1. DAGONOTA
ENRICO BORGHI RAFFAELLA PAITA MATTEO RENZI
Gira e rigira, riemerge la vecchia passione di Matteo Renzi per i servizi segreti. Quando era premier, fece un casino del diavolo per portare Alberto Manenti alla guida dell’Aise (i due hanno ancora rapporti).
Sempre lui provò a piazzare, invano, il suo fido amico e braccio destro, Marco Carrai, alla guida dell’agenzia per la cybersicurezza.
Ai tempi del governo giallorosso Matteonzo ingaggiò una dura battaglia affinché Giuseppe Conte, allora premier, mollasse le deleghe sugli 007 (quando Renzi incontrò lo 007 Marco Mancini alla stazione di servizio di Fiano Romano, Peppiniello Appulo ancora non aveva deciso di mollare l’interim all’autorità delegata, cosa che farà poche settimane dopo, a gennaio 2021).
renzi e mancini incontro all autogrill di fiano romano
Ora il senatore semplice di Riad, che ha rapporti solidi con una potenza straniera come l’Arabia Saudita, punta a controllare e orientare il Copasir, commissione cruciale dove passano informazioni e dossier molto delicati e sensibili.
Dopo aver “sedotto” Enrico Borghi, un partito tascabile come Italia Viva, che ha più eletti che elettori, si ritrova due membri all’interno del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica: l’ormai ex piddino Borghi agirà di sponda con Ettore Rosato.
A loro, Renzi vorrebbe aggiungere un terzo tassello: Licia Ronzulli. L’ex sindaco di Firenze da tempo sta “corteggiando” l’ex infermiera prestata alla politica affinché molli, insieme alle sue truppe, Forza Italia, per approdare al monolocale di Italia Viva.
“Kiss me Licia” per ora non intende abbandonare Berlusconi (è capogruppo al Senato di Forza Italia), ma sta indirizzando i suoi fedelissimi scontenti verso Renzi.
Nel Copasir i renziani troveranno l’opposizione del loro ex amico, Lorenzo Guerini, presidente del Comitato, ormai in guerra aperta con l’ex premier.
Ps. A proposito di transfughi dem: si vocifera che l’economista baby pensionato, Carlo Cottarelli, sia in procinto di raggiungere Carlo Calenda in Azione, e che il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, schifato e commissariato dalla Elly, si stia guarando intorno.
2. MALPEZZI, BORGHI AL COPASIR GRAZIE AL PD, SI DIMETTA
(ANSA) - "Sappiamo bene che formalmente nulla impedisce al collega Borghi di rimanere al Copasir: il regolamento parla chiaro, cinque membri della maggioranza e cinque dell'opposizione e l'equilibrio è rimasto.
Ma almeno ricordi che se è vero che la nomina è del presidente del Senato, l'indicazione viene data dai gruppi parlamentari. Il suo nome è stato indicato dal gruppo del senato del Partito Democratico con tanto di firma della sottoscritta. Sarebbe opportuno che, in nome di quello stile che il collega ha sempre difeso nello stare nelle istituzioni, si dimettesse. Non si rappresenta mai se stessi. Bisognerebbe ricordarselo". Così in una nota, Simona Malpezzi, senatrice del Pd.
licia ronzulli in senato con renzi
3. «PD TROPPO A SINISTRA». BORGHI LASCIA E IV GUADAGNA UN POSTO AL COPASIR
Estratto dell’articolo di Emilio Pucci per “il Messaggero”
Da una parte il fastidio per quello che viene considerato «un vero e proprio mercato» avviato da Italia viva per scippare parlamentari alla Camera e al Senato; dall'altro il convincimento che i consensi stiano crescendo e che il partito si stia piuttosto allargando a nuovi pezzi di società con le nuove iscrizioni: il caso Borghi, il senatore dem che è approdato alla corte di Renzi, agita il Nazareno.
ENRICO BORGHI RAFFAELLA PAITA MATTEO RENZI
[…] Spiazzata Base riformista, la componente del Pd messa ai margini nella conduzione del partito. «Rispetto la scelta di Borghi ma non la condivido. Sono sempre stato contrario alle scissioni e infatti mi sono sempre impegnato in passato per evitarle. Dopo di che non bisogna né drammatizzare l'uscita di Borghi, ma neanche derubricarla e risolverla con un'alzata di spalle», afferma l'ex ministro Guerini.
[…] «Gli ho parlato e chiesto formalmente di lasciare il Copasir, perché in organismi come quello ci si sta in rappresentanza di un partito e non a titolo personale»', ha detto Francesco Boccia, capogruppo del Pd al Senato. Risposta? Picche, per ora. «Ci sono delle prassi parlamentari», si limita a dire Borghi. E così Iv si ritrova con un membro in più (due, c'era già Rosato) rispetto al Pd. […]