Gianluca De Rossi per “Il Messaggero”
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Il verdetto delle elezioni amministrative parla chiaro: è Fratelli d'Italia il partito che traina il centrodestra, con il partito guidato da Giorgia Meloni che sorpassa la Lega come guida della coalizione.
Guido Crosetto, ex deputato e tra i fondatori di FdI, da dove arrivano tutti questi consensi?
«Penso che i voti siano arrivati da un'area di centrodestra. Ma non solo, anche dagli ex Cinquestelle, le persone deluse dal M5S».
Quindi non solo dalla Lega...
«Al Nord credo che gli elettori del Carroccio non siano andati a votare. Ho colto una certa freddezza nell'elettorato della Lega in queste elezioni. E quindi i loro voti sono come congelati, credo siano in attesa di capire dove vuole andare il loro partito. Più facile, dunque, che i voti a FdI siano arrivati più da FI».
GUIDO CROSETTO E GIORGIA MELONI
Perché?
«Quel partito sta facendo un percorso in discesa. Vedo Silvio Berlusconi in forma, ma lavora molto solo lui per il partito, dà anima e corpo. Tuttavia, non ho visto un grande impegno del suo gruppo dirigente in queste elezioni. Sono lontani i tempi in cui FI prese voti perché Berlusconi portò in Parlamento il meglio che c'era dell'Italia alternativa alla sinistra, personalità come Sacconi, Pera, Frattini...».
Quindi, per vincere alle amministrative ci vogliono persone credibili?
«La spinta di FdI abbinata al lavoro fatto da bravi sindaci come Bucci a Genova o Biondi a L'Aquila ha portato alle riconferme al primo turno».
Cosa ha detto dopo il voto di domenica a Giorgia Meloni?
«Le ho detto di staccare, di prendersi alcuni giorni di riposo, perché le voglio bene».
Nessun suggerimento?
«Sì, nelle coalizioni tocca ai partiti più grandi avere più buon senso degli altri. FdI deve farsi carico di guidare il centrodestra. È da 5 anni che Giorgia Meloni dice di volere l'alleanza del centrodestra, perché ritiene sia l'unica strada praticabile. E ha un vantaggio: lei non ha mai tradito».
Meloni regista del centrodestra, o solo prima punta per andare a Palazzo Chigi?
«Considero Giorgia così intelligente da pensare che se ritenesse più utile un'altra persona a Palazzo Chigi al posto suo, lei sceglierebbe questa soluzione. Per lei la programmazione politica non è programmazione personale, ma predisporre un percorso per aiutare questo Paese il più possibile. Su questo non metterebbe pregiudiziali».
GUIDO CROSETTO E GIORGIA MELONI
Si aspetta che l'astensionismo vinca anche alle politiche del prossimo anno?
«Le prossime elezioni vedranno una partecipazione maggiore, con attese e speranze superiori, e mi aspetto risultati molto diversi».
In che senso?
«Sono convinto che alcuni movimenti di protesta avranno molto più spazio alle politiche. Vedo uno spazio dal 5 all'8%».
E dove vede FdI?
«Sopra al 25%. Ma il risultato sarà buono se tutto il centrodestra avrà la maggioranza».
Come vede il campo largo disegnato dal segretario Pd Letta?
«Lo vedo come un campo a metà, perché se il Pd si riconferma, dall'altra parte non c'è alcuna dote di voti».
GUIDO CROSETTO E GIORGIA MELONI
E il polo Calenda-Renzi?
«Guardo i dati. Renzi ha eletto più consiglieri di Calenda, ma entrambi possono evolvere. Dispiace, tuttavia, vedere con quanta violenza Calenda si rivolge contro Giorgia Meloni, violenza tale, personale e non politica, che avvelena il dialogo. Calenda potrebbe essere persona attorno a cui si potrebbe costruire il terzo polo, ma ha questi atteggiamenti che non riesco a concepire».
Vede un altro polo al centro degli schieramenti?
«Questo è un discorso che farà arrabbiare Giorgia, perché non ci si può autolimitare all'interno di una coalizione. L'esempio è dato dal centrosinistra, che aggrega FI, Lega e M5S e va a governare».
Qual è lo spazio di manovra?
«Ci vuole un po' più di cinismo: auspico la nascita di un terzo polo di centro, con cui il centrodestra possa dialogare. Il modello? È Genova».
guido crosetto e giorgia meloni