Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”
giovanni malago a casa italia di parigi 2024
Giovanni Malagò ha un foglietto per le mani, con scritti, in grande, tutti i numeri in modo da non poter sbagliare: 40 medaglie, 20 discipline, 12 ori, il primato per i quarti posti. Come sempre le cifre hanno però diversi piani di lettura e, in questo caso, il presidente del Coni non vuole parlare di medagliere ma di politica: dopo mesi passati ad annusarsi e a cercare un compromesso, forte dei risultati sportivi, Malagò è pronto a un muro contro muro con il Governo Meloni qualora la maggioranza non gli conceda una proroga al limite dei mandati (Malagò è al terzo).
«L’indicazione del mondo dello sport è molto chiara: ci sono consensi per una certa governance del Coni» dice. Un muro contro muro che potrebbe essere sanguinoso perché, come ha fatto notare il presidente, le procedure di rinnovo delle cariche si concluderanno qualche mese prima dell’inizio delle Olimpiadi invernali di Milano- Cortina.
«Possiamo sostenerlo?» si è chiesto ieri Malagò nel mezzo della conferenza stampa a Casa Italia, una specie di circolo di Roma Nord (c’è il ristorante stellato, gli arazzi e i vini scelti dagli amici del presidente) ricreato nel mezzo del Bois de Boulogne, il parco di Parigi assediato dalle prostitute.
I toni scelti da Malagò – uomo felpato, navigatore esperto – hanno sorpreso tutti, a Parigi e soprattutto a Roma. Ha abbandonato i convenevoli ed è andato allo scontro diretto con il ministro dello Sport, Andrea Abodi: «È stato fuori luogo a parlare della scadenza del mio mandato», ha detto[…]. «Non è solo un problema di stile. Io non l’avrei mai fatto».
giorgia meloni con giovanni malago parigi 2024
La scadenza naturale della carica di Malagò è a maggio del 2025: è al terzo mandato e la legge non consente un ulteriore rinnovo. «Ma quella legge è stata cambiata per due volte negli ultimi dieci mesi» ha detto ieri il presidente del Coni, consentendo ai presidenti delle singole federazioni per esempio un quarto mandato qualora il 75 per cento dei delegati siano d’accordo.
Malagò chiede lo stesso trattamento per il Coni ma fino a questo momento la maggioranza (e in parte anche l’opposizione) non hanno offerto sponde. Da qui, l’ombra su Milano-Cortina, che sta molto a cuore di Malagò: l’ex ad Vincenzo Novari, indagato, ha raccontato di aver ricevuto 500 curricula dal presidente.
giovanni malago a casa italia di parigi 2024.
«Il mandato del Coni scade il 30 maggio del 2025 - ha spiegato Malagò - ci sono ancora 10 mesi. Non è che il primo giugno, uno si siede e inizia a dire facciamo questo o quello: c’è tutta una dinamica elettorale che passa dal Quirinale, da Chigi, dalla Corte dei Conti. […]. Quante volte ci sono state delle nomine e l’operatività è avvenuta molto dopo? A quel punto siamo a circa 90 giorni dall’inaugurazione di Milano-Cortina, il 6 febbraio 2026. Il rappresentante del Coni è la persona che inaugura la sessione che apre i Giochi Invernali. Faccio fatica a trovare qualcuno che sa dove mettere le mani su Milano- Cortina».
Proprio per questa coincidenza temporale c’era chi aveva ventilato l’ipotesi di un rinnovo biennale ma il Governo […]non ha alcuna intenzione.
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti e quello dello Sport, Andrea Abodi, sono convinti che la norma non vada cambiata. Fino a qualche ora fa c’era l’idea di poter arrivare a una successione in qualche maniera concordata con Malagò, con una figura come quella della vicepresidentessa vicaria, Silvia Salis, che piace anche alla premier Giorgia Meloni.
[…] Alla Lega non dispiacerebbe entrare a gamba tesa, da qui l’ipotesi di Luca Zaia, raccontata ieri da questo giornale. C’è però la difficoltà dei voti: il presidente lo scelgono le Federazioni, oggi completamente in mano a Malagò, anche sulla base di un curriculum sportivo che Zaia non ha. Qualcuno ha immaginato di svuotare ulteriormente le competenze del Coni (andando però a un rischio conflitto con il Cio), rafforzando Sport e Salute, a cui non a caso ieri Malagò ha riservate parole di carta vetrata, seppur senza mai citarla.
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Qualcosa si muove anche all’interno del Coni: i due grandi oppositori, Angelo Binaghi della Federtennis e Paolo Barelli della Federnuoto sarebbero due candidati naturali, «ma abbiamo troppi nemici» scherzavano loro stessi nei giorni scorsi. Si fanno i nomi di Franco Chimenti della Federgolf, che ha 85 anni. E di Marco di Paola, presidente degli Sport equestri. Sarà un anno lungo. E non ci saranno secondi e terzi posti.
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