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giuseppe conte gennaro vecchione 1
A che serve la Fondazione Cyber dei servizi segreti, infilata nella finanziaria, complice Gualtieri, per farla partire dal gennaio 2021? A occhio, non a moltissimo: è un braccio tecnico-scientifico del professor Roberto Baldoni, vicedirettore del Dis e ordinario alla Sapienza di Sistemi Distribuiti.
Ha un obiettivo talmente ampio che sembra solo un modo per Conte (che la presiede) e Vecchione (che la coordina) di tenere saldo il potere sull'intelligence italiana.
La novità (e il rischio?) è la possibilità dell'ingresso dei privati, come le società di telecomunicazione. Per ora è solo un altro centro di potere con fondi e possibilità di elargire consulenze e ruoli, anche se dai 210 milioni da qui al 2024 si è passati a ben più risicati 10 milioni per il 2021. Molto del suo futuro dipende da quello che succede il 9 dicembre, data in cui scade il mandato di Vecchione.
Dopo il blitz estivo in cui Conte ha infilato nel decreto sull'emergenza sanitaria la proroga dei vertici dei servizi, resta una certa spaccatura soprattutto dentro il Pd. Se la corrente di Franceschini non è favorevole a un nuovo mandato per il capo del Dis, Zingaretti (che sta in piedi finché sta in piedi Conte) è disponibile a una proroga di un anno. Giuseppi lo vorrebbe allungare di due, per far collimare il mandato di Vecchione al suo.
La settimana prossima si inizierà a parlare delle nomine dei vice-direttori e sarà una bella battaglia perché tutti si aspettano grandi exploit da parte del controverso Marco Mancini per nulla intenzionato di finire tra i faldoni del Dis a fare il vice di Vecchione e desiderosi di un ruolo operativo all'Aise o all'Aisi.