Diodato Pirone per “il Messaggero”
A Montecitorio oggi dovrebbe scattare la tagliola per i «morosi» M5S sulle rendicontazioni. I tre probiviri del Movimento faranno il punto sul principale nodo interno di questo inizio anno: quello dei rimborsi non onorati. Un nodo che fra i grillini si interseca con il dissenso di chi non solo contesta un sistema che, a parere della fronda, avvantaggia la piattaforma Rousseau ma da settimane chiede una svolta nella leadership del Movimento.
Intanto è Gianluigi Paragone a lanciare la sua sfida direttamente a Luigi Di Maio: «fai votare la mia espulsione dagli iscritti, o hai paura?», è il guanto lanciato dal senatore ex-dissidente. Ai vertici del Movimento, tuttavia, si ostenta una certa tranquillità. Il blitz di Paragone è derubricato a escamotage per «stare sui giornali».
GIANLUIGI PARAGONE CON ALESSANDRO DI BATTISTA E DUE ATTIVISTI A TIVOLI - DICEMBRE 2019
Anche perché, già in passato Di Maio aveva esplicitato il suoi pensiero ai fedelissimi: chi esce dal M5S smette di stare sotto i riflettori solo quando smette di attaccarmi. Il fronte Paragone, però, è apertissimo. In un video il senatore accusa il capo politico di non aver rispettato il codice etico, che invece lo stesso Paragone - a suo dire - avrebbe seguito alla lettera.
AVVOCATI IN CAMPO
Paragone vuole andare fino in fondo e non è escluso che torni in cattedra Lorenzo Borré, il legale che spesso ha accompagnato le vertenze degli espulsi. Nei vertici, però, anche lo spettro della scissione sembra allontanato. I «piani alti» mettono in conto al massimo qualche altro fuoriuscita e i sospetti si rincorrono su chi ha già annunciato di non voler saldare i suoi debiti sui rimborsi. Come Dalila Nesci (già allo scontro con Di Maio sulla candidatura in Calabria), che esce allo scoperto: «non rendiconterò più sulla piattaforma del M5S. Io combatto la ndrangheta, non temo certo i probiviri», attacca.
Difficile, tuttavia, che già oggi scattino le espulsioni per i rimborsi. «Un segnale verrà dato», si limitano a sottolineare fonti del M5S spiegando come Di Maio - la cui attenzione, si spiega, è concentrata sulle crisi internazionali - non sarà alla riunione dei tre probiviri.
A quella di Dalila Nesci nelle prossime ore si potrebbero aggiungere altre, nette, prese di posizione. Fino alla plenaria dei gruppi di giovedì sera, che si preannuncia ad alta tensione.
«Credo ci sia necessità di una discussione e di cambiare passo credo, aspettiamo marzo», spiega Stefano Buffagni cercando di farsi portavoce di chi, pur restando fedele al M5S, ne chiede un immediato rilancio. E Buffagni sparge miele anche sul «caso Di Battista»: «Credo sia una risorsa importante, lui non avendo responsabilità di governo si permette di esternare malumori», osserva.
Intanto nelle contraddizioni M5S prova a insinuarsi Matteo Salvini. «Pur senza fare nomi - ha detto ieri il leader della Lega a Bologna - ci sono tanti amministratori locali, sindaci, consiglieri regionali e diversi parlamentari che si sentono traditi da Grillo e da Di Maio che sono entrati in politica per contrastare i poteri forti che in Italia sono sostenuti e difesi dal Pd: se vorranno proseguire la loro battaglia di cambiamento con la Lega saranno i benvenuti. E penso che nei prossimi giorni vedrete belle sorprese».
AULA MONTECITORIO DALILA NESCI SIBILIA