Gabriele Guccione per corriere.it
Se qualcuno si aspettava di sentire dalla viva voce di Luigi Di Maio assicurazioni del tipo «la bloccheremo senza se e senza ma», non solo s’è dovuto ricredere, ma è stato costretto a trovare spazio nel suo animo di militante No Tav, prima che grillino, per la delusione e lo sconforto. Il fronte del «no» all’Alta velocità Torino-Lione, tra i 5 Stelle di governo, sembra cominci a scricchiolare.
La doccia fredda è arrivata qualche minuto prima della mezzanotte di venerdì, dopo cinque ore di confronto serrato con gli attivisti torinesi riuniti in un’assemblea per discutere del nuovo corso del Movimento. «Non sto dicendo assolutamente che sto cambiando idea — ha premesso il capo politico del M5S —, ma tornare indietro adesso sul Tav richiede il triplo delle energie».
Un segnale di cedimento o di rassegnazione? Certo, le parole pronunciate, il 3 giugno a Palazzo Chigi, dal presidente Giuseppe Conte hanno segnato un punto di svolta: «Se dovessi decidere oggi, io non la farei, non la trovo conveniente. Ma mi trovo in fase di attuazione — aveva detto il premier —, quindi o trovo un’intesa con Commissione europea e Francia o il percorso del Tav è bello e segnato».
Del resto, la definizione del dossier Alta velocità incombe sull’esecutivo gialloverde, insieme alle prossime scadenze per la realizzazione dell’opera: a metà settembre si chiuderà la prima fase della manifestazione di interesse per il versante italiano.
salvini visita il cantiere tav di chiomonte 9
E dire che l’assemblea dei 5 Stelle torinesi — tappa di un tour nazionale per presentare alla base la riorganizzazione del Movimento — si era aperta, nel salone dell’hotel Royal, con una rassicurazione: «Il Movimento è sempre stato e sarà sempre No Tav». Di Maio ha cercato di placare gli animi, dopo le scissioni e le dimissioni di massa (non quelle della sindaca Appendino, in questo caso) minacciate nelle ultime settimane da alcuni esponenti torinesi e valsusini dei 5 Stelle, davanti alle titubanze del governo M5S-Lega, sospettato dalla base di non voler bloccare davvero l’opera. Poi, però, dopo aver incassato gli applausi (nessun fischio, nessun attacco diretto ma qualche critica sì), il vicepremier ha tirato le somme del confronto con gli attivisti facendo seguire al suo atto di fede No Tav, una serie di «ma» e «però». «Gli incontri che il governo sta facendo sul Tav — ha chiarito — sono imposti da accordi internazionali già esistenti».
scontri con i no tav al corteo del primo maggio a torino 1
Difficile, insomma, fermare in corsa il treno dell’Alta velocità: nemmeno ora che il M5S è alla guida del Paese. «Va ricordato — ha messo in chiaro il leader 5 Stelle — che siamo andati al governo con il 33 per cento, non con il 51. Ciò significa che ogni volta che c’è da prendere una decisione si tiene una riunione a tre (con Conte e Salvini, ndr) dove si cerca di mediare per accontentare tutti».
Delusa, per non dire irritata, la reazione degli storici militanti No Tav, tra cui i ribelli che stanno facendo tremare la giunta Appendino. «Per carità — ha reagito la capogruppo del M5S in Piemonte, Francesca Frediani —, non mi aspettavo un “lo fermeremo”, ma almeno un impegno a dialogare con chi potrebbe suggerire possibili soluzioni. Sarebbe stata — ha concluso citando le parole del leader sui grillini ortodossi “nemici della contentezza” — la mia contentezza».
2. TAV
Andrea Rinaldi per corriere.it
La notizia è del 25 giugno: il cofinanziamento dell’Unione europea per la Torino-Lione sale al 55% per la parte internazionale. A confermarlo è la coordinatrice europea del Corridoio Mediterraneo, Iveta Radicova. Con questa delibera di fatto il nostro Paese non deve mettere più un euro sulla Tav, in quanto basterebbero già i 2,5 miliardi stanziati nel 2012 dalla finanziaria di Mario Monti. Chissà se sono queste le ragioni che hanno spinto alla mezza retromarcia di Luigi Di Maio venerdì sera a Torino («fermare ora la Tav costa il triplo delle energie»).
La panoramica
La linea ferroviaria Torino-Lione fa parte del Corridoio Mediterraneo, che va da Budapest fino ad Algeciras: lunga 270 chilometri, di cui 81,1 in territorio italiano, a stabilirne la realizzazione sono ben 4 trattati internazionali, il primo addirittura nel ‘96.
La tratta transfrontaliera comune tra Italia e Francia, da Susa a Saint-Jean-de-Maurienne, dovrà passare nel cosiddetto tunnel di base del Moncenisio: 57,5 chilometri in fase di realizzazione. Il costo della Tav, oggetto di numerose diatribe, è di 8,6 miliardi, finanziati per il 25% dalla Francia, il 35% dall’Italia e il 40% dalla Ue (ora saliti al 55%). Fino a oggi sono stati impegnati circa 2,5 miliardi di euro, di cui 1,2 miliardi già spesi in studi e progetti, mentre i contratti attivi finora valgono 1,3 miliardi. Tra cantieri e società di ingegneria la linea dà lavoro a 1.000 persone. A costruire la Tav è Telt, società di diritto francese partecipata da governo francese e Ferrovie dello Stato. È stato scavato il 18% dei 164 chilometri di gallerie previste.
Francia
Nella parte francese del tunnel di base (45 chilometri), il primo lotto di 9 chilometri è in corso di scavo nel cantiere di Saint-Martin-la-Porte, dove passeranno i treni (mancano circa 800 metri). È anche partito il cantiere della stazione temporanea di Saint-Jean-de-Maurienne, in vista della connessione delle linee ferroviarie esistenti al nuovo tunnel di base. Oltreconfine sono poi state realizzate le discenderie: quella di Villarodin-Bourget/Modane (4.000 metri completati nel 2007), quella di La Praz (2.480 metri, completati nel 2009) e Saint-Martin-la-Porte (1.800 metri completati nel 2016 e 2.400 metri nel 2010).
Italia
Sul versante piemontese è stata completata la galleria geognostica di Chiomonte (in Val di Susa, misura 7.020 metri di profondità). Lo stesso sito della Maddalena, attivo dal 2013, sarà il maggiore cantiere italiano per la costruzione del tunnel di base, in virtù del progetto di Variante dei cantieri (approvato nel 2018), che prevede la realizzazione dei lavori principali dell’opera a partire da Chiomonte, anziché da Susa. Per i lavori sul tunnel di base è previsto inoltre l’ampliamento del sito e la costruzione di uno svincolo autostradale sull’A32 a cura di Sitaf (gruppo Anas e gruppo Gavio).
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Futuro
Sempre sul lato italiano del tunnel di base, il cda di Telt ha deliberato l’ok alle gare d’appalto dei lavori il 25 giugno scorso, per un importo di circa 1 miliardo di euro. L’avis de marché, pubblicato l’1 luglio, è diviso in due lotti: uno per i lavori di costruzione e uno per la valorizzazione dei materiali di scavo. La scadenza per la manifestazione di interesse è il 16 settembre.
Dopo quel giorno, previo assenso dei due governi, potranno partire i bandi, ovvero il loro finanziamento sarà effettivo. In realtà la vera partita tra l’esecutivo giallo-verde e la Torino-Lione si giocherà di qui al 26 luglio. Martedì scorso infatti il ministro ai Trasporti Danilo Toninelli aveva inviato una lettera all’Inea, l'Agenzia esecutiva per l’innovazione e le reti della Commissione Europea, in cui annunciava la risposta definitiva del governo italiano sulla Tav entro il 26 luglio.
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