Ernesto Menicucci per il “Corriere della Sera - Roma”
Manifesti legali e abusivi, unioni civili e rivisitazioni storiche. Alfio Marchini, intervenendo alla presentazione dei candidati della Lista Storace, racconta: «Era il 1968, mio nonno viene invitato alla facoltà di Architettura a Valle Giulia. Ha chiesto, alla fine della lezione, chi è il più grande urbanista in questa città? Ha risposto Benito Mussolini».
Non siamo al «più grande statista del novecento» che pronunciò (salvo poi ritrattare) Gianfranco Fini, ma la frase dell'imprenditore - che cita nonno Alfio senior, partigiano, quello che chiudeva le riunioni con le parole di Togliatti «al lavoro e alla lotta» - fa comunque clamore. Gianfranco Mascia, dei Verdi, candidato con Roberto Giachetti, ironizza: «Consiglio a Marchini un nuovo slogan: "Libero di essere fascio": oggi dimentica che il dittatore ha sponsorizzato le più grandi speculazioni edilizie di Roma, basta citare l' abbattimento del quartiere Alessandrino per realizzare via dei Fori Imperiali».
Domenico Rossi, sottosegretario alla Difesa, candidato con «Più Roma», aggiunge: «Dalle citazioni di Gramsci alle lodi per Mussolini. Da libero dai partiti all' alleanza con Berlusconi e Storace. Dalle richieste di istituire i registri comunali per le unioni gay al rifiuto di celebrarle. Marchini si conferma un inaffidabile saltinbanco».
L' altra polemica di giornata è sui manifesti elettorali. Nel giorno in cui escono anche quelli di Virginia sulle fiancate dei bus («#Coraggio. È ora di cambiare Roma», con la sua faccia e «Raggi» in giallo), la candidata di M5s «punge» Giachetti, costretto a richiamare all' ordine alcuni suoi candidati per le affissioni abusive (uno di questi, Giovanni Rossella, della lista civica, si scusa con l' aspirante sindaco).
La Raggi (oggi nuovo aperitivo di autofinanziamento, sabato manifestazione a piazza Don Bosco a Cinecittà, quella del funerale di Vittorio Casamonica: «Giachetti si erge a eroe nazionale per aver denunciato l' affissione abusiva di un candidato della sua lista. Peccato che nasconda il suo voto favorevole al Milleproroghe del 2014 che, come ogni anno, ha sanato centinaia di migliaia di euro di multe inflitte ai partiti». Il tutto documentato dalla «strisciata» del voto. Giachetti non replica: in questo caso, punto per la Raggi.