Estratto dell’articolo di Paolo Bracalini per “il Giornale”
Con il tempo e l'età i rancori personali passano e in certi casi si finisce persino per apprezzare i vecchi nemici. Anche una di quelle rivalità che hanno segnato una stagione televisiva (e non solo), la saga Santoro contro Berlusconi, a distanza di anni cambia di prospettiva. […] il Caimano […] oggi appare però al conduttore sotto una luce molto diversa: «Berlusconi è invecchiato, ma continua ad avere una statura diversa rispetto ai politici di oggi. Comunque è un personaggio che ha segnato la storia del nostro paese» racconta Santoro intervistato da Massimo Giletti su Rtl 102.5.
SANTORO MATTATORE E BERLUSCONI LEONE
[…] È […] sulla guerra che il vecchio nemico appare come un saggio: «Berlusconi ha un senso pratico molto sviluppato, per esempio, sente i movimenti della guerra più di quanto lo facciano i suoi partner che sono più impegnati a evitare incidenti sul piano internazionale perché poi non saprebbero gestirli.
Secondo me, Berlusconi è veramente preoccupato per la guerra, non è una tattica che sta portando avanti. Purtroppo, non ha più la forza e un partito che possa tradurre queste sue sensazioni in qualcosa di valido, per cui anche lui diventa un portavoce minore che si aggira sulla scena italiana, per una questione anche di età. Diverso sarebbe stato il suo ruolo se avesse avuto la forza di chiamarsi fuori. A Berlusconi puoi chiedere tutto, ma non di non giocare».
Ma anche sulla Meloni il giudizio non è negativo […]: «[…] apprezzo le sue qualità di tenacia e grinta, ma sembra che sia uscita dal suo cartellone pubblicitario gigantesco e ora gli Italiani la vedono per quella che è: un po' impotente rispetto a ciò che sta accadendo nel mondo e allineata agli americani. Una che fino ad oggi ci parlava di sovranismo, ma ora non facciamo altro che seguire l'indicazione del gigante americano che si erge a gendarme del mondo». […]
[…] la riabilitazione senile del Cavaliere non è una novità, anche altri ex grandi avversari di Berlusconi hanno finito con esprimere valutazioni impreviste. È successo a Carlo De Benedetti che tempo fa confessò di preferire la prospettiva di Berlusconi al governo piuttosto che Salvini e Meloni, o Conte «il vuoto pneumatico». Anche il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari sorprese tutti quando, alla domanda su chi preferisse tra Berlusconi e Di Maio, rispose senza dubbi il primo. Anche Romano Prodi recentemente ha elogiato «il suo cambiamento dal punto di vista della collocazione europea». Una riabilitazione collettiva, a sinistra, a cui mancava giusto Santoro.