Flavio Pompetti per "Il Messaggero"
«Questa è diplomazia da megafono, non avete alcuna prova. Avete costruito una crisi inesistente, con lo scopo di inserire un cuneo nei rapporti tra la Russia e l'Ucraina». L'ambasciatore russo Vasily Nebenzia è partito all'attacco degli Usa e della Nato, come ci si aspettava nella riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu che si è tenuta ieri a New York.
La sua collega statunitense Linda Thomas-Greenfield ha risposto che è tempo per la Russia di dibattere in pubblico la minaccia che ha creato nelle ultime sei settimane, e ha chiesto agli altri 13 consiglieri: «Come vi sentireste voi, se aveste 100.000 soldati stranieri accampati alle frontiere dei vostri paesi?».
La rappresentativa russa ha cercato di bloccare sul nascere la discussione al Palazzo di vetro, ma il Consiglio ha rigettato la richiesta, con i soli voti a favore di Russia e Cina. Non c'è stato un vero dibattito, ma solo accuse reciproche di stare fomentando una tensione pericolosa, che potrebbe sfociare in una guerra da un giorno all'altro.
Greenfield ha condiviso una informativa del Pentagono, secondo la quale Putin sarebbe pronto ad inviare altri 30.000 soldati in Bielorussia, per rinforzare l'accerchiamento dell'Ucraina.
Nebenzia ha paragonato l'allarme degli Usa alla falsa accusa nei confronti dell'Iraq di stare ammassando armi di distruzione di massa, la quale nel 2003 dette inizio all'invasione del paese governato da Saddam Houssein.
Come era legittimo aspettarsi, la seduta non ha avuto conseguenze pratiche, e non ha prodotto azioni da parte del Consiglio di sicurezza. È servita soltanto a creare un precedente per la delegazione Usa, la quale ha ammonito gli altri stati membri: «Se arriveremo all'invasione russa dell'Ucraina, nessuno di voi potrà dire che non eravate stati avvertiti».
I russi hanno invece lasciato l'aula accusando agli alleati atlantici di stare creando un'atmosfera di panico non necessaria, e hanno citato il premier ucraino Zelenski, il quale ha chiesto all'amministrazione Biden di abbassare i toni della retorica.
Si cerca ancora di ricucire le maglie di un negoziato sempre più difficile, ma la tensione è destinata a crescere. Putin ha cancellato la telefonata che avrebbe dovuto avere con il premier britannico Boris Johnson.
volodymir zelensky con i soldati ucraini
La ministra degli Esteri inglese Liz Truss ha annunciato il prossimo inasprimento delle sanzioni già vigenti nei confronti della Russia, fatto di «Provvedimenti di durezza mai vista prima».
LA LISTA
Un portavoce della Casa Bianca ha confermato l'esistenza di una lista di cittadini russi legati personalmente a Putin, o in qualche modo implicati nelle decisioni di politica internazionale del paese, ai quali sarà negata la possibilità di condurre transazioni finanziarie fuori dai confini nazionali, in caso di invasione.
volodymyr zelensky e vladimir putin 1
Le sanzioni si estendono ai loro familiari, per escludere ogni stratagemma che li metta al riparo. L'obiettivo è quello di colpire interessi strategici per l'espansione dell'economia russa su scala globale.
La lista è lunga, ma l'amministrazione Usa non ha ancora rivelato i nomi delle persone coinvolte. I timori restano alti a Kiev, dove nell'ultimo mese la polizia ha dovuto rispondere a più di 300 chiamate di allarme per la presenza di bombe che si sono poi per fortuna rivelate inesistenti.
NAVI RUSSE DAVANTI ALLA SICILIA
L'inquietudine si è estesa ieri anche all'Italia, con la notizia di una flotta di imbarcazioni russe che stavano attraversando il canale di Sicilia. Il nostro Stato Maggiore della Difesa ha poi specificato che non si trattava di una violazione della sovranità nazionale.
NAVI RUSSE DAVANTI ALLA SICILIA
La Nato sta seguendo la navigazione del gruppo navale sin dalla partenza, avvenuta a metà gennaio dai porti di Severomorsk (Flotta del Nord) e da Baltijsk (Flotta del Baltico), e continuerà a monitorarne il transito.
L'unica porta socchiusa al momento è quella turca, con il presidente Erdogan che giovedì va in visita a Zelenski a Kiev, mentre aspetta la conferma dell'arrivo di Putin, il quale ha accettato il suo invito a recarsi a Istanbul per parlare dell'Ucraina.