Estratto dell’articolo di Carmelo Caruso per “il Foglio”
GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI
Sono “sotto” in tutti i sensi. Sono andati sotto alla Camera sul Def, sono sotto osservazione dei mercati e sono sotto le coperte perché scottano. Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti a volte lo pensano: “complotto”.
E’ la variante della sindrome 2011, la febbre che ha portato alla caduta del governo Berlusconi. A destra lo chiamano ancora “il colpo di stato”. Il governo comincia a credere, e seriamente, che quel demone inafferrabile, chiamato mercato, stia cercando “l’incidente”, lo sparo di Sarajevo, come nel 2011.
I segnali sono tre e nel giro di pochi giorni. Il primo. I fondi d’investimento che non credono in alcune delle nuove nomine delle società partecipate. Il secondo. Goldman Sachs che consiglia di investire sui Btp spagnoli anziché su quelli italiani. Il terzo. Un’indiscrezione del giornale Bloomberg che ha anticipato il giudizio, negativo, atteso per il 19 maggio, della società di rating Moody’s.
silvio berlusconi giulio tremonti1
Per avere il giudizio pessimo bastava invece andare alla Camera, ieri, e chiedere alla maggioranza. Il governo si è fatto bocciare la risoluzione sullo scostamento di Bilancio di fronte al ministro del Tesoro, in pratica del Bilancio. Gli economisti parlano ora come i cartomanti: “Gli astri si stanno allineando”. Il complotto è tornato.
Quando un ministro ha saputo del Def, bocciato, ha detto: “E’ una figura da cialtroni”. Giorgetti ha già la “febbre” a trentanove. Bastava guardarlo, mentre relazionava in Aula proprio sul Def, per accorgersi che gli manca il metodo Mario Draghi.
Chi è Giorgetti? A Wall Street, e non certo per colpa sua, per qualcuno è ancora “Giorgetti, who?”, “Giorgetti, chi?”. Si può essere indicati ministri dell’Economia, e si può essere anche dei campioni rispetto a Salvini, ma ci vogliono anni per essere ministri dell’Economia rispettati e conosciuti. […] Da settimane, Giorgetti implora Meloni di ratificare il Mes per “dare almeno un segnale all’Europa. Facciamolo”. Passa anche da queste cose il rispetto, la credibilità.
[…] Meloni è volata a Londra, in visita dal premier Sunak, e, oggi, incontrerà, presso l’ambasciata, i rappresentanti della comunità finanziaria. […] Per governare non è sufficiente avere l’indice di gradimento sopra il venticinque per cento o ricevere le pacche di Sunak […]. […] Sulla Difesa, ad esempio, e si parla di Leonardo, Meloni è certa che le sue nomine siano state gradite a Gerusalemme, Londra e New York?
MEME SULLA BOCCIATURA DELLA RISOLUZIONE SULLO SCOSTAMENTO DI BILANCIO
[…] Meloni si era sola illusa che quell’ordine esistesse e per la troppa euforia, raccontano funzionari dello stato, “ha cominciato a guidare in stato d’ebbrezza”. Non si è mai dotata di un economista di valore a Palazzo Chigi […]. […]
Meloni in sei mesi ha ferito la Ragioneria dello Stato, come nessuno aveva mai fatto prima, scippandole la direzione che si occupava di Pnrr. Quando Meloni chiedeva la testa del direttore del Tesoro, Alessandro Rivera, e l’ha avuta, pensava di allontanare un pericoloso bolscevico francese e non si è accorta che stava allontanando un uomo rispettato da tutta la struttura del Mef, struttura che ora pensa: “Come hanno fatto con lui, possono fare con noi”.
Il pericoloso bolscevico, Rivera, lo hanno invece visto, poche sera fa, alla festa della moglie dell’ex ministro, Vittorio Grilli, al Fabulous di Saxa Rubra, e in ottima salute. Tra gli invitati c’era pure Biagio Mazzotta, il ragioniere dello stato, che ha disertato. I funzionari della Ragioneria, che sono i bramini del Tesoro, i sacerdoti, sono offesi con Meloni.
giorgia meloni e raffaele fitto
L’Europa […] ha smesso di crederle sul Mes. Sul Pnrr, il suo ministro, Fitto, e lo dicono dirigenti del Tesoro, ha impiegato sei mesi solo per cambiare la governance. […] Ieri, mentre Meloni era a Londra, il governo ha offerto una prova indecorosa. Complotto? Berlusconi poteva almeno dire “colpo di stato”. Meloni, cosa può dire: “Perdonate, ai miei deputati non funzionava la sveglia”?
Giancarlo Giorgetti con il presidente dell'eurogruppo Paschal Donohoe Giancarlo Giorgetti con il presidente dell'eurogruppo Paschal Donohoe