giuseppe conte furioso in conferenza stampa
Carmelo Lopapa per “la Repubblica”
Il caso non è chiuso. E ancora tre giorni dopo, Palazzo Chigi è costretto a intervenire per ribadire non aver disposto alcuna «diretta a reti unificate» per la conferenza stampa del premier Giuseppe Conte di venerdì sera. Parliamo del 10 aprile, quando il capo del governo ha ufficializzato la proroga delle misure di lockdown al 3 maggio e contestualmente attaccato le opposizioni: Salvini e Meloni, chiamati per nome e cognome, rei di aver dichiarato il «falso» e aver indebolito il Paese nella difficile trattativa con l' Europa sul Mes. Da quell' attacco è scaturita la dura reazione dei due leader del centrodestra.
Sfociata a sua volta - come ha conteggiato Michele Anzaldi di Italia viva - in «dodici minuti di interviste sui tg Rai» di sabato, l' indomani. Exploit televisivo che, a sua volta, si è trasformato in caso politico, che con molta probabilità sarà affrontato oggi dall' ufficio di presidenza della Vigilanza Rai.
Sono le modalità di quella sorta di "risarcimento" televisivo al lungo show del premier ad aver suscitato più di un malumore nella maggioranza. Venerdì sera Giorgia Meloni invoca la "riparazione" dell' affronto con un video su Facebook.
matteo salvini e giorgia meloni alla foiba di basovizza per il giorno del ricordo
Salvini, sabato mattina, dopo aver chiamato e protestato contro la sortita di Conte con il presidente Mattarella, chiama anche il presidente Rai Marcello Foa (indicato proprio dalla Lega ai tempi del governo gialloverde). Non è il solo. Fi e Fdi si muovono sul presidente della Vigilanza Alberto Barachini (esponente forzista) e da lui parte la lettera che chiedeva a viale Mazzini di risarcire nei tg i leader dell' opposizione (richiesta che Barachini avrebbe fatto anche direattemente al telefono con l' ad Salini).
Una manovra a tenaglia che mette in moto la macchina. Il risultato concreto che i due big del centrodestra portano a casa sta tutto nei 6 minuti e 25 secondi del leghista sui tre tg Rai (di cui 2 minuti e 42 secondi di collegamento in diretta al Tg1 delle 20) e nei 5 minuti e 45 secondi della presidente di Fratelli d' Italia (di cui 3 minuti in collegamento in diretta al Tg1 delle 13 di quello stesso sabato).
Un intervento che del resto il presidente Rai Marcello Foa rivendica, nell' intervista di ieri all' Adnkronos: «È normale che se il premier cita criticamente in tv esponenti politici, costoro abbiano la possibilità di replicare. La Rai si sforza di garantire con equilibrio il pluralismo». La maggioranza è sul piede di guerra, soprattutto i renziani. Anzaldi chiama in causa la «disastrosa gestione dell' informazione Rai in queste settimane difficili » quale «inevitabile epilogo di oltre un anno di totale assenza di garanzie» chiamando in causa proprio il ruolo di Foa.
In queste ore per altro è stata resa pubblica (dal sito Affaritaliani. it) una lettera interna con la quale il direttore di Raiuno Sefano Coletta già due settimane fa aveva tentato di porre un argine all' invasione dei politici in tv in questa fase così critica. «Auspico valutazioni ispirate a reali urgenze e necessità informative», si leggeva. E la vicenda della conferenza del premier e delle successive polemiche è una conferma del problema.
rocco casalino scrive a mentana
«Non c' è stata alcuna conferenza a reti unificate» precisa nella sua nota Palazzo Chigi. Aggiungendo che il presidente, quel 10 aprile, non ha attaccato le opposizioni ma «smentito vere e proprie fake news». Con stoccata finale contro quei direttori (il riferimento sembra a Enrico Mentana de La7) « liberi di sostenere la singolare opinione secondo cui il presidente non dovrebbe smentire fake e calunnie». «Basta insulti», protesta la Lega. La polemica continua.