DAGONEWS
CONTE SALVINI DI MAIO MOAVERO MATTARELLA
Ormai mancano poco più di due settimane alla fatidica data del 20 luglio, l'ultimo giorno in cui si possono sciogliere le camere per andare ad elezioni a settembre, in tempo per fare un governo e preparare la dolorosa finanziaria 2020. Passato il 20 luglio però, le cose non saranno più tranquille tra i membri del governo, anzi. La strategia di Lega e 5 Stelle è provocare quotidianamente l'alleato per portarlo alla rottura, e così costringerlo a ferirsi coi cocci appuntiti del Contratto del Cambiamento frantumato.
Di Maio in questi giorni ha portato Salvini al limite del vaffa su tre temi delicati, perché non riguardano i migranti e dunque non possono essere sfruttati a vantaggio del Capitone. Sono temi economici, sociali, con migliaia di posti di lavoro in ballo. Tre bombe che possono esplodere in faccia all'ultimo che si ritrova il dossier in mano.
Autostrade, Ilva, Alitalia.
Per il Ponte Morandi, l'idea leghista è di negoziare un risarcimento dei Benetton nei confronti dello Stato (oltre ovviamente alle famiglie delle vittime) con Atlantia che si accolla un pezzo di Alitalia. Per l'Ilva, Salvini è pronto ripristinare l'immunità penale per Mittal, visto che l'alternativa include la fuga dei nuovi padroncini indiani, e Taranto in ginocchio.
Su Alitalia, Di Maio aveva trovato l'accordo con Carlo Toto, patron delle autostrade abruzzesi e già investitore in una vecchia Alitalia fallimentare. I leghisti lo hanno stoppato, tra vecchi contenziosi e parecchi soldi che Toto deve all'Anas.
Nel gioco di chi rompe prima entrano prepotentemente le liti interne ai grillini. La spaccatura nel movimento è totale, soprattutto dopo l'espulsione delle due senatrici. A proposito: se la Nugnes con la sua storia è stata silurata senza tanti complimenti, che fine ha fatto la procedura disciplinare contro Giulia Sarti, la regista amatoriale preferita da Casalino?
C'è una voce assordante che gira tra i 5 Stelle, ed è quella di un ritorno in campo di Grillo. Che, però, sarebbe legato alla fine dell'esperienza governativa: se Beppe si rimette in pista, è per rompere le balle dall'opposizione, non per discutere di poltrone.
Mattarella è convinto che in caso di rottura tra il 20 luglio e la fine dell'anno, sarà in grado di mettere in piedi un governo Conte-bis che approvi la finanziaria e traghetti il Paese ad elezioni nel prossimo marzo. Chi siano i ''responsabili'' che metteranno il loro ditino nella pulsantiera per la legge di bilancio, al momento non si sa…
GRILLO NUGNES DI MAIO DI BATTISTA