITICHE
(DIRE) - Sono 60 le ambulanze dell'Ares 118 bloccate davanti ai Pronto soccorso degli ospedali di Roma e provincia, in attesa che i pazienti vengano ricoverati. Alcune stazionano dalle 3 di questa notte. Le situazioni piú critiche al policlinico Casilino, con 12 ambulanze ferme, all'ospedale Pertini con 11, al Sant'Andrea con 8 e al policlinico Tor Vergata con 6. La Regione Lazio ha chiesto ai direttori generali degli ospedali di trovare ulteriori 1.550 posti letto per pazienti positivi da attivare entro il 20 novembre.
L’ORDINE DEI MEDICI DI MILANO CHIEDE IL LOCKDOWN IMMEDIATO PER LA CITTÀ
«Di una cosa siamo certi: la situazione sia nelle strutture sanitarie ospedaliere che anche nella medicina del territorio è diventata insostenibile. È necessario intervenire con un lockdown immediato ed efficace». Lo chiede per Milano il Presidente dell’Ordine dei Medici della città (Omceo), Roberto Carlo Rossi.
«Non esistono - scrive - piccoli rimedi a grandi problemi, così come non si può giocare a scaricare su altri ruoli e responsabilità: la situazione è molto seria e senza interventi drastici non può che peggiorare. Soprattutto se non ci si attrezza seriamente per tutelare quei medici che, ancora adesso, sono impegnati in prima linea, ma senza le necessarie attrezzature e materiali di protezione per svolgere in sicurezza il lavoro». Rossi sottolinea «la ferma ed unanime decisione di tutto il nuovo Consiglio milanese dell’Ordine nell’avanzare una richiesta di provvedimenti restrittivi immediati»