Alberto Nerazzini per ilfattoquotidiano.it - Estratti
Torna a far discutere la foto che ritrae una decina di anni fa la presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo con Luigi Ciavardini: a parlarne sono i familiari delle vittime delle stragi, in un’aula al Senato giovedì scorso. Con il sorriso spalancato, Colosimo è avvinghiata al braccio di Ciavardini, la mano che affettuosamente stringe quella dell’ex terrorista dei Nar, condannato per gli omicidi del magistrato Mario Amato e dell’appuntato Francesco Evangelista, e come esecutore materiale della strage di Bologna.
Ma non c’è solo l’“inopportuna” intimità di quella foto a imbarazzare Chiara Colosimo, la presidente che in nome di presunti “conflitti di interessi” vorrebbe interdire gli ex pm Scarpinato e De Raho dai lavori della Commissione Antimafia.
CHIARA COLOSIMO - COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA
Meno di un anno fa, durante la produzione del mio documentario “Roma città aperta” per 100 minuti, La7, realizzo un’intervista alla presidente Colosimo. Parliamo ovviamente anche del suo legame con Ciavardini e ne approfitto per verificare i suoi rapporti con un altro personaggio assai meno raccontato dell’ex terrorista dei Nar ma altrettanto centrale, quando si tratta di analizzare la zona grigia e l’intreccio tra professionisti, destra e criminalità organizzata: Paolo Colosimo, lo zio di primo grado della deputata Chiara.
CHIARA COLOSIMO - COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA
Classe ’55, in politica dal 1973 (da imputato, in un processo, si definisce uno dei fondatori del Fuan e un fedele missino), Paolo è un avvocato romano di fama con un parco clienti variegato ma non troppo: tra questi, il mitico Pino Daniele, il fascistissimo Maurizio Boccacci, il braccio destro di Storace Nicolò Accame, l’immobiliarista bancarottiere Danilo Coppola e, soprattutto, alcuni rappresentanti della potente cosca di ‘Ndrangheta Arena-Nicoscia di Isola Capo Rizzuto.
A parte una piccola condanna “studentesca”, nel 1979, per porto abusivo di armi, l’avvocato Colosimo finisce nei guai nel 2007 (domiciliari nell’inchiesta sul crac del gruppo Coppola, poi verrà assolto) e molto più seriamente nel febbraio 2010, quando è colpito da un ordine di custodia cautelare in carcere chiesto dalla Dda di Roma.
È l’inchiesta Fastweb- Telecom Sparkle sul maxi-riciclaggio da due miliardi, una delle frodi più colossali della storia, che svela un sodalizio criminale diretto da Gennaro Mokbel, imprenditore romano con un passato nella destra eversiva (molto legato a Mambro e Fioravanti, a proposito di stragi).
Quell’immensa indagine ha anche un filone “elettorale”, dove il protagonista è proprio Paolo Colosimo: per far eleggere nel 2008 il senatore Pdl Nicola Di Girolamo nella circoscrizione estero, l’avvocato organizza e mette a disposizione del sodalizio la sua rete di amici e clienti della cosca. E il gioco è fatto: grazie ai “calabresi” – quelli “pesanti”, come li chiama Mokbel – basta una serata con il candidato nel Crotonese, poi in Germania gli emissari fanno incetta di schede elettorali,
Di Girolamo fa il botto di preferenze ed entra in Senato, come “leader di un gruppo di potere che si è incuneato nelle istituzioni” (sempre Mokbel dixit). Paolo Colosimo è a disposizione di Mokbel, ma non solo: “Per qualsiasi cosa io ti possa essere utile, ma veramente, tu devi pensa’ prima a me… ma veramente tu qualsiasi cosa, tu mi chiami e io sono a disposizione”, dice a Fabrizio Arena, figlio del boss Carmine ammazzato a colpi di bazooka nel 2004, quando a fine agosto 2007 lo chiama per ringraziarlo dell’ospitalità speciale ricevuta nel villaggio Valtur in Calabria.
Fabrizio Arena è anche il genero di Franco Pugliese, l’“oscuro imprenditore e albergatore” – legatissimo ai vertici delle cosche e padre di Michele, uomo dei Nicoscia – con cui Colosimo stringe un’amicizia particolarmente stretta. Il 31 agosto 2007 l’avvocato Paolo è al telefono con il fratello Cesare, medico e padre di Chiara Colosimo. I due commentano la scarcerazione di un membro della cosca, Pino Arena: “È quello che stava dentro la macchina che è saltata in aria, ha perso l’udito – spiega Cesare al fratello Paolo, riferendosi all’attentato al boss Carmine – questo è il capo attualmente, localmente questo è il capo”. E poi Paolo racconta a Cesare di aver incontrato Pino Arena proprio al funerale del vecchio boss Carmine.
La presidente Colosimo è infastidita dalle mie domande sullo zio Paolo, condannato dalla Cassazione nel giugno 2018 a 4 anni e 6 mesi, ma risponde decisa: “Non ho rapporti con lui dal 2010. Forse lo avrò visto due, tre volte a funerali o cose così. Fermo restando che anche i mafiosi hanno bisogno di avvocati, per me la connivenza non era accettabile”.
Una rottura famigliare che ricorda quella con il padre dell’amica e riferimento Giorgia Meloni. “Opportuno sarebbe renderla pubblica, questa rottura”, aggiungo. “Non credo che questo riguardi il mio ruolo. Quello che è stato accertato lo condanno con tutte le mie forze”.
La presidente della commissione Antimafia Chiara Colosimo
Lo scorso anno, Paolo Colosimo, nel frattempo radiato dall’albo, a seguito della bocciatura della richiesta di affidamento in prova si costituisce in carcere a Orvieto. Dopo un po’ di domiciliari, da sette mesi è definitivamente libero. Proprio a Orvieto, suo figlio Nicola, già leader di Magnitudo, il 28 luglio scorso chiude da vicepresidente il forum del Movimento Indipendenza, abbracciando sul palco il suo nuovo padre politico, Gianni Alemanno
delmastro colosimo antonino monteleone GENNARO MOKBEL CHIARA COLOSIMO CON ANTONINO MONTELEONE ALLA CONVENTION PROGRAMMATICA DI FRATELLI D ITALIA A PESCARA chiara colosimo ricevimento quirinale 2 giugno 2024 foto lapresse chiara colosimo con il marito ricevimento quirinale 2 giugno 2024 foto lapresse
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CHIARA COLOSIMO IN VACANZA IN GRECIA