Leonardo Martinelli per "la Stampa"
La cerimonia si è svolta in quell'atmosfera così intima del giardino d'inverno dell'Eliseo. Dalle mani di Emmanuel Macron, Christine Lagarde, 66 anni, ha ricevuto l'Ordine nazionale al merito, una delle più alte onorificenze della Repubblica francese.
Era il 9 febbraio, ma la notizia è trapelata solo giorni dopo: lei, impeccabile come sempre, quella capigliatura argentea che esibiva quando ancora non andava di moda, lo sguardo fiero ma non arrogante (ci riescono in pochi). Erano presenti una quarantina di persone. Christine è stata decorata «per il contributo alla valorizzazione dell'immagine della Francia».
È la più anglosassone dei tecnocrati francesi. Lei, che dal 2019 è governatore della Banca centrale europea, dopo più di otto anni a dirigere il Fondo monetario internazionale, piace molto all'estero, perché è talmente più pragmatica e flessibile di un francese medio. E piace anche ai francesi, per quel suo «fluent in english», l'essere a suo agio in società, è una che fa fare bella figura.
Ecco, quella cerimonia è stata pure l'occasione per Macron e Lagarde di vedersi di persona: l'ex banchiere d'affari di fronte all'ex avvocata d'affari. Due carrarmati, poco tecnici, ma così efficaci («fuffosi», ribattono gli invidiosi). La relazione è diventata più stretta quando si negoziava il Recovery Fund da 750 miliardi.
Nei giorni precedenti la decorazione all'Eliseo, Macron aveva pranzato in segreto con Nicolas Sarkozy. Tra i due la relazione è ambigua, ma l'ex presidente gioca un po' al consigliere ombra. Sarkò ormai non parla più. Ma per lui «parla» il Figaro, quotidiano conservatore, che riporta le «voci» del suo entourage, molto affidabili.
EMMANUEL MACRON CHRISTINE LAGARDE
Con Macron avrebbe smontato Valérie Pécresse, candidata alle presidenziali di aprile, dello stesso partito di Sarkozy, i Repubblicani, destra moderata e neogollista. E gli avrebbe consigliato, se Macron vincerà (la sua candidatura non è ancora ufficiale ma scontata), di prendere Lagarde come premier (fu ministra dell'Economia per Sarkò).
Lei, a dire il vero, in gennaio, alla radio France Inter aveva detto: «Ho un mestiere, una funzione. Sarò a Francoforte fino al 2027». Ma si dicono tante cose Anche a livello d'immagine, Macron avrebbe bisogno di una donna premier, lui che è costantemente circondato solo da uomini (le ministre sono relegate in dicasteri di secondo piano) e maschi sono tutti i consiglieri (a parte la signora Brigitte).
Già dai primi anni del suo mandato, Macron ha fatto una virata a destra, in linea con la «droitisation» di tutta la società, fino ad arrivare a una campagna elettorale come quella attuale, dominata dai temi imposti dai due contendenti dell'estrema destra, Marine Le Pen ed Eric Zemmour. Sì, Macron avrebbe bisogno di una donna di destra.
Christine è ideale. Liberale (lei precisa spesso «con sfumature sociali», ma fu così dura nella gestione del dossier greco come dirigente dell'Fmi). Poi, se Emmanuel sarà confermato, dovrà decidersi a fare le riforme strutturali finora solo promesse, come quella delle pensioni, di cui la Francia ha tremendamente bisogno (un'età pensionabile a 62 anni è insostenibile).
Visto il suo curriculum vitae, Lagarde sarebbe ideale per gestire dossier del genere, tanto più che tra le sue qualità c'è sicuramente la capacità di dialogo. Intanto, a Francoforte il personaggio diventa sempre più controverso. L'idea di una politica monetaria stabile di fronte a un'inflazione temporanea su cui si regge il suo operato attuale inizia a generare qualche dubbio.
christine lagarde con mario draghi
E se l'inflazione continuasse a crescere? Christine è il governatore più adatto a gestire l'emergenza? Campionessa di nuoto sincronizzato da giovane, ha mantenuto tanto rigore. Dopo la maturità, andò a studiare negli Usa con una borsa di studio e ci ritornò più tardi, scalando i vertici dello studio di avvocati d'affari Baker McKenzie, diventandone numero uno.
Tanto rispetto per Christine e per le sue capacità diplomatiche e politiche, ma negli ultimi tempi riemergono nei media internazionali critiche ricorrenti nei suoi confronti. Che si ritroverebbe ai vertici della Bce senza aver fatto la banchiera. Che non ha mai studiato economia. Che non è Mario Draghi.
DOMINIC STRAUSS KAHN - CHRISTINE LAGARDE
Insomma, in questa fase delicata, rientrare in Francia da primo ministro, potrebbe essere una «exit strategy» comoda per tutti. Se lo scenario si concretizzasse, lo farebbe addirittura prima delle presidenziali francesi? È improbabile, troppo rischioso. Ma basterebbe già il fatto che circolino voci sulla sua disponibilità e che non spenda neppure una parola per l'ex amica Pécresse. Anche Sarkò si rifiuta di appoggiare la candidata del suo partito. Sosterrà Macron? Una neutralità benevola potrebbe bastare, pure in questo caso. A contribuire allo slancio di una nuova vittoria.
christine lagarde. mario draghi christine lagarde lagarde e sarkozy su un tapie in fiamme sarkozy lagarde christine lagarde 1 christine lagarde con mario draghi LAGARDE DRAGHI sarkozy macron SARKOZY MACRON2 SARKOZY MACRON 1 sarkozy lagarde sarkozy lagarde