SULLA CINA C’È CHI APRE (L’ITALIA) E CHI CHIUDE (GLI AMERICANI) – MENTRE ADOLFO URSO A ROMA INCONTRA YI LI, SEGRETARIO DEL PARTITO COMUNISTA CINESE DELLA MUNICIPALITÀ DI PECHINO, PER “INTENSIFICARE GLI INVESTIMENTI CINESI”, BIDEN IMPONE NUOVI DAZI SUI VEICOLI ELETTRICI MADE IN CHINA. UNA STRETTA “AMERICA FIRST” A CUI NON ERA ARRIVATO MANCO TRUMP NEL PRIMO MANDATO

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1. IL POST DI ADOLFO URSO

Dal profilo Facebook di Adolfo Urso

 

yin li adolfo urso yin li adolfo urso

Ho incontrato a Palazzo Piacentini Yin Li, segretario del Partito Comunista Cinese della Municipalità di Pechino. Al centro del colloquio l’importanza di intensificare la cooperazione industriale e gli investimenti cinesi in Italia.

 

2. Gli Usa e il ritorno al proibizionismo: il caso dei dazi imposti da Biden sui veicoli elettrici fabbricati in Cina

Estratto dell’articolo di Tommaso Carboni per www.lastampa.it

 

Quel mondo di regole globali, apertura dei mercati, e la promessa americana di sostenere entrambi, si sta disfacendo. E in parte, sono gli stessi Stati Uniti a smantellare l’edificio. È il dilemma tra libero scambio e stabilità politica, intesa come la capacità di mantenere un centro che contiene il populismo degli estremi. L’idea di fondo del team di Joe Biden è che la globalizzazione, e quindi il rapporto con la Cina, vadano fortemente riformati.

il post di adolfo urso sull incontro con yin li il post di adolfo urso sull incontro con yin li

 

Biden, indietro nei sondaggi rispetto a Donald Trump, giura di voler proteggere l’industria di Stati come Michigan e Pennsylvania. La cura: intervento dello Stato nell’economia, sussidi, dazi, protezionismo. Ciò stimolerebbe l’industria, aiutando la classe media e disinnescando il virus populista. Questa è la teoria. Ma nella pratica è difficile tenersi in equilibrio. L’ultima raffica di dazi all’export cinese sa molto di campagna elettorale. Un “America first” non diverso da quello di Trump. Tariffe più alte per batterie, celle solari, acciaio, alluminio, attrezzature mediche. L’aumento più vistoso colpisce le temutissime auto elettriche. Una tassa proibitiva del 100 per cento.

 

[…] Le nuove tariffe sono state aggiunte a quelle di Trump, imposte in origine accusando la Cina del furto di tecnologia e proprietà intellettuale. Ma la Cina questa volta non sembra aver rubato, semmai nella tecnologia verde è passata avanti. Anche l’Unione europea molto probabilmente aumenterà i dazi. La differenza è che ha aperto un’inchiesta in cui cerca di dimostrare che i veicoli elettrici cinesi (e altri prodotti come i pannelli solari) ricevano troppi aiuti di Stato. Un sistema basato su regole in teoria prevede questi meccanismi: aggiungere dazi in modo calibrato se un altro paese fa concorrenza sleale. Poi certo l’impianto legale copre sempre interessi economici.

 

XI JINPING E JOE BIDEN XI JINPING E JOE BIDEN

Rispetto agli Stati Uniti, l’Europa esporta in Cina una quota maggiore della propria manifattura. Finora Bruxelles è sembrata divisa sui dazi perché la Germania è contraria. Le case d’auto tedesche vendono ancora molto in Cina e allo stesso tempo ne temono meno la concorrenza rispetto ai francesi. Alla fine però ci si aspetta che i dazi verranno alzati. Anche se non come in America. Il gruppo di ricerca Rhodium Group prevede tariffe sui veicoli cinesi tra il 15% e il 30% (oggi sono al 10%). Ma ci vorrebbe una soglia più alta, tra il 45 e il 55%, per scoraggiare davvero l’export di Pechino – dice sempre Rhodium Group. Dunque l’Europa è ingenua (o debole) e ha ragione Biden con il suo protezionismo?

 

joe biden e xi jinping joe biden e xi jinping

Secondo Adolfo Urso, ministro dell’Industria e del made in Italy, non c’è altra scelta che imitare gli Stati Uniti. “Servirà una politica industriale assertiva, basata su risorse comuni, che tuteli le imprese europee”, ha detto Urso, parlando pochi giorni fa al Festival dell’Economia di Trento. La risposta dell’Europa finora è stata in larga parte allentare i vincoli degli aiuti di Stato. Ciò ha permesso ai paesi di finanziare le imprese, ognuno secondo le proprie capacità; chi aveva più margine ha speso di più: in testa Germania, poi Francia. Ma con un effetto distorsivo sul mercato unico europeo. Per questo Urso spinge per una politica industriale fatta di risorse comuni; però Germania e altri paesi del nord d’Europa restano molto meno propensi. […]

yin li adolfo urso yin li adolfo urso XI JINPING JOE BIDEN XI JINPING JOE BIDEN yin li adolfo urso yin li adolfo urso LA STRETTA DI MANO TRA XI JINPING E JOE BIDEN A SAN FRANCISCO LA STRETTA DI MANO TRA XI JINPING E JOE BIDEN A SAN FRANCISCO incontro yin li adolfo urso incontro yin li adolfo urso

 

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