Matteo Ghisalberti per “la Verità”
La giustizia fa di nuovo irruzione nella campagna elettorale delle presidenziali francesi. A meno di una settimana dal secondo turno, che si svolgerà domenica 24 aprile, l'ufficio europeo per la lotta alle frodi (Olaf) ha accusato Marine Le Pen e alcuni altri ex deputati europei del Rassemblement National (Rn) di appropriazione indebita di circa 600.000 euro. Secondo l'autorità europea si tratterebbe di soldi pubblici europei impiegati dalla stessa candidata dell'Rn, nonché da suo padre, Jean-Marie Le Pen; dal suo ex compagno Louis Alliot, e da Bruno Gollnisch, quando erano europarlamentari.
Con insolito zelo, l'informazione è stata trasmessa dall'istanza Ue anche alla Procura di Parigi, come confermato da quest' ultima all'agenzia di stampa France Presse.
MARINE LE PEN CON LA STESSA POSA DI EMMANUEL MACRON
La notizia dell'accusa dell'Olaf è stata pubblicata dal media online d'inchiesta Mediapart fondato e diretto da Edwy Plenel, che in gioventù ha fatto parte della Lega Comunista Rivoluzionaria. Lo stesso direttore aveva invitato a votare per Emmanuel Macron, tra i due turni delle elezioni presidenziali del 2017. In occasione della stessa campagna, Mediapart aveva anche pubblicato delle informazioni che, insieme alle rivelazioni del settimanale satirico Le Canard Enchainé, avevano contribuito a escludere dalla corsa all'Eliseo l'allora candidato della destra moderata François Fillon.
È forse anche a causa di questi precedenti che l'entourage della candidata di Rn ha reagito rapidamente alle accuse dell'Olaf. L'avvocato Rodolphe Bosselut, legale di Le Pen ha parlato di «strumentalizzazione» e si è detto «sorpreso della tempistica relativa alla rivelazione» nonché «costernato del modo in cui agisce l'Olaf senza contraddittorio» e su «vicende che risalgono a più di dieci anni fa».
MAPPA DEI RISULTATI DEL PRIMO TURNO DELLE ELEZIONI PRESIDENZIALI FRANCESI
In effetti, secondo il legale, l'ufficio europeo contro le frodi avrebbe aperto l'inchiesta nel 2016 e ha interrogato per iscritto la candidata del Rn, nel marzo del 2021. Per questo non si capisce l'interesse di rilanciare la vicenda proprio nel mezzo della campagna elettorale per le presidenziali, che nei sondaggi di ieri segnava per il presidente uscente una intenzione di voto pari al 54,5% mentre per Marine del 45,5. Per il presidente dell'Rn, Jordan Bardella, l'Olaf è «un ufficio contro il quale abbiamo già sporto denuncia in due occasioni» e che ce ne sarà «evidentemente una terza».
Nel frattempo anche il Parlamento europeo ha rapidamente reagito all'informazione resa nota da Mediapart e ha annunciato che richiederà «il rimborso delle somme pagate indebitamente».
Il dossier aperto dall'Olaf non è la sola vicenda a sfondo giudiziario che ha investito la campagna elettorale francese.
Il 5 aprile scorso il capo della Procura Nazionale Finanziaria francese (Pnf), Jean-François Bohnert, ha annunciato che il 31 marzo 2022 era stata aperta un'inchiesta preliminare nei confronti di McKinsey e di altre società di consulenza ampiamente utilizzate dallo Stato francese, soprattutto nell'ultimo quinquennio. L'Eliseo è risultato essere uno dei più assidui utilizzatori di tali società. McKinsey è stata accusata di «riciclaggio aggravato da frode fiscale». La società americana, con sede nello Stato del Deleware noto per la bassissima imposizione fiscale, è finita sotto inchiesta anche per la «questione del suo regime fiscale in Francia».
L'inchiesta era nata dal rapporto di una commissione del Senato francese sull'influenza delle società di consulenza sulle politiche pubbliche d'Oltralpe. Nel rapporto si leggeva che sebbene McKinsey fosse «fiscalmente soggetta all'imposta societaria (Is) in Francia» i versamenti da essa effettuati erano «pari a zero euro da almeno 10 anni». In seguito i senatori avevano anche fatto appello alla giustizia per un «sospetto di falsa testimonianza» da parte di Karim Tajeddine, direttore di McKinsey Francia e vicino a Macron. Il 18 gennaio scorso, durante un'audizione sotto giuramento davanti alla commissione senatoriale, il manager della società di consulenza aveva dichiarato: «Lo dico molto chiaramente, abbiamo pagato l'imposta societaria in Francia e tutti i dipendenti sono in una società di diritto francese».
marine le pen ed emmanuel macron
Più o meno negli stessi giorni in cui esplodeva l'affaire McKinsey, un documentario realizzato dal media francese indipendente Off Investigation aveva sollevato dubbi sul patrimonio di Macron.
Questa inchiesta giornalistica non ha avuto seguiti giudiziari. Ma nell'attesa che i dubbi sulle possibile usi indebiti di soldi pubblici da parte della presidenza Macron e dell'ex eurodeputata Le Pen, numerosi intellettuali, sportivi, politici francesi hanno lanciato appelli per denunciare un presunto ritorno del fascismo, in caso di vittoria della candidata Rn.
Dopo i 500 artisti, i 50 sportivi e i politici «trombati» come Valérie Pécresse, Anne Hidalgo, Nicolas Sarkozy e altri, sabato scorso è arrivato l'appello-insulto di Mourad Boudjellal, imprenditore attivo nell'editoria e nello sport. Dal palco del meeting organizzato da Macron a Marsiglia, Boudjellal si è rivolto agli elettori di Le Pen dicendo loro: «Guardatevi, siete razzisti!».
MARINE LE PEN MACRON emmanuel macron e marine le pen