giuseppe conte sergio mattarella
Giovanna Vitale per "la Repubblica"
Non solo non ha mai pensato di lasciare, ma ora Giuseppe Conte prova addirittura a raddoppiare. Deciso a far inserire nel costituendo Ter una sua quota di fedelissimi: due o tre tecnici di alto profilo utili a prestare il volto al "governo dei migliori". Perciò nei giorni scorsi avrebbe contattato sia Marta Cartabia per proporle il ministero dell'Università (e neutralizzare una insidiosa competitor alla premiership) sia Paola Severino per offrirle la poltrona di Guardasigilli.
Sebbene ancora ieri tutti giurassero «di nomi non si è parlato», la questione degli assetti è da giorni oggetto di trattativa sotterranea fra big giallorossi. Alle prese però con una serie di veti e di paletti reciproci che rischiano di complicare non poco la nascita del nuovo esecutivo. Per confermare il dimissionario a palazzo Chigi, Renzi pretende infatti «molti cambi», a partire da Economia, Giustizia e Lavoro. E di aumentare il peso specifico della sua delegazione, portando i ministeri da due ad almeno tre.
paola severino foto di bacco (2)
Con questo ragionamento: «Se non avessimo avuto lo stesso premier si poteva anche chiedere meno discontinuità, ma con lo stesso premier la discontinuità è necessaria, altrimenti si fa un Conte due bis e noi non ci staremmo». Il problema è che pure il M5S è determinato a strappare più caselle delle attuali poiché, spiega un autorevole grillino, «ora Conte è di tutti, non può più essere considerato solo nostro, visto che Zingaretti e Bettini l'hanno difeso quasi più di noi». E dunque anche loro esigono più spazio, a scapito dei dem.
Un rebus di difficile soluzione, che ha già tuttavia partorito una serie di ipotesi. Sul desiderio di stabilità espresso da Mattarella, il Pd avrebbe blindato Gualtieri al Tesoro (nonostante Renzi continui a sognare Draghi, con delega al Recovery), Franceschini alla Cultura e Guerini alla Difesa. Il quale potrebbe spostarsi all'Interno per far posto al presidente di Iv Ettore Rosato (che altrimenti prenderebbe il Viminale).
GIUSEPPE CONTE PAOLO GENTILONI ROBERTO GUALTIERI
Mentre Maria Elena Boschi è ancora indecisa se entrare nel governo oppure sostituire Rosato come vicepresidente della Camera: se prevalesse la prima opzione, l'obiettivo sarebbero le Infrastrutture, ma dovrà vedersela coi grillini, contrari per via della sua posizione filo-Benetton su Autostrade. All'Agricoltura potrebbe invece tornare Teresa Bellanova o affacciarsi l'ascaro Luciano Nobili.
matteo renzi maria elena boschi
Il Pd potrebbe sacrificare (al Mit) Paola De Micheli per consentire l' ingresso di Andrea Orlando, diretto alla Giustizia qualora i 5S dovessero cedere su Alfonso Bonafede. Bettini andrebbe a palazzo Chigi come sottosegretario, magari in tandem col grillino Stefano Patuanelli, dato che Fraccaro sarebbe in uscita. Come pure, nelle file del Movimento, si danno per spacciate sia Nunzia Catalfo, che lascerebbe il Lavoro alla dem Debora Serracchiani o alla stessa Boschi (che ieri, al tavolo sul programma, ha chiesto la testa dei presidenti di Inps e Anpal) sia una tra Fabiana Dadone e Lucia Azzolina.
Se come sembra sarà Dadone a saltare, la Pubblica amministrazione potrebbe tornare alla pd Marianna Madia. Mentre per un Di Maio inamovibile agli Esteri, in odore di promozione spunta Manlio Di Stefano. Ma in ascesa è segnalato pure Di Battista: se accetterà di governare coi renziani prenderà l' Ambiente o l' In-novazione, entrambi strategici nella partita del Recovery. Chi invece potrebbe fare un passo indietro è Peppe Provenzano: Conte vorrebbe piazzare al Sud l' attuale sottosegretario Mario Turco, i 5S Giancarlo Cancelleri. In tal caso per il ministro siciliano potrebbero schiudersi le porte del Nazareno. Sempre però che Orlando lasci la vicesegreteria. E sempre che chi nel Pd lo difende si arrenda. Non è affatto detto.
di battista di maio grillo fico di maio di battista