Caro Aldo, «Milano una città europea, molto più di Roma, entrambe vivono l’esperienza della secolarizzazione». Posso crederci, ma davvero il cardinal Ravasi pensa che Milano sia più generosa di Roma? E lei che ne pensa?
Paolo Barca
Risposta di Aldo Cazzullo
Caro Paolo, n on credo che il cardinal Ravasi, quando dice che Milano è più generosa di Roma, si riferisca ai singoli abitanti, alle varie persone.
Ovviamente è possibile trovare romani più generosi dei milanesi. Tuttavia anche le città, non solo le persone, hanno un loro carattere.
A Roma sono nate iniziative straordinarie, come la comunità di Sant’Egidio, che ha espresso una classe dirigente laica e religiosa — Riccardi, Impagliazzo, Paglia, Zuppi… —, si prende cura degli ultimi nelle periferie, e conclude con successo iniziative internazionali, dalla pace in Mozambico ai corridoi umanitari per un’immigrazione regolare.
Eppure Roma resta per altri versi una città papalina e statalista, che vive di denaro pubblico e delle briciole del turismo, essendo le pagnotte riservate a compagnie aeree e alberghiere straniere. Milano ha invece una rete di istituzioni, religiose e laiche, che non sono soltanto in città, ma sono la città. La fabbrica del Duomo, l’Ambrosiana, Brera, il Poldi Pezzoli, la Scala, la Triennale, la Permanente, la Bocconi e le altre università, la Cattolica, le Fondazioni, i teatri, i nuovi musei del Novecento e del contemporaneo: un sistema di cultura, fede, ricerca, arte, bellezza (cui concorre in modo fondamentale l’editoria, a cominciare ovviamente dal Corriere della Sera ). È una rete che prescinde dalle appartenenze politiche, ad esempio il berlusconismo — criticabile, criticabilissimo — le ha riconosciute, rispettate, finanziate, anche con il suo uomo di punta a Milano, Fedele Confalonieri.
Questo spiega pure il diverso carattere della destra milanese rispetto a quella romana. Roma ha eletto sindaco un anti-antifascista dichiarato come Gianni Alemanno, acclamato dai saluti romani in Campidoglio. La destra milanese ha espresso buoni sindaci come Albertini e Moratti, e quando ha candidato il pediatra con la pistola che si rifiutava di dirsi antifascista ha perso rovinosamente.
Poi certo Milano non va idealizzata: bisogna lavorare sulla sicurezza, sia del traffico sia delle persone. Si pensi poi allo scandalo delle curve di San Siro. Ma oportet ut scandala eveniant, è bene che scoppino gli scandali; anche perché non giureremmo che la situazione nelle curve dell’Olimpico di Roma non sia altrettanto grave, o più grave ancora .