Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”
Pare che molti parlamentari eletti per la prima volta abbiano festeggiato la caduta di Mario Draghi con l'euforia dell'ultimo giorno di scuola e con un sospiro di sollievo. Tutti, tranne pochi. Di loro ci occuperemo fra poco. Cosa c'era da festeggiare? Il raggiungimento della fatidica data «salva pensione»: per andare in quiescenza al compimento dei 65 anni con i contributi versati come parlamentari, i deputati e i senatori eletti per la prima volta dovevano superare la soglia dei 4 anni, 6 mesi e 1 giorno di permanenza in Parlamento.
mario draghi contro firma il decreto di scioglimento delle camere
Per questa legislatura, la data di salvataggio era fissata per il 24 settembre. Per esempio, l'on. Valentina Barzotti del M5s non godrà del «vitalizio» perché subentrata alla defunta Iolanda Nanni, 6 mesi dopo l'inizio della legislatura.
Siamo sinceri: avevamo un governo guidato da una delle più autorevoli personalità del nostro Paese. Il suo compito era gestire un debito pubblico fra i più alti del mondo facendo leva sulla competenza e sul prestigio internazionale. L'hanno scaraventato giù, senza riguardi. In confronto, cosa volete che sia un vitalizio in più? Per i pochi «sfortunati» avremmo anche potuto fare una colletta, in cambio di un Parlamento più responsabile, meno populista. Rispettiamo i diritti dei parlamentari ma soprattutto richiamiamoli ai loro doveri, whatever it takes .