Estratto dell'articolo di Fabrizio Caccia per il "Corriere della Sera"
Ed ecco che in Parlamento si torna a parlare di «naja», a quasi 20 anni dalla legge Martino (governo Berlusconi), che dal primo gennaio 2005 dispose la «sospensione» del servizio di leva obbligatorio in Italia. A riproporre il dibattito, un senatore di FdI, Roberto Menia, vicepresidente della Commissione Affari esteri e Difesa, e il deputato leghista Eugenio Zoffili, fedelissimo di Matteo Salvini.
Menia presenterà a breve un ddl: «Non penso in realtà al ritorno del vecchio servizio militare obbligatorio di un anno — spiega il senatore di Pieve di Cadore, comune del Veneto sede di un leggendario Battaglione Alpini — ma a 6 mesi di naja, non solo per i ragazzi ma anche per le ragazze, per ridare loro moralità e spingerli così al rispetto delle norme, cosa che purtroppo mi pare sia oggi carente».
La proposta di legge del leghista Zoffili, nativo di Erba, altro posto di tradizione alpina, è stata invece già depositata alla Camera ed è in via di assegnazione alle Commissioni parlamentari competenti.
Prevede la reintroduzione del servizio di leva obbligatorio per i giovani tra i 18 e i 26 anni: «Una grande forma di educazione civica da impartire a ragazzi e ragazze», secondo il vicepremier della Lega e ministro delle Infrastrutture Salvini. La maggioranza però sul punto non è compatta. Matteo Perego di Cremnago, sottosegretario FI alla Difesa, ieri è stato perentorio: «Mi sento di escludere categoricamente la leva obbligatoria, le nostre Forze armate hanno bisogno di professionisti visto l’attuale contesto geo-politico».
Concetto, questo, che già il ministro della Difesa, Guido Crosetto (FdI), in occasione dell’Adunata degli Alpini a Vicenza, nel maggio scorso, ci tenne a sottolineare: «Le Forze armate — disse — non possono essere pensate come un luogo per educare i giovani, cosa che deve essere fatta dalla famiglia e dalla scuola».
E pure il neo capo di Stato maggiore della Difesa, il generale Luciano Portolano, già segretario generale della Difesa e direttore nazionale degli armamenti, a marzo scorso parlandone col Corriere chius e la porta alla leva obbligatoria: «Non ritengo sia oggi una soluzione percorribile in Italia. Viviamo tempi difficili in cui sono necessari professionisti seri e preparati. Le Forze armate hanno bisogno di esperti di cyber, ingegneri, persino hacker. Lascia ben sperare piuttosto la delega del Parlamento al governo per il progetto di creazione di una Riserva ausiliaria dello Stato». [...]
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