DAGOREPORT
Voci del Colle: questo vociare lungo il triangolo Transatlantico, Palazzo Chigi e Senato amplificato dai media che parla di rimpasti e rimpastini addirittura dopo la manovra di fine anno disturba non poco i consiglieri che lavorano nelle stanze del Quirinale vicine all’ufficio del Presidente.
Nel mezzo della seconda ondata della pandemia, con lo stato d’emergenza fino al 31 gennaio e con interrogativi di un certo rilievo quali la ripresa delle scuole in presenza, piano vaccinale da implementare, un tasso di mortalità altissimo e i Recovery Funds da portare in Europa, dall’alto del Colle si sorprendono di come la mediocrità della politica la faccia da padrone.
mattarella renzi zinga di maio
E poi un conto un rimpastino con le dimissioni volontarie dei ministri da sostituire, ma di difficile concretizzazione, e un altro conto un rimpasto in piena regola che significherebbe una crisi con conseguenti consultazioni e voto di fiducia.
Ma si immaginano i partiti di maggioranza e i vari ideologi cosa vorrebbe dire fare le consultazioni in momenti in cui ogni giorno vengono sciorinati i numeri della pandemia?
Senza contare un voto di fiducia con una maggioranza traballante al Senato che al momento non è in grado di rendere politica quella che oggi è la benevolenza di Forza Italia.
Inoltre quelli più vicini al Presidente avvertono i meno avveduti che Mattarella non è il badante di Conte. Il ragionamento è questo, se un avvocato senza infamia e senza gloria sta decentemente svolgendo il ruolo di Presidente del Consiglio non sarà così difficile trovare una donna o un uomo che possa sostituirlo.