Il testo è tratto dall'intervento del professor Giuliano Amato durante l'incontro sul futuro dell'Europa organizzato dall'associazione "Il Mulino" - da "la Stampa"
Al Consiglio europeo di giovedì si parlerà della questione immigrazione. Su questo tema bisogna trovare un incontro tra ciò che non può non essere fatto in sede europea e ciò che deve rimanere in sede nazionale. Gli autori del documento "L'Europa che vogliamo: una Europa possibile", frutto del lavoro dell'Associazione Il Mulino, sono stati forse un po' troppo ottimisti nel prefigurare competenze esclusive dell'Unione.
Sull'immigrazione, francamente, mi accontenterei di una più robusta e chiara competenza concorrente che concerna le frontiere esterne e un governo dei flussi che non può essere solo nazionale. C'è poco da fare: i flussi non li si governa se non si dà dignità e solidità al governo dei flussi economici, abbandonando l'assurdo principio che ha preso strada negli anni scorsi per il quale se tu sei un rifugiato politico puoi entrare, mentre se sei uno che sta scappando dalla miseria te ne torni alla tua miseria perché sei comunque un irregolare.
Quando, prima delle grandi crisi economiche, noi tutti facevamo flussi di ingresso legati ai fabbisogni del mercato del lavoro, ciascuno di noi prevedeva 150-200 mila ingressi regolari per esigenze del mercato del lavoro.
A suo tempo un bravo commissario italiano agli Affari Interni, che era Franco Frattini, disse: "È competenza dei singoli Stati stabilire quanti migranti servono, ma mettiamo insieme in termini di aggregazione il mercato del lavoro europeo e creiamo un impatto con la domanda europea di lavoratori esterni".
Ecco: dovremmo arrivare almeno a questo, a una concertazione tra Commissione e Stati nazionali di flussi di ingresso di immigrati regolari che rispondono a domande del mercato del lavoro. Questo è il vero modo per allentare la pressione fatta di traffici e ingressi clandestini.
Tornando al documento sul futuro dell'Unione europea, sono totalmente d'accordo con l'idea centrale dell'ultimo punto che dice di rafforzare gli organi che fanno capo alla rappresentanza elettiva, vale a dire il Parlamento europeo e la Commissione europea, che proprio al Parlamento risponde.
MIGRANTI IN ARRIVO IN SICILIA DALLA TUNISIA
Io sono d'accordo, ma parliamoci chiaro: ci aspettiamo che tutto ciò vogliamo venga fatto da tutti i 27 oppure - così come si prevede naturalmente di fare per la Sicurezza e la Difesa - non pensiamo che bisognerà prendere la strada delle cooperazioni rafforzate, anche differenziate, purché si vada avanti?
migranti invisibili per la vaccinazione 6
Non possiamo passare altri vent' anni dicendo: noi 27 dobbiamo deciderci a passare dall'unanimità alla maggioranza. Certo, se ci riuscissimo sarebbe una splendida cosa. Ma per vent' anni diremo che lo dobbiamo fare. Forse, prima che passino vent' anni, sarebbe opportuno avviare su alcuni di questi temi delle cooperazioni rafforzate differenziate.
Germania, Francia e Italia sono Paesi confinanti e tra di loro si potrebbero stabilire delle regole comuni che vanno molto al di là di quelle correnti. Certo non bastano tre Paesi per fare una cooperazione rafforzata, ce ne vogliono almeno nove, ma pensate che fondamento sarebbe questo: un fondamento simile a quello su cui nacque la Comunità europea a sei negli Anni Cinquanta. Riflettiamo su questa possibile analogia per una ripresa dell'integrazione europea.
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