CORBYN HA SABOTATO IL REFERENDUM PER FOTTERE CAMERON. E ORA I LABURISTI VOGLIONO FOTTERE LUI - DOPO 9 MESI DALL'ELEZIONE A LEADER DEL PARTITO, SUBISCE LE DIMISSIONI DI DIECI MINISTRI OMBRA: ''NON SEI IN GRADO DI GOVERNARE''. MA NON MOLLA: LA BASE È DALLA SUA PARTE

Un'email certifica che «l' ufficio del leader è riluttante a dare appoggio pieno alla campagna a favore dell' Europa». È più che sufficiente per scatenare quella che la Bbc e i giornali definiscono «guerra civile». Il gruppo parlamentare lo vuole pensionare con la «sfiducia», la base invece resta dalla sua parte...

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Fabio Cavalera per il “Corriere della Sera

 

jeremy corbyn jeremy corbyn

Guerra civile. Non è mai troppo bello usare immagini drammatiche. Ma se persino i sobri commentatori della Bbc , abituati a misurare le parole, si rifugiano in una sintesi tanto enfatica per raccontare ciò che avviene è perché il post Brexit ribalta realmente la politica britannica e sbriciola antichi sodalizi.

 

La coppia Cameron-Johnson si è disfatta. Ma a ruota va in frantumi la coppia laburista Corbyn-Benn: Jeremy, il leader (per quanto ancora?) di un partito sull' orlo del precipizio, ha licenziato Hilary, ministro degli Esteri ombra ma soprattutto figlio di Tony, ex pilota della Raf, marxista e pacifista, mentore e maestro proprio di Jeremy. E così, col benservito, Corbyn scatena il golpe dei dissidenti per disarcionarlo dalla testa del laburismo. Dieci ministri ombra (compreso Benn) hanno sbattuto la porta.

CORBYN CORBYN

 

Ma Corbyn non molla perché «sono stato eletto democraticamente». Incassa la solidarietà di una petizione con 180 mila firme, la sua solidissima base di fedelissimi scatta dalle trincee, ma il futuro è debole, incerto, per niente garantito.

 

Una telefonata all' una della notte fra sabato e domenica e i due si sono detti addio. Hilary Benn, che già aveva manifestato il suo disaccordo in dicembre al momento di votare i bombardamenti in Siria (lui favorevole) ha detto chiaro e tondo a Corbyn che la fiducia era ormai crollata. E Corbyn ha preso la palla al balzo per mandarlo a casa senza mediare più.

brexit 7 brexit 7

 

Divorzio pesante che poi ha aperto il vaso di Pandora: nel giro di poche ore sul tavolo del numero uno laburista sono arrivate le dimissioni di altri nove ministri ombra (su trenta). Il tono delle lettere è questo: caro Jeremy non sei capace di unire il partito. Tagliente Hilary Benn sul vecchio compagno: «È una brava persona ma non è un leader». Stufo e arrabbiato, alla fine, persino Tom Watson, vice di Corbyn e antagonista di Tony Blair di lunga data, ha detto basta: «Non appoggerò più Jeremy».

 

Che nel partito del centrosinistra covassero da mesi risentimenti e voglia di golpe si sapeva. Ma erano tutti lì ad aspettare di cogliere l' attimo.

 

Che col referendum si è materializzato. Le defezioni dell' elettorato laburista a favore della Brexit, determinanti per lo strappo, hanno acceso la miccia. E il fuoco è divampato dopo che la commentatrice della Bbc Laura Kuennssberg ha rivelato il contenuto di alcune email del quartier generale laburista, in sostanza del circolo che si muove in sintonia con Corbyn, e riportato le diverse confidenze ricevute da cui risulta chiaro che vi è stato «un deliberato sabotaggio» del referendum da parte della leadership. Non era freddezza.

Non era timidezza. Era proprio un calcolo preciso: sconfiggere Cameron. A costo di mandare all' aria l' Europa.

 

BREXIT BREXIT

Una di queste email, intercettata negli uffici del quartiere generale laburista, fotografa e riassume il disorientamento che una linea politica ambigua provoca durante gli sforzi più importanti del fronte anti Brexit: «Ma che sta accadendo qui?». Una seconda email, di uno dei dirigenti impegnati col «Remain», spedita all' ufficio che raccoglie le proteste nel partito, esplicita: «Nessuno è favorevole all' Europa».

 

Una terza certifica che «l' ufficio del leader è riluttante a dare appoggio pieno alla campagna a favore dell' Europa».

 

david cameron e jeremy corbyn durante il discorso di xi jinping david cameron e jeremy corbyn durante il discorso di xi jinping

È più che sufficiente per scatenare quella che la Bbc e i giornali definiscono «guerra civile». Corbyn fa sapere che di lasciare la guida dei laburisti non ne ha intenzione. E schiera le truppe del sindacato «Unite» che minaccia di togliere l' appoggio ai «parlamentari traditori dei nostri interessi». Caccia ai dissidenti da una parte con mobilitazione programmata a Westminster.

 

E dall' altra caccia ai consensi necessari per costringere Corbyn alle dimissioni. Il quale prefigura però la possibilità di ricorrere a una consultazione interna, coinvolgendo tutto il partito, per vedere chi è il più forte. Il gruppo parlamentare lo vuole pensionare con la «sfiducia», la base è un discorso diverso, più complesso.

 

La Brexit ha travolto tutto e tutti. I conservatori sono in cerca di un nuovo leader. E la situazione è più chiara. I laburisti non hanno più bussola.

 

david cameron nigel farage david cameron nigel farage

Hanno solo un rapporto interno, rilanciato dall' Observer , che segnala l' emorragia di consensi: nel 2015 già persero le elezioni e di quei voti oggi ne conserverebbero solo il 71%, ancora meno fra il ceto medio basso (il 67%). Un disastro. Chi sorride è l' estremista della Brexit, Nigel Farage.

 

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