1. DAGOESCLUSIVO! PAROLA D'ORDINE: PUNTELLARE IL GOVERNO. NON C'È ALTERNATIVA IN VISTA 2. SALVINI HA TRE PAURE CHE LO BLOCCANO DAL FAR SALTARE TUTTO E ANDARE A PALAZZO CHIGI: L'ISOLAMENTO INTERNAZIONALE, ALTRI "PIZZINI" DI PUTIN E LA MAGISTRATURA ITALIANA
3. CONTE LO HA SALVATO IN SENATO (''LA FIDUCIA NEI MINISTRI NON È INCRINATA''), E MATTARELLA HA SALVATO IL GOVERNO BLOCCANDO LA PROCEDURA D'INFRAZIONE CON MACRON E LA MERKEL
4. IL M5S È SPACCATO IN TRE, E DOVRÀ AFFRONTARE IL CAOS NO-TAV E IL RISCHIO APPENDINO
5. IL PD LITIGA TRA ZINGA E RENZI E NON CRESCE - MATTARELLA TEME UN SUCCESSORE LEGHISTA

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DAGONEWS

 

Peppino Conte al Senato ha detto, come previsto, che la situazione del Russiagate alle vongole è seria ma che ''al momento non c'è nessun elemento che possa incrinare la fiducia nei membri del governo'', salvando Salvini e scaricando Savoini, che ''non aveva nessun rapporto ufficiale con questo governo e dunque non vi sono neanche le premesse per interrompere dei rapporti'', il tutto tra gli schiamazzi dell'Aula.

conte salvini conte salvini

 

La parola d'ordine – e non solo dei gialloverdi – è: puntellare il governo. L'ipotesi di seppellirlo, che balena un giorno sì e l'altro pure nella testolina del Capitone, è stata di nuovo travolta dalla paura. Da molte paure.

 

PAURA N°1: L'ISOLAMENTO INTERNAZIONALE

La prima è politica. Salvini si è fatto dipingere lo scenario post-elettorale in caso di urne anticipate. Sondaggi e analisti sono concordi: è a un pugno di voti dal fare il pieno, e dall'occupare la poltrona di Palazzo Chigi con una maggioranza leghista, con la stampellina della Meloni e di qualche ex berlusconiano di complemento.

 

matteo salvini come donald trump matteo salvini come donald trump

Quello che è cambiato, dalle Europee a oggi, è però lo scenario internazionale. Dopo il trionfo a Strasburgo, il Truce ha inanellato solo sconfitte. Il viaggio a Washington, da cui era tornato ''con una carica eccezionale'', ha fatto infuriare Putin, accolto a Roma in modo umiliante da un governo che fino all'altroieri prometteva il veto sulle sanzioni alla Russia e invece si è messo a fare la ramanzina, intimando allo Zar di cambiare atteggiamento in Crimea.

 

Questo voltafaccia ha scatenato la vendetta dei russi, ma se pensate che il pizzino dal Metropol fosse roba seria, era solo un assaggio.

 

 

PAURA N°2: IL RUSSIAGATE INFINITO

putin salvini putin salvini

Ecco la seconda paura, e cioè la certezza che dagli archivi dei servizi sovietici potrebbe uscire di tutto, memore di come certi viaggi oltre-cortina siano diventati una maledizione per Trump, e Berlusconi prima di lui. In fondo, da quel famigerato incontro non è scaturito nessun affare concreto (o quantomeno dimostrato finora), quindi il casino politico potrà spegnersi lasciando qualche ferito ma senza troppi morti.

 

Putin sapeva benissimo che quel meeting poteva essere ''bruciato''. E il fatto che l'audio sia uscito sul sito liberal Buzzfeed, ben informato, fa capire come anche in America si sono ricordati che gli italiani sanno essere solo servi di due (o più) padroni. Trump non ha fatto nulla per evitare lo sputtanamento del suo ''amico'' italiano, e alle promesse snocciolate da Pence e Pompeo non sono seguiti i fatti.

salvini savoini salvini savoini

 

Infine è iniziato lo schiaffo del soldato leghista a Bruxelles e Strasburgo: in rapida sequenza, la nomina di Ursula von der Leyen con i voti grillini; il lavoretto Pd-5Stelle con Sassoli presidente e Castaldo vice (e niente alla Lega); l'umiliazione delle nomine in Commissione dove sono stati rimbalzati nomi leghisti e ne avanzano altri indigeribili per il Carroccio, con l'unico merito di essere declinati al femminile.

 

Quindi Russia, USA, UE e poi singolarmente Merkel, Macron, Sanchez: tutti, a vari livelli di inimicizia, hanno steso un cordone sanitario intorno al Truce ribaldo. Fortissimo a intercettare ed eccitare la pancia di casa, debolissimo appena lascia il confine. Cosa che ovviamente spegne gli ardori della componente nordista del suo partito, così ostile ai 5 Stelle: meglio un governo che arranca ma dentro l'UE e che mantiene dei fragili rapporti internazionali (via Conte-Mattarella-Tria), o una micro-monarchia assoluta dove la Lega trionfa ma finisce isolata da tutti? Per chi vive di esportazioni, la risposta è semplice.

emmanuel macron ursula von der leyen 6 emmanuel macron ursula von der leyen 6

 

PAURA N°3: TOGA PARTY, E VEDI COME PARTI

L'ultima paura è quella che attanaglia chiunque arrivi a occupare la Presidenza del Consiglio, ma per Salvini è più attuale che mai: la magistratura. Le toghe, già ostili prima di questa fase (la Lega non ha manco un membro nel Csm!), non gli darebbero tregua, ferite dal caso Palamara e sospinte dalla necessità di ristabilire una distanza (solo percepita) dalla politica.

 

Il tutto con la sponda del Movimento 5 Stelle, che si è schierato senza tentennamenti (ma con molti tintinnamenti, di manette) dalla parte dei magistrati, mentre il leghista apriva avvisi di garanzia in diretta Facebook e ingaggiava duelli con gip e pm siciliani. Se si spezzasse l'attuale maggioranza, i grillini finalmente all'opposizione si consacrerebbero partito delle toghe, non dovendo più affrontare la scocciatura dell'azione di governo.

DAVID SASSOLI URSULA VON DER LEYEN DAVID SASSOLI URSULA VON DER LEYEN

 

 

MOVIMENTO 5 STELLE, 3 ANIME: PARALISI, CONFUSIONE, DELIRIO

A proposito dei grillini, parlandone da vivi, come mai non sono loro a scatenare la crisi, ora che si sono inventati la pietosa fregnaccia del ''mandato zero'' e potrebbero dunque tornare tutti (oddio, diciamo meno della metà) sullo scranno parlamentare? Perché il Movimento è più in tilt che mai, e spaccare tutto rischia di spazzare via 10 anni di attività politica, non essendoci una vera alternativa al dopo-Di Maio.

Grillo e Di Maio Grillo e Di Maio

 

C'è l'anima governista, c'è chi vuole fare l'accordo col Pd e chi sogna solo l'opposizione dura, pura ed eterna. Per ora, meglio restare immobili, e cercare di non annegare sotto lo tsunami della Tav che si scatenerà sabato a Torino con una manifestazione che potrebbe innescare le dimissioni dei consiglieri comunali NoTav e far cadere la giunta Appendino.

 

 

PD, LE ANIME SONO DUE MA LA CONFUSIONE È LA STESSA

CHIARA APPENDINO LUIGI DI MAIO NO TAV CHIARA APPENDINO LUIGI DI MAIO NO TAV

Dalle parti della presunta opposizione le cose non sono tanto diverse: c'è chi simula movimentismo, vedi i renziani, e chi non riesce a dissimulare il suo immobilismo, ovvero l'ala zingarettiana. Il segretario cerca di recuperare consensi stando fermo, ben sapendo che con elezioni anticipate consegnerebbe l'Italia alla Lega. Renzi, facendo leva sull'età, sogna di tornare a capo dello schieramento in un futuro ipotetico e aspetta che passino un po' di cadaveri sull'Arno, dichiarando, dalle Alpi al Qatar, che ''io del Pd non me ne occupo''.

 

NICOLA ZINGARETTI E MATTEO RENZI NICOLA ZINGARETTI E MATTEO RENZI

Ebbene, Mattarella ha fatto sapere che ''io dei renziani non me ne occupo'' e dopo i pasticci di Lotti con i suoi consiglieri giuridici ha tagliato i ponti con i seguaci di Matteo, che considera irresponsabili e soprattutto inconsapevoli dei danni che possono fare al Paese.

 

 

MATTARELLA: SALVARE SALVINI PER SALVARCI DA SALVINI

E' stato il Quirinale – con quell'inedito messaggio dall'Austria sui conti pubblici italiani e con la telefonata a Macron di cui avevamo parlato qualche articolo fa – a fermare la procedura d'infrazione contro l'Italia e dunque a salvare il governo. In contatto anche con la Merkel, dal Colle è arrivato un telegramma urgente ai partner europei: una mossa così punitiva contro il nostro Paese avrebbe fatto saltare Conte e portato (sempre lì si torna) a urne anticipate con Salvini trionfatore.

salvini mattarella salvini mattarella

 

A quel punto, ha spiegato la Mummia sicula, le conseguenze per l'Unione Europea, già indebolita da una cancelliera tremolante e un Macron signorotto solo di se stesso, sarebbero imprevedibili. Perché il Capitone avrà pure paura di vincere, ma una sua vittoria andrebbe comunque affrontata. E un Parlamento a maggioranza leghista che nasce nel 2019-2020 deciderebbe il prossimo inquilino del Quirinale (da votare nel 2022).

emmanuel macron e sergio mattarella alla tomba di leonardo da vinci emmanuel macron e sergio mattarella alla tomba di leonardo da vinci

 

Esattamente come l'estate scorsa quando il baby-pensionato Cottarelli è salito al Colle con il suo agile trolley, per poi ridiscenderne con altrettanta agilità, Mattarella non ha una vera alternativa. Un tecnico-bis non lo voterebbe nessuno, e un Conte-bis di cui si parla darebbe ancora più munizioni alla Lega: il governo in proroga per gli affari correnti – o addirittura in esercizio provvisorio, con il bilancio da licenziare mese per mese – firmerebbe la Legge di Bilancio 2020 (con aumento Iva e niente flat tax) senza che Salvini e i suoi debbano prendersene la responsabilità.

 

Insomma, finché non trovano un'alternativa, e al momento non ce ne sono, tutti cercheranno di tenere in piedi il governo. Sperando che il Capitone si sgonfi un po', tra putinate e magistrati, e che una nuova maggioranza non sia così smaccatamente a suo favore.

 

 

carlo cottarelli al quirinale carlo cottarelli al quirinale

 

 

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